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sabato 4 febbraio 2023

Pasta velocissima con cipolle, briciole tostate, olive, acciughe e finocchietto

Pasta velocissima, da fare così all'ultimo minuto, con ingredienti che avrete sicuramente in casa: cipolle, acciughe, pane, olive. Ecco, forse il finocchietto no, ma si possono sempre usare delle barbe di finocchi, oppure anche niente. 

Perché l'idea è che sia una soluzione per quando proprio non sapete cosa fare.

L'idea l'ho copiata dai tortiglioni e briciole croge de La pozione magica su Instagram, che poi è una mia cara amica del GAS e collega di scuola.

Però visto che il lupo perde il pelo ma non il vizio, non l'ho fatta proprio uguale uguale, ho apportato quale modifica.





Pasta velocissima
Ingredienti
(per quattro persone) 
  • 400 g di penne rigate  (io Garofalo) *
  • 2 cipolle rosse grosse
  • 3 fette di pane senza glutine *
  • 4 filetti di acciuga
  • olive taggiasche
  • finocchietto selvatico 
  • olio extra-vergine di oliva
  • sale 
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo * sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o presentare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.   

Procedimento
  
Mettete sul fuoco una pentola grande con abbondante acqua.
Mondate e tagliate la cipolla a velo.
In una padella anti-aderente mettete un po' d'olio e fateci prima sciogliere i filetti di acciughe quindi aggiungete la cipolla e fatela sudare a fuoco lento. Aggiungete una manciata di olive. 
Sbriciolate le fette di pane nel mixer (era banalissimo pane del mastro panettiere Schaer). 
In un'altra padella mettere un altro filo d'olio e tostate le briciole di pane finché diventano davvero croccanti e rosolate. Girate sempre, altrimenti bruciano. 

Quando l'acqua bolle, aggiungete il sale e poi la pasta, che io ormai cuocio col fuoco spento, metodo che mi sembra particolarmente adatto alla pasta senza glutine che così rischia meno di disfarsi. 
Per ricordarcelo, si aspetta che l'acqua riprenda il bollore dopo che ci si è versata la pasta, si mescola per evitare che attacchi e poi si incoperchia, si spegne il fuoco e si lascia lì per una decina di minuti. 

Prima di scolare tenete da parte una tazzina di acqua di cottura, scolate, versate nella padella dove avete soffritto le cipolle, mantecate con un po' d'acqua di cottura, versateci sopra le briciole e il finocchietto tritato fine. 

Servite con parmigiano grattugiato, se piace.  

martedì 15 gennaio 2019

Torta verde di riso di Nizza Monferrato

Ed eccoci ad un piatto della tradizione, la torta verde di riso di Nizza Monferrato. Ci è piaciuta  parecchio, e come sa chi legge(va) questo blog amo molto i piatti della tradizione.  Ve la propongo sperando che il colore sia di buon auspicio per un ritorno online...

Torta verde di riso di Nizza Monferrato

La torta verde è una specialità di Nizza Monferrato, e viene di solito preparata in occasione della festa del Santo Cristo, nel periodo di Pasqua. Di fatto si tratta di un risotto con le erbe, a cui però viene interrotta a metà la cottura, per completarla in forno dopo l'aggiunta di uova e formaggio. Molto gustosa, è ottima anche il giorno dopo a temperatura ambiente e può essere servita come primo, come antipasto o in occasione di buffet o picnic.


Torta verde di riso di Nizza Monferrato


Torta verde di riso di Nizza Monferrato

Tempo di preparazione: 40
Tempo di cottura: 45 minuti

Ingredienti
(per una tortiera da 25 cm di diametro)

1 kg di bietole fresche
180 g di riso originario
40 ml di olio extravergine di oliva
4 uova
50 g di Parmigiano Reggiano
1 carota
1 costa di sedano
2 cipolle
1 zucchina
1 mazzetto di prezzemolo
maggiorana
sale
1/2 noce moscata
olio extra vergine d'oliva
burro per la tortiera
pangrattato *

* ingredienti a rischio di contaminazioni da glutine. Per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE.
** prodotti sostitutivi equivalenti a quelli contenenti glutine.

Preparazione 
Mondate le bietole e lessatele pochi minuti in acqua bollente salata. Scolateli, lasciateli raffreddare, strizzateli e tagliateli grossolanamente.
Con una cipolla, la carota, la costa di sedano, la zucchina e il mazzetto di prezzemolo e 1,5 l di acqua preparate un brodo vegetale. 
Tritate fine la rimanente cipolla e fatela sudare in una capiente pentola con l'olio, quindi unite la bietola e fatela insaporire per qualche minuto. Per ultimo versate anche il riso e tostatelo fino a farlo diventare translucido. A questo punto cominciate ad aggiungere il brodo vegetale un mestolino alla volta, come per fare un risotto, ma dopo circa 10 minuti togliete la pentola dal fuoco e fate intiepidire.
Quando il riso è tiepido incorporate le uova intere una alla volta, il parmigiano reggiano grattugiato, la noce moscata grattata, un cucchiaio di maggiorana, mescolate, aggiustate di sale e tenete da parte. 

Ungete di burro la tortiera, cospargetela con il pangrattato e versateci il composto spianando bene la superficie con il dorso di un cucchiaio. 
Cuocete a metà altezza nel forno preriscaldato a 180 °C per un'ora circa.
Togliete dal forno, lasciatela riposare un quarto d'ora e servitela. 
È buona anche il giorno dopo, ovviamente non fredda di frigo ma a temperatura ambiente.

È una delle tante ricette che potrete trovare sul mio libro Torte rustiche gluten free.


Torte rustiche gluten free


venerdì 14 ottobre 2016

Polenta pasticciata senza glutine

Polenta pasticciata senza glutine

Domani è il compleanno di mio figlio e questo è uno dei suoi piatti più amati, quindi sicuramente fra oggi e domenica un bel piatto di polenta pasticciata al ragù non mancherà sulla nostra tavola.
È un piatto semplice e veloce, però, per venire buono davvero, richiede di usare della buona polenta  (ad esempio l'ottima polenta di Storo, oppure della polenta di mais ottofile, più saporita e rustica) ma soprattutto un buon ragù all'emiliana.
Le dosi proposte vanno bene per un primo, aumentandole un po' si può servire come piatto unico, facendolo seguire da un contorno, ad esempio qualche verdura invernale brasata o ripassata in padella (radicchio, coste, sedani, finocchi...).

Sul ragù in casa nostra si consuma un'eterna querelle. È più buono il mio o quello della mia mamma?
Pare che sia più buono quello della mia mamma, come è giusto che sia, visto che lei ha tutti i geni emiliani, mentre io solo metà. Però stiamo lavorando per migliorare.
Ad esempo questo non è che sia proprio una schifezza, eh...

Ragù alla bolognese senza glutine

Sono contenta che con questa ricetta riesco finalmente di nuovo a partecipare al 100% Gluten Free (Fri)Day!
 
La ricetta parte è stata pubblicata su Oggi cucino Free numero 9 di novembre 2015, rivista alla quale collaboro e sulla quale potrete trovare ogni tanto le mie ricette.

Polenta pasticciata senza glutine

Polenta pasticciata al ragù
Ingredienti 
(per 4 persone)   
Per la polenta
400 g farina di mais bramata per polenta (¶)
1,5 l di acqua
sale
Per il ragù 300 g di macinato di manzo
1 salsiccia (¶)
1 costa di sedano
1 carota
1 cipolla dorata
1 foglia di alloro
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
½ bicchiere di vino bianco
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
½ bottiglia di passata di pomodoro
2 cucchiai di latte
Per completare
40 g di burro
150 g di parmigiano reggiano

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Per prima cosa, meglio il giorno prima, preparate la polenta: mettete in una pentola l'acqua la farina per polenta con il sale, e versateci l'acqua a temperatura ambiente a filo, mescolando in continuazione. Rispetto al metodo tradizionale in cui si versa la farina a pioggia nell'acqua bollente questa procedura riduce il rischio di grumi.
Mettete la pentola sul fuoco e continuate a mescolare. Quando la farina avrà assorbito l'acqua e cominceranno a comparire le prime bolle si potrà smettere di mescolare in continuazione, basterà farlo ogni tanto. Da questo momento calcolate circa 40 minuti di cottura. All'ultimo unite una noce di burro, mescolate energicamente e spegnete il fuoco. Lasciate riposare qualche minuto quindi trasferite la polenta in uno stampo da pane in cassetta da 30 cm, precedentemente inumidito con acqua. Lasciate raffreddare completamente nello stampo, anche fino al giorno successivo.

Preparate il ragù (anche questo si può preparare in anticipo, anche congelare eventualmente): tritate fini la cipolla, la costa di sedano e la carota lavate e mondate, trasferiteli in una pentola con l'olio extravergine di oliva e fateli cuocere a fuoco basso senza bruciare, ma abbastanza a lungo perché siano completamente appassiti e morbidi (ci vorrà un quarto d'ora/venti minuti).
Versate quindi nella pentola la macinata e la salsiccia spellata, mescolate con il soffritto e schiacciate con una forchetta per impedire che si formino pezzi grossi. Fate cuocere, a fuoco medio venti minuti, finché è ben rosolato. Sfumate con il vino bianco, fatelo evaporare, quindi unite il concetrato, mescolate energicamente e fate insaporire qualche minuto, infine unite anche la passata di pomodoro e la foglia di alloro divisa a metà.
Fate riprendere il bollore, incoperchiate lasciando uno spiraglio e fate cuocere a fuoco molto basso un'ora e mezza o anche due, mescolando ogni tanto. Se dovesse asciugare troppo unite un mestolino di brodo, ma attenzione: si deve ottenere un ragù cremoso ma non brodoso!
All'ultimo aggiustate di sale, lasciate cuocere ancora qualche minuto quindi togliete dal fuoco e tenete da parte.

Imburrate una pirofila unica o quattro monoporzione.

Sformate la polenta e tagliatela a fette alte circa 1,5 cm. Mettete un primo strato ti polenta nella pirofilia, coprite con il ragù (dal quale avrete tolto le foglie d'alloro), qualche fiocchetto di burro, una generosa spolverata di parmigiano grattugiato, e continuate così alternando: uno strato di fette di polenta, uno strato di ragù, fiocchetti di burro e parmgiano grattugiato. Terminate con fiocchetti di burro e parmigiano.

Infornate nel forno preriscaldato a 180°C a metà altezza.

Cuocere per mezz'ora, quando sarà ben gratinato.

Togliere dal forno, lasciar riposare dieci minuti e servire, eventualmente cospargendo con altro parmigiano reggiano.

Polenta pasticciata senza glutine

%%%%%%%%%%%%%
Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.

domenica 25 settembre 2016

Gnocchi di patate senza glutine alle aromatiche e pinoli

Gnocchi di patate senza glutine

Seconda giro di giostra per Annarita  a questo MTChallenge n° 59!
Ci ha proposto gli gnocchi, una proposta facile, che si gioca sulla creatività e sulla tecnica.
Per me si gioca invece solo sul filo di lana, mese incasinatissimo e quindi partecipo per mettere la bandierina, una variante più nel nome che nella sostanza del banalissimo burro e salvia. Ma la bandierina ci sta, e ne ho approfittato per sperimentare una nuova farina senza glutine per pasta fresca, il preparato per pasta fresca all'uovo delle Selezioni di Fabio Iobbi, che ha funzionato perfettamente: ottima tenuta degli gnocchi, e sapore perfetto. In realtà Fabio avrebbe fatto anche un preparato specifico per gnocchi, ma non ce l'avevo e questo ha funzionato a dovere lo stesso.

Gnocchi di patate senza glutine

Per gli gnocchi ho seguito la ricetta di Annarita, che peraltro è la stessa che facccio solitamente io, ovvero no uovo. L'unica differenza è che solitamente io rigo con il retro di una grattugia, mentre qui si chiedeva di rigare con i rebbi di una forchetta. Per fare bingo ne ho pure rigati alcuni con il rigagnocchi, così li avevamo di tutti i tipi.
Una volta cotti non ho rilevato differenze.

Unica osservazione alla ricetta di Annarita: 600 g di patate per 4 persone sono totalmente insufficienti, ma questo perché noi siamo mangionissimi, di gnocchi a maggior ragione.

Gnocchi di patate senza glutine


Gnocchi alle aromatiche e pinoli
Ingredienti
per 4 (per me per 2 e 1/2) persone
600 g di patate farinose
180 g di preparato per pasta fresca all'uovo delle Selezioni di Fabio Iobbi
sale

Per condire: 
burro
salvia
rosmarino
timo
parmigiano reggiano grattugiato
pinoli

il tutto rigorosamente occhiometrico
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento

Citando pedissequamente Annarita...

Lavate le patate e mettetele intere e con la buccia a cuocere  in acqua fredda. Scegliere patate delle stesse dimensioni in modo da avere una cottura uniforme. Dopo circa 30/40 min (dipende dalla pezzatura) saranno pronte. Potete anche usare la pentola a pressione dimezzando i tempi.
Appena pronte scolatele e privatele della buccia. Passatele al passaverdure o allo schiacciapatate direttamente sul piano da lavoro. Allargare le patate schiacciate con un tarocco in modo da far uscire tutto il vapore residuo. A questo punto aggiungere il sale e la farina poco per volta e iniziare a impastare. E’ bene impastare il meno possibile altrimenti gli gnocchi diventeranno duri. La farina dovrebbe essere il 25% - 30% rispetto alle patate ma come dicevo sopra può dipendere da molti fattori. Meno farina richiedono le patate e meglio è, gli gnocchi saranno più morbidi.
Una volta formata una pagnotta tagliatene dei pezzi con i quali ricavare dei filoncini che allungherete con le mani, facendoli roteare sulla spianatoia fino allo spessore di circa 1.5 cm poi tagliateli in gnocchi di circa 2 cm. Passate ogni gnocco sui rebbi di una forchetta, esercitando una certa pressione farli scorrere dal basso verso l’alto oppure usare un riga gnocchi, in questo modo assumono la caratteristica rigatura e si formerà l’incavo che accoglierà il sugo.
Cuocerli subito in acqua bollente salata pochi alla volta, appena risalgono in superficie sono pronti per essere conditi.


Per il condimeto mettere qualche noce di burro in un pentolino a sciogliere, insieme a quattro foglie di salvia, gli aghetti di mezzo rametto di rosmarino, le fogliolino di un rametto di timo, il tutto tritato.
Tritate anceh una manciata abbondante di pinoli e fateli tostare in un padellino.
Quando gli gnocchi sono pronti metterli in una ciotola e condirli con il burro fuso aromatico, i pinoli tostati e abbondante parmigiano grattugiato al momento.
Abbondare con il condimento se no non sa di niente e ammappa. 


Con questa ricetta partecipo alla sfida n° 59 di maggio 2016 dell' MTC.
La ricetta originale di Annarita Rossi del blog Il bosco di alici


venerdì 29 gennaio 2016

Il ragù di casa mia

Ragù nalla bolognese senza glutine


In questi giorni fra compiti da correggere, voti da decidere, scrutini, tanto tempo non c'è, però l'appuntamento del  100% Gluten Free (Fri)Day non si può saltare.
Santifico il venerdì con una ricetta di base, un classico della mia mamma, così classico che i ragazzi sostengono che il suo -terribile onta!- è più buono del mio.
È in corso una divertente singolare tenzone, fra me e lei, nel merito, e devo dire che lei è sempre molto divertita all'idea che i ragazzi preferiscano un suo piatto ad uno mio, quando notoriamente la cuoca di casa sono io e non lei.
Tutto sta dipende dalla pazienza e dall'amore che si riesce a dedicare a questa preparazione: mia mamma è la donna più paziente del mondo, e quando all'amore, per i nipoti ovviamente è al massimo.
L'amore ce lo metto anch'io, ma quando a pazienza...

Ieri però ne ho fatto uno con tutti i crismi, che ha cotto tre ore e mezza (!!!) sul fuoco bassissimo, sobbolendo, o meglio pippiando lentamente, proprio come se fosse stato sul canto della cucina economica, e i risultati si sono visti. Mia figlia ha dichiarato che oggi era buono quasi come quello della nonna, e so che oltre questo punto non potrò mai andare.

Ma alla nonna non lo dirò, altrimenti potrebbe rimanerci male.

Questa è la ricetta di casa mia, di mia mamma, mia zia, mia nonna. Forse non è uguale a quella che si trova sui libri, o a quella codificata, perché il ragù, come molti altri piatti della tradizione, è diverso da famiglia a famiglia, o ogni sdaura lo fa a modo suo.

Qui c'è il soffritto, a base di cipolla, sedano e carota, la tradizione voleva il burro ma io uso l'olio extravergine di oliva, e poi c'è un ingrediente che potrebbe far storcere il naso a molti puristi, ovvero il concentrato di pomodoro. Però c'è poco da dire, ho provato molte volte, con i pomodori freschi, con i pelati, con la passata, ma se non ci si mette il concentrato di pomodoro il ragù non diventa saporito, dolce, denso e profumato come quello della mia mamma. E questo non lo dico io, ma i giudici implacabili che sono i miei figli.
In questa versione ho messo il concentrato, poi però ho aggiunto anche una bottiglia di passata di pomodoro di qualità.
Altri ingredienti che a mio avviso decretano quel profumo che sono abituata a riconoscere come di casa sono una foglia di alloro, due grani di ginepro e una spolverata (ma giusto un'idea) di noce moscata. E niente latte.
Non sarà quello doc, ma qui piace come nessun altro, quindi continuerò a farlo così. 

Si può utilizzare in molti modi: per condire la pasta (il massimo sono le classiche tagliatelle), per le lasagne, per fare dei crostini buonissimi, con il pane o con la polenta, per la polenta pasticciata, con i tortelli e gli gnocchi (di patate ma anche di zucca) e tutti gli altri piatti che vi può dettare la fantasia. 

Ragù nalla bolognese senza glutine

Ragù alla bolognese di casa mia

Ingredienti

400 g di macinato di manzo
200 g di macinato di suino (oppure due salsicce (¶))
330 g di passata di pomodoro di qualità 
triplo concentrato di pomodoro
1 carota
1 cipolla dorata media
1 costa di sedano
olio extravergine di oliva
1 foglia di alloro
2 bacche di ginepro
noce moscata
1/2 bicchiere di vino bianco

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento
Fare un battuto molto fine con la mezza cipolla, la carota e la costa di sedano. 
Metterlo in una casseruola con tre cucchiai d’olio extravergine di oliva e farlo appassire bene senza bruciare. 
Unire quindi le due macinate, mescolare bene per sgranarle e far rosolare ben bene, finché comincia ad attaccare (ma non deve bruciare!). A questo punto sfumare con il vino bianco; quindi unire quattro cucchiai di conserva di pomodoro, mescolare e lasciare sul fuoco per un po’, mescolando, per far sì che il tutto si insaporisca bene. 
Abbassare quindi la fiamma, versare la passata e acqua calda fino a coprire, unire le bacche di ginepro schiacciate e la foglia di allora, e lasciar solbollire a fuoco basso per almeno due ore e mezza/tre. Spolverare con un'idea di noce moscata, aggiustare di sale ed è pronto.
 

Con questa ricetta partecipo anche al 100% Gluten Free (fri)Day
una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living

lunedì 25 gennaio 2016

Pasta e fagioli della nonna Maria, ma senza glutine

Pasta e fagioli senza glutine

Non credevo che sarei riuscita a presentare una seconda zuppa per la 53-esima sfida. Il tempo non c'era, infatti sono davvero sul filo di lana, ma la sfida della  Vitto, era troppo nelle mie corde per non provarci di nuovo.
La prima proposta era una ricetta della regione che mi ha adottato.

Con la seconda andrò alle origini, alla pasta e fagioli di mia nonna Maria, emiliana doc.

Sono contenta che non fosse già sul blog, incredibilmente.

Mia nonna Maria era una donna mite, buona, molto concreta, di poche ciance e molta sostanza.
Una dei suo intercalari preferiti era "Menga fèr dal pugnàt!".

Cucinava benissimo i piatti della sua tradizione, con amore e cura infiniti.
Uno di questi piatti, quello più frequentemente riproposto, era pasta e fagioli.
Amava anzi ripetere che aveva tirato su i suoi figli e nipoti a pasta e fagioli, e in effetti quando andavo a trovarla, che si stesse lì due giorni o una settimana, un piatto di pasta e fagioli ci scappava sempre.
Mia mamma ne andava così matta che la mangiava anche fredda, per merenda!

Mia nonna non c'è più da oramai quasi trent'anni, ma la sua pasta e fagioli mi accompagna ancora adesso, e accompagnerà i miei figli.

Un filo rosso di ricette fatte con amore e pazienza... e poche ciance.


Pasta e fagioli senza glutine



Pasta e fagioli della nonna Maria
Ingredienti
(per otto persone)

Per il passato di fagioli
  • 500 g di fagioli borlotti secchi
  • 4 patate
  • 1 spicchio d'aglio
  • prezzemolo 
  • concentrato di pomodoro
  • strutto o olio extravergine di oliva
  • sale e pepe
  • parmigiano Reggiano 
 Per i maltagliati
  • 200 g di farina per pasta fresca Revolution (¶) 
  • 2 uova
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento
Sciacquate i borlotti e ammollateli per una notte in acqua.
La mattina dopo scolateli e metteteli in una pentola in abbondante acqua. Unite uno spicchio d'aglio, un rametto di salvia, e fate cuocere per un'ora abbondante. A questo punto unite anche tre o quattro patate sbucciate e tagliate a pezzettoni, e continuate la cottura per un'altra oretta.
Togliete un paio di mestoli di fagioli e passate il resto al passaverdure (si può usare anche il minipimer ma il passaverdure è meglio, trattiene un po' di bucce dei fagioli e si ottiene un risultato più cremoso).
Nel frattempo preparate un soffrittino con lo spicchio d'aglio tritato, una manciata abbondante di prezzemolo anch'esso tritato, due o tre cucchiai di concentrato di pomodoro e un paio di cucchiai di strutto (o olio extravergine di oliva).
Fate cuocere qualche minuto in un padellino finché si amalgama bene ed emana un buon profumo di aglio cotto (ma non bruciato!). Unite un mestolo di passato di fagioli, mescolate bene versate il soffrittino nella pentola con il passato di fagioli e patate, aggiustate di sale e di pepe e fate cuocere un'altra oretta. All'ultimo unite i fagioli tenuti da parte.
Pasta e fagioli senza glutine

Nel frattempo preparate i maltagliati: 
fate la fontana sulla spianatoia con la farina, mettete nel mezzo le uova sbattute e cominciate ad amalgamare le uova con la farina prendendola dai bordi. Inizialmente usate una forchetta, poi continuate con le mani, sempre ben infarinate. Impastate fino ad ottenere una palla abbastanza elastica ma dura. Eventualmente fosse troppo morbido unite un po' di farina, fosse troppo sodo un gocciolino di acqua.
Fate riposare la pasta mezz'ora coperta.
Stendetela la pasta non troppo sottile con il mattarello, e ritagliate delle losanghe più lunghe che larghe. 
Mettetele su un vassoio leggermente infarinati, affinché non attacchino.

Maltagliati senza glutine


Quando state per andare in tavola, versate i mantagliati nella pentola con  il passato di fagioli, in leggera ebollizione.
Fate cuocere qualche minuto, dovranno essere cotti a puntino. 
Lasciate riposare qualche minuti, quindi servite, spolverando a piacere con parmigiano reggiano grattugiato al momento. 

Come tutte le minestre, il giorno dopo sono buonissimi.  


Con questa ricetta partecipo alla sfida n° 53 di gennaio 2016 dell' MTC.
La ricetta originale di Vittoria Traversa del blog La cucina piccolina




mercoledì 13 gennaio 2016

Scacciagatti garfagnini naturalmente senza glutine

Scacciagatti garfagnini

E siamo alla 53-esima sfida. Una sfida bellissima, alla quale partecipo con grande gioia, perché proprio adatta a me. Se riesco, farò più di una ricetta. Magari un vero minestrone, come quello bellissimo proposto dalla Vitto, o una zuppa di legumi e cereali, come la sua meravigliosa mesc-ciua.
Però comincio così, con una ricetta di montagna della regione che mi ha adottato.

Non farò la furba. Io questa ricetta l'ho già pubblicata. Pure su Piattoforte. Ma mi sembra così nelle corde di questa sfida, e così nelle corde mie, che ho deciso lo ripubblicarla, rifacendola ovviamente (e infatti le foto sono nuove, e ho pure cambiato un ingrediente) per partecipare a questa sfida.
Non è una ricetta innovativa, non è una ricetta creativa, non ci sono ingredienti strani, tecniche stratosferiche, niente di tutto ciò.
È una ricetta di quelle che piacciono a me: naturalmente senza glutine, regionale, montanara.
Poi ci sono alcuni fra i miei ingredienti preferiti: la farina da polenta, il cavolo nero, i fagioli, il lardo. 
Insomma, nessun volo pindarico, nessun salto di fantasia, ma una sobrietà e un rispetto del cibo, degli ingredienti, della vita, che vorrei diventasse una cifra distintiva del mio modo di cucinare, e che dovrebbe essere cifra distintiva della vita.

Mi guardo interno. Vedo il sole malato di Delhi, Singapore immersa nell'haze, i ghiacciai del Brenta che sono oramai quasi solo un ricordo, la morte del Rio Doce in Brasile. Mi domando che cosa cazzo stiamo facendo.
Moltissimo male, pochissimo bene, quasi niente.
Ma c'è ancora chi dice che questo è il migliore dei mondi possibili. Certo, non si muore quasi più di appendicite. Si vive più a lungo. Quasi tutti i bambini vanno a scuola, e abbiamo la pensione la TV e l'iPhone. Prima di tutto CHI non muore più di appendicite? QUALI bambini vanno a scuola? CHI ha la pensione? Sempre pezzo di mondo che specula sugli altri, che non mi sembra in questo momento storico se la passino poi così bene. In fondo chissenefrega, le conseguenze più gravi adesso sono altrove e da noi arriveranno quando saremo morti.
Toccheranno i nostri figli, probabilmente, ma in fondo ogni generazione, su larga scala, se n'è sempre fregata del destino di figli, nipoti e vicini di casa.
Penso che invece, su larga scala, si starebbe tutti meglio se mangiassimo più scacciagatti e meno bistecche, in generale se mangiassimo a un pasto solo gli scacciagatti e magari qualche insalata di campo: pranzo completo, ricco di cereali, proteine e verdure.
Penso che se fossimo meno consumisti saremmo tutti più felici, e ci sarebbero più risorse per tante cose. 

Il bello degli scacciagatti è che permettono di ridurre anche gli sprechi, perché se avanzano diventano solidi, e li puoi friggere o cuocere sulla cucina economica, e sono quasi più buoni il giorno dopo fatti in questo modo che la sera prima.

Rispetto alla ricetta originale ho fatto alcune modifiche, alcune obbligate altre per scelta, ovvero ho usato:
- la farina di Storo invece di quella di formenton ottofile tipica della Garfagnana, perché non sono riuscita a trovare quest'ultima certificata senza glutine;
- i fagioli cannellini al posto dei borlotti perché ne avevo in casa di buonissimi, biologici, toscani.

Non ci trovo niente di eretico nel cambiare un ingrediente rispetto ad una ricetta della tradizione. Ce la vedreste voi la contadina della Garfagnana che ha finito i borlotti, ha dei cannellini e decide di non fare più gli scacciagatti perché non seguirebbe il disciplinare?
Io anche di questa filologia fine a se stessa che attanaglia il mondo dei food-blogger mi sono rotta le scatole, perché va bene rispettare la tradizione, riscoprire gli ingredienti perduti, ma quando tutto questo diventa una forzatura, no, non ci sto più.

Cavolo nero, cipolle, carote e olio vengono da Giovanni, il pusher di verdure del mio GAS, che le coltiva a Vaglia, a pochi km da Firenze.


Scacciagatti garfagnini


Scacciagatti garfagnini
Ingredienti
(per quattro persone)
  • 300 g fagioli cannellini secchi
  • 1 cespo di cavolo nero
  • 350 g farina da polenta bramata (io di Storo) (¶)
  • 1 carota
  • 1 costa di sedano
  • 100 g di lardo di Colonnata in fette spesse (¶) (Il lardo di Colonnata IGP è garantito senza glutine, quale che sia il produttore, in quanto il disciplinare esclude contaminazioni con glutine)
  • 1 cipolla
  • olio extravergine di oliva
  • sale
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

    Procedimento
    Ammollate i cannellini per una notte.
    Fate un soffritto in abbondante olio extravergine di oliva con mezza carota, la costa di sedano e mezza cipolla e il lardo tritato sottile. 

    Quando ha sudato  unite i fagioli ammollati, l’altra mezza carota e l’altra mezza cipolla tagliate, ed il cavolo nero, precedentemente lavato e tagliato a striscioline sottili, fate insaporire un po', quindi versateci 2,3 litri di acqua, salata, fate prendere il bollore, quindi fate sobbollire a fuoco basso per un'ora.
    Dopo un'ora, versate la farina da polenta a pioggia, mescolando con una frusta. Se dovesse risultare troppo denso, aggiungete altra acqua calda, un mestolo alla volta. e poi cuocere per 40 minuti rimestando continuamente con l’apposito mestolo da polenta. 
    Deve venire una farinata densa. Una volta pronta, versatela nei piatti, cospargetela con un filo d’olio extravergine di oliva e lasciatela riposare finché di rapprende leggermente e “fa il velo”. 

    Sono squisiti anche il giorno dopo quando si saranno rappresi e li potrete tagliare a fette e cuocere sulla brace o friggere.  


    Con questa ricetta partecipo alla sfida n° 53 di gennaio 2016 dell' MTC.
    La ricetta originale di Vittoria Traversa del blog La cucina piccolina




    lunedì 15 giugno 2015

    Insalata estiva di quinoa

    insalata estiva di quinoa


    Scrutini finiti. Ultimo scrutinio ieri pomeriggio sul tardi, di sabato.
    Mi è pure andata bene, c'è chi è stato a scuola fino a mezzanotte.

    E comunque, molto amaro in bocca.
    Non mi è per niente piaciuto come sono andate le cose. Vedi post precedente.
     

    Adesso si va verso l'estate, se non mi convocano in camera caritatis per l'esame di stato. Preferirei sinceramente di no, vista l'annata assai impegnativa.
    Sono in servizio fino al 30, ci saranno alcuni impegni ma non così pressanti come nell'ultima settimana.

    La settimana prossima la mia grande fa l'esame di terza media, e vorrei essere più presente per sostenerla un po'. La vedo crescere a vista d'occhio, suo malgrado e forse anche un po' mio malgrado. Piccoli segnali, impercettibili. Capita che non mi chieda più il bacio della buonanotte. Non sempre, ogni tanto. È anche bello. Quello sguardo ironico, quando mi prende in giro, lascia intuire una separazione che sarebbe l'ora che avvenisse, a quasi 14 anni.  Devo mollare la cima, non è facile per me. La vedo sempre così piccola, forse fragile, mentre in realtà non è così fragile come sembra. Come disse una sua insegnante tempo fa "Non vorrei averla per nemica". Anch'io non vorrei proprio averla per nemica, quindi sarà bene che trovi la tonalità giusta delle nostre relazioni, e anche in fretta, altrimenti nei prossimi anni saran dolori...

    Affaticata da queste ultime massacranti settimane, vi lascio con un'insalata veloce ma non per questo meno buona. È pure vegana e senza rischi di contaminazione, cosa volete di più?
    Qui siamo tutti amanti della quinoa, una recente scoperta molto molto piacevole.


    insalata estiva di quinoa


    Insalata estiva di quinoa
    Ingredienti
    • 200 g di quinoa
    • 420 ml di acqua
    • 1 cipolla di Tropea
    • 1 peperone rosso
    • 4 zucchine chiare
    • timo 
    • basilico
    • olio
    • sale
    Preparazione
    Mettete la quinoa in un setaccio a maglie fini e lavatela a lungo sotto l'acqua corrente, per farle rilasciare il retrogusto amaro che ha il rivestimento esterno.
    Scolatela bene, e mettetela in una pentola con una presa abbondante di sale e 420 ml di acqua fredda. Mettetela sul fuoco brillante, quando ha preso il bollore riducete la fiamma al minimo, incoperchiate e cuocete per 15 minuti circa. Deve assorbire tutto il liquido.
    Quando l'acqua è assorbita completamente, spegnere il fuoco, mettere un tovagliolo pulito fra la pentola e il coperchio e lasciate riposare per cinque minuti, quindi potrete utilizzarla.
    Mondate e tagliate al velo la cipolla, e fatela stufare a fuoco vivo in un wok con tre cucchiai d'olio.
    Pulite e tagliate a pezzettini il peperone, unitelo alla cipolla quando si è ammorbidita e per ultime unite le zucchine a dadini.
    Lasciate cuocere a fuoco vivo mescolando affinché non bruci. Quando le verdure si sono un po' ammorbidite salate, unite le foglioline di tre rametti di timo e qualche foglia di basilico, e continuate a cuocere per cinque minuti incoperchiato, abbassando il fuoco.
    Versate la quinoa nella padella, unite un altro cucchiaio d'olio, mescolate e insaporite per un paio di minuti e servite. È buono anche freddo.


    lunedì 18 maggio 2015

    Spaghetti senza glutine alla tunisina

    Spaghetti alla tunisina

    E questo mese abbiamo gli spaghetti al pomodoro. Casca proprio a fagiolo: io a maggio, fra consigli di classe, collegi, riunioni di Dipartimento, relazioni finali, migliaia di compiti da correggere, più che gli spaghetti al pomodoro non riesco a fare. Però a pensarci bene è un bel casino. Che ci si può inventare che sia in tema, originale, innovativo ma sensato? Soprattutto quando uno ha la testa da tutt'altra parte.
    Poi arriva una giornata magica come oggi. Che il marito e il figlio sono fuori tutto il giorno, e resto a casa con mia figlia, lei a studiare per l'esame di terza media, io a correggere compiti.

    E penso alle mie origini, a quando bambina microscopica ho vissuto in Tunisia. Niente mi ricordo della Tunisia, e tutto quel che so di quell'anno lo so dai racconti dei miei genitori, e dalle foto.
    Non ci sono più tornata. Mio padre spesso racconta. Ultimamente più spesso, come fanno i vecchi a cui piace ritornare a quando erano giovani. E spesso mi racconta di pranzi e cene. E piatti. Ad esempio la chakschouka, e ad esempio la mechouia.

    E da queste rimembranze, sono venuti fuori questi spaghetti eretici, così eretici che probabilmente saranno fuori concorso, ma la prenderò con filosofia.


    Pomodori

    Ma veniamo ai piatti che mi hanno ispirato.

    Chakchouka: una simil peperonata molto piccante (nella cucina tuinisna e maghrebina in genere è ubiqua l'harissa) nella quale viene fatto cuocere un uovo. Si mangia quando l'albume si è rappreso, mentre il tuorlo dovrebbe restare fluido, e rinfrescante dagli ardori del piccante.
    Quindi ricordiamoci: peperoni, pomodori, cipolle, aglio, harissa. E uova.
     
    Mechouia: insalata a base di peperoni arrosto, pomodori arrosto, cipolle arrosto. Servita fredda, talvolta accompagnata da uova.

    Gli spaghetti al pomodoro di Fabio Picchi, chef fiorentino che ha colonizzato la zona del mercato dietro casa mia, a cominciare dai suoi storici ristoranti, il Cibreo e il Cibreo dei poveri, che c'erano già negli anni '80, e dove nel corso degli anni ha aperto un bar sfizioso, e soprattutto il Teatro del Sale, davvero un bel locale, se non fosse che è totalmente off limits per i celiaci.
    Perché il Picchi dopo aver eliminato la pasta dai suoi ristoranti per anni, adesso, nelle cene al Teatro del Sale, propone sempre la pasta con il suo sugo di pomodoro, nel quale, molto ereticamente, è prevista l'aggiunta di un tuorlo a crudo.

    Si capisce dove sono andata a parare, vero?

    Spaghetti alla tunisina



    Spaghetti alla tunisina
    Ingredienti
    (per quattro persone)
    • 320 g di spaghetti  (io Garofalo) (¶)
    • 700 g di pomodori datterini
    • 1 peperone giallo
    • 1 peperone rosso 
    • 1 cipolla rossa
    • 2 spicchi d'aglio
    • 1 cucchiaio di harissa (¶)
    • basilico 
    • 2 tuorli d'uovo
    • olio extra-vergine di oliva
    • sale
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o presentare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.   

    Procedimento
    Mondate i peperoni e tagliateli a falde, quindi arrostiteli sulla gratella del pane, dal lato della buccia, a fuoco vivace. Assolutamente non nel forno, perché voglio una cottura veloce, per togliere la buccia, conferire un saporino un po' bruciaticcio ma mantenendo la consistenza croccante del peperone crudo.
    Via via che sono arrostiti, cioè la buccia è ben bruciacchiata, metteteli in un sacchetto di plastica, finché li avete finiti. Lasciateli un po' lì, e quando sono intiepiditi togliete la pellicina. Metteteli da parte.
    Arrostite sulla griglia la cipolla tagliata a fette di 1/2 cm di spessore, girandola da entrambe le parti. Deve venire abbrustolita, ma non morbida.
    Tagliate la cipolla e i peperoni a mirepoix. Non vi provate ad usare il mixer se no tutta l'attenzione per avere consistenze croccanti va a farsi benedire.
     
    Mettete sul fuoco una pentola grande con abbondante acqua.
    In una padella anti-aderente mettete quattro cucchiai di olio e due spicchi d'aglio in camicia. Quando l'olio si è scaldato unite l'harissa, mescolate bene quindi unite anche i datterini divisi in due/quattro a seconda delle dimensioni. Fate cuocere a fuoco vivace, finché i pomodori cominciano a disfarsi, a questo punto unite la mirepoix di cipolla e peperoni e qualche foglia di basilico. Gli spicchi d'aglio si saranno nel frattempo ammorbiditi, togliete la camica e spiaccicateli con la forchetta.
    Quando l'acqua bolle salatela e versate gli spaghetti. Attenzione con gli spaghetti senza glutine, vanno mescolati perché tendono ad attaccare agli estremi.
    Sbattere leggermente le uova.

    Quando la pasta è cotta al dente, scolatela e rimettetela nella padella dove c'è il sugo, unendo eventualmente un mestolino dell'acqua di cottura se fosse troppo asciutto, mescolate bene quindi versateci sopra le uova sbattute e girate molto rapidamente, in modo da evitare di far rapprendere i tuorli ma ottenendo una cremina. È pronta.

    NOTA SULL'HARISSA
    L'harissa può essere fatta anche in casa, è sostanzialmente un pesto a base di peperoncini. Ma io l'ho comprata, ho comprato L'Harissa du Cap Bon che è la marca più facilmente reperibile da noi.
    E con le contaminazioni, come la mettiamo?
    Dato che non c'erano indicazioni in merito, ho scritto direttamente al servizio clienti della ditta produttrice, che così mi ha risposto


    Bonjour,
    Cher consommateur,
    Nous vous rassurons que dans notre produit conserve d'harissa sous la marque commerciale  "LE PHARE DU CAP BON" il n'y a le risque de contamination croisée avec du gluten.
    sincères salutations

    RESPONSABLE SECURITE DES DENREES ALIMENTAIRES
    OMRI EZZEDDINE
    Una risposta così precisa nel merito mi ha indotto a fidarmi. Speriamo bene.


    Spaghetti alla tunisina



    Con questa ricetta partecipo alla sfida n° 48 di maggio 2015 dell' MTC.
    La ricetta originale di Paola Sabino del blog Fairies' Kitchen


    E oggi volendo c'è anche un dolce un po' esotico, ma fresco lo trovate sullo Starbooksblog

     
    mango frozen yogurt 2

    sabato 17 maggio 2014

    Casarecce con pesto eoliano, un piatto salutare

    pasta al pesto eoliano

    Oggi è l'ultimo giorno della bellissima raccolta della Fornostar sulle mandorle.
    Ho già presentato una ricetta dolce, e visto lo scarso tempo, pensavo di non riuscire a partecipare in altro modo.
    Poi ieri leggo proprio da Stefania la ricetta della pasta con pesto alla trapanese. Che dev'essere squisita peraltro. E mi viene l'illuminazione!
    Io una ricetta semplice, veloce, da tutti i giorni con le mandorle ce l'ho.
    Il pesto eoliano!!! Che stupida che sono!
    Era una delle ricette che avevo preparato per Pasta Garofalo, e i suoi formati gluten free. Mi fa piacere ricordarlo, perché la pasta senza glutine Garofalo è buona, e adesso che sul mercato del senza glutine stanno entrando a pieni giunti tutti i giganti, è bene ricordare che esistono alternative ben più valide dei soliti noti....
    Fra l'altro, visto il mood salutista del momento, mi sembra una ricetta adatta: pasta, pomodori, aromatiche, mandorle e pinoli, con il loro concentrato di Omega3.

    Insomma, cerchiamo di mangiare meglio.

    E sorvoliamo sul fatto che ho appena tolto dal forno una torta... Beate contraddizioni!


    Casarecce con pesto eoliano
    Ingredienti 
    Per quattro persone
    •  320 g di caserecce (¶)
    • 2 cucchiai di mandorle
    • 2 cucchiai di pinoli
    • 1 spicchio d'aglio
    • 10 foglie di basilico
    • 10 foglie di menta
    • 200 g di pomodorini maturi
    • 1 pezzetto di peperoncino fresco
    • 3 cucchiai di olio extra-vergine di oliva
    • sale
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

    Preparazione
    Sbucciare i pomodori, eventualmente tuffandoli per qualche secondo nell'acqua bollente (con i pomodorini piccoli non è necessario, se sono maturi la pelle viene via benissimo anche a freddo) e privarli dei semi.

    Mettere nel mixer le mandorle, i pinoli, le foglie di menta e basilico pulite ed asciugate, il pezzetto di peperoncino e lo spicchio d'aglio. Far andare a intermittenza, finché il tutto non si è completamente polverizzato.

    Aggiungere i pomodorini tagliati a metà e l'olio. Accendere nuovamente il mixer, fino ad ottenere un composto cremoso. Aggiustare di sale.

    Mettere tre cucchiai di pesto nella scodella in cui si condirà la pasta.

    Nel frattempo cuocere le caserecce al dente, scolarle, versarle nella ciotola, ed aggiungere altro pesto, a piacere.

    Servire subito.

    Con questa ricetta partecipo al contest Per un pugno di mandorle


    Questa ricetta è stata realizzata per il progetto Il gusto è un diritto

    lunedì 10 febbraio 2014

    Strudel verde senza glutine, quello di casa

    Strudel verde

    La sfida di questo mese dell'MTC è forse quella che più mi piace fra tutte.
    Ringrazio di cuore Mari-Lasagnapazza per aver scelto questo tema, che è davvero  nelle mie corde emotive e culinarie.
    È sullo strudel, sia quello dolce che quello salato. Si può scegliere.
    Li farò tutti i e due, ma comincio da quello salato, perché oggi era domenica, c'erano a pranzo i nonni, e ho voluto fare un vero pranzo della domenica che cominciasse proprio con una delle ricette che faceva la mia mamma quando voleva fare una bella figura, lo strudel verde.
    Questo strudel oggi unisce con un filo rosso tre generazioni, e probabilmente molte altre che si perdono nella notte dei tempi: io, mia madre e mia nonna. Che però non è la mamma di mia mamma, ma sua suocera.
    Dovete sapere che io sono per parte di madre emiliana e per parte di padre trentina. Si capisce quindi come mai questo piatto sia così nelle mie corde: in Trentino, con la sua cucina che così tanto deve alla tradizione austro-ungarica, lo strudel è un rito, una certezza, una religione.
    Mia nonna faceva anche lo strudel in versione salata, che davvero somiglia molto a quello di Mari.
    Unica differenza: la presenza degli spinaci, che sono piuttosto ricorrenti nella cucina trentina.

    Mia mamma invece non ha mai amato cucinare. Per generazione, per attitudine e per ideologia è di quelle donne che ha ritenuto cucinare una catena, e se n'è affrancata appena ha potuto.
    Non che mi abbia fatto mancare niente, anzi, a casa nostra, come in tutte le case di allora, si mangiava primo-secondo e due contorni tutti i giorni, a pranzo e a cena, ma non le piaceva, non ci si divertiva, e badava al sodo.
    Erano gli anni dei surgelati, dei dadi da brodo, dei formaggini, della margarina, tutti simboli di modernità in cui mia madre si è gettata a capofitto.
    Tanto per dire, adesso che non ha più una figlia da tirare su, e vive con un marito con il quale spesso ha parecchio da ridire, i 4salti-in-padella si sprecano, e pure quelle orribili minestre del banco frigo che io non riesco nemmeno ad annusare, figuriamoci a mangiare.

    Però mia mamma è emiliana. E ci sono cose che ha respirato fin da piccola. Una di queste, la pasta fatta in casa. Mia nonna, mia zia, le loro cugine, erano di quelle che tiravano una sfoglia di ennemila uova a mano senza fare un plissé. Io me le ricordo, quelle sfoglie che sembravano tovaglie da 12, dalle quali uscivano magicamente tortellini, lasagne, tagliatelle, grattini...
    Mia mamma, anche se non ama cucinare, sa tirare la sfoglia, e sa fare pure i tortellini...
    Così quando si è trovata in casa di sua suocera, e ha visto questo strudel verde non poteva non farlo suo.
    E l'ha fatto così suo che ha cambiato pure il condimento.
    Il sugo di pomodoro era una di quelle cose che mia nonna, pure cuoca raffinata, faceva malissimo. Non faceva parte della sua cultura.
    Se a Napoli il piatto quotidiano sono gli spaghetti col pomodoro, a casa di mia nonna era la polenta, o un risotto. Se pasta doveva essere, erano i tagliolini col vedel (il sugo d'arrosto).
    Il sugo di pomodoro no, era pessimo. Acquoso, lungo, insipido, e -orrore!- con il burro...
    Quello di mia mamma no, è buono. Mio figlio sostiene che nessuno fa il sugo di pomodoro meglio della nonna.
    Eppure non ci mette niente: i pomodori freschi d'estate, i pelati d'inverno, olio, qualche foglia di basilico.
    Lo cuoce a lungo, quello sì, piano piano, in una pentola, non in padella come facciamo spesso noi per fare prima, e le viene un sughetto saporito e per niente acidulo, senza metterci strane diavolerie tipo lo zucchero, senza pezzi interi perché si sono sfatti nel cuocere, non perché usi la passata -giammai!-.
    Insomma, un sapore fresco e saporito, tondo e dolce.
    Così mia mamma ha sostituito il burro fuso e parmigiano con cui la nonna Carmela condiva lo strudel verde con il suo semplicissimo sughetto di pomodoro. E ci sta d'incanto. È pure tricolore...
    E lo strudel verde con il sugo di pomodoro, senza tante elaborazioni esotiche, è quello che vi propongo.
    Anche l'impiattamento è semplice, niente gocce di pomodoro artisticamente sparse sul piatto, niente foglioline di basilico a latere. Niente di niente.
    Lo strudel verde della mamma e della nonna come il pranzo della domenica vuole.
    E scusate se è poco.
    (anche le foto fanno abbastanza schifo, sembrano quelle di una rivista di cucina degli anni '60, non so se avete presente, ma mi vanno bene così)

    Commento di mio figlio: "Mamma, ma dovevi aspettare 10 anni prima di farmi assaggiare questa meraviglia? Ora me lo rifai tutti i giorni per un mese!!"

    Strudel verde

    Strudel verde

     Ingredienti
    Per la sfoglia
    Per la farcia
    • 600 g di spinaci
    • 250 g di ricotta
    • 100 g di grana trentino 
    • 1 uovo
    • noce moscata
    • pepe
    • sale
    Per il sugo
    • 1 barattolo grande di pelati
    • olio extravergine di oliva
    • basilico fresco 
    • sale
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

    Preparazione
    Preparare la sfoglia
    Fare la fontana con la farina. Sbattere l'uovo e mettere nel mezzo alla fontana, e, con una forchetta, cominciare a raccogliere la farina dall'interno della fontana amalgamandola all'uovo sbattuto. Aggiungere quindi l'acqua tiepida, e procedere allo stesso modo. Quando la farina avrà tirato tutto l'uovo e tutta l'acqua, cominciare ad impastare a mano, sulla spianatoia leggermente infarinata: inizialmente l'impasto sarà appiccicoso, poi diventerà sempre più asciutto e, per quanto possibile in assenza di glutine, elastico.
    Fare la palla e far riposare almeno una mezzoretta in un sacchetto di plastica.

    Preparare la farcia
    Mondare e lessare gli spinaci e lessarli in poca acqua. Scolarli, strizzarli facendo perdere loro più acqua possibile e farli raffreddare. Quando sono freddi, tritarli a coltello.
    Setacciare la ricotta in un recipiente, ammorbidirla con una forchetta, aggiungere gli spinaci tritati, l'uovo sbattuto, il grana grattugiato, una spolverata di pepe e noce moscata e aggiustare di sale.
    Tenere da parte.

    Strudel verde

    Preparare il sugo
    Mettere in una pentola un po' d'olio sul fondo e i pelati (in questa stagione, altrimenti d'estate usare pomodori rossi da sugo brevemente sbollentati per toglier loro la buccia), grossolamente tagliuzzati. Salare e far cuocere molto lentamente, mescolando spesso, fino a che i pomodori non si sono sfatti completamente e il sugo è diventato bello denso e con un sapore rotondo. Qualche minuto prima di spegnere il fuoco aggiungere le foglie di basilico.

    Stendere la sfoglia
    Prima di cominciare a stendere la sfoglia mettere a bollire sul fuoco una pentola abbastanza larga e che possa contenere comodamente lo strudel (io ho usato, come fa sempre mia mamma, una pesciera).
    Disporre sulla spianatoia un tovagliolo grande pulito di cotone bianco (lavato con sapone neutro e ben sciacquato) e infarinarlo. Prendere l’impasto e cominciate ad appiattirlo con le mani sopra al tovagliolo, quindi tirarlo con un mattarello.
    La sfoglia che non dovrà essere sottile come quella preparata per lo strudel dolce.

    Strudel verde

    Il risultato finale sarà essere una sfoglia comunque rettangolare circa 30 X 40.
    Stendere la farcia su tutta la superficie della sfoglia lasciando liberi circa due centimetri lungo il bordo. Cominciare a sollevare la sfoglia per arrotolarla sul ripieno, aiutandosi con il tovagliolo.
    Fare fare un paio di giri, quindi ripiegate anche i due lembi esterni e continuate ad arrotolare fino alla fine. Avvolgere il rotolo così ottenuto nel tovagliolo senza lasciare vuoti e chiudere, con uno spago da cucina, i due lembi esterni; fare due giri di spago anche lungo il rotolo.

    Strudel verde

    Salare l’acqua bollente e adagiarvi delicatamente lo strudel avvolto nel tovagliolo.
    Cuocere a fuoco medio (deve sobbollire senza violenza) per 45 minuti abbondanti, quindi togliere lo strudel dall’acqua e togliere il tovagliolo.
    Tagliare il rotolo a fette spesse circa 1,5 cm leggermente oblique, disponerle nel piatto da portata, irrorarle di sugo, che comunque andrà messo in dosi non massicce e verrà portato a parte in tavola, per permettere ai commensali di scegliere quando "sugoso" deve essere lo strudel.

    Lo strudel verde deve essere mangiato subito, non può aspettare, altrimenti rinsecchisce, la farcia si ritira e non fa più lo stesso effetto. Se si guarda con attenzione la seconda foto, quella prima degli ingredienti, si vede cosa può succedere ad aspettare: la foto è stata scattata un po' dopo pranzo, con un paio di fette tenute da parte all'uopo, e si può notare che la farcia si è già cominciata a ritirare. Se invece si guarda la foto qui sotto, o quella che apre il post, questo effetto non c'è assolutamente, e la farcia è ben aderente alla sfoglia.

    Strudel verde



    Con questa ricetta partecipo alla sfida di febbraio 2014 dell' MTC.
    La ricetta originale di Mari del blog Lasagnapazza

    MTC di febbraio 2014

    venerdì 7 febbraio 2014

    Lasagne senza glutine con besciamella all'olio extra-vergine e fluidi non newtoniani



    Ricetta semplice, ma divertente, con i suoi colori allegri e sgargianti.

    Semplici lasagne di pasta all'uovo fatta in casa (ma tirata con l'Imperia) farcite con zucca saltata, besciamella e parmigiano.

    Un piatto che può andar bene per tutti i giorni, ma anche ad una cena fra amici

    Il costo è abbastanza contenuto, e questo non è irrilevante di questi tempi bui.

    La pasta all'uovo senza glutine necessita di un quantitativo maggiore di uova rispetto alla pasta all'uovo fatta con farina glutinosa. Il classico rapporto 1 uovo / 100 g di farina non è sufficiente, per cui per queste lasagne, per le quali ho tirato 300 g di farina, ho usato 4 uova + 1 tuorlo.

    La cosa veramente (per me) nuova è stata la besciamella all'olio: nella ricetta tradizionale ho eliminato il burro, e ho aggiunto un paio di cucchiai d'olio a fine cottura, a freddo. Il risultato di questo esperimento mi ha soddisfatto molto, e credo che lo riproporrò anche le prossime volte: il sapore non ne risente, anzi!, e sicuramente ci si guadagna in salute.

    Fluidi non newtoniani e gelificazione degli amidi
    Una curiosità sulla preparazione della besciamella: mescolando a freddo amido di mais e latte si ottiene un fluido non newtoniano quindi mescolandola si prova una strana sensazione, perché oppone una notevole resistenza. Se si mescola veloce. Perché non opponga resistenza va mescolato piano.
    Per saperne di più guardate questo video (interessante per noi dal minuto 3:57 in poi). Peraltro il Cassi è uno splendido esempio di fisico prestato all'alta cucina, come testimonia il suo blog Il Gastronomo Scientifico


    Quando si scalda la miscela maizena-latte subisce una transizione sol-gel, intorno a 85 °C, l'amido gelifica e il comportamento da fluido non newtoniano non si presenta più.
    Altra segnalazione significativa: proprio perché gli amidi gelificano, per evitare di ottenere i grumi bisogna sciogliere l'amido in un po' di liquido freddo  e portare la miscela ad alta temperatura solo in un secondo momento.
    Questo in aperta contraddizione con la buona vecchia tradizione di versare il latte sulla besciamella a caldo.
    Citando un altro scienziato prestato alla cucina, Bressanini, che ha scritto l'interessante articolo Sui grumi della farina e dell'amido:
    Non abbiate paura di provare un procedimento nuovo: gli esperimenti, oltre che necessari per l’avanzamento della “scienza culinaria”, sono spesso anche divertenti da effettuare e si impara sempre qualche cosa di nuovo.

    Lasagne senza glutine con zucca e besciamella all'extra-vergine
    Ingredienti
    Lasagne

    • 125 g di amido di mais  (¶)
    • 50 g di amido di tapioca (¶)
    • 75 g di fecola di patate (¶)
    • 50 g di farina di riso (¶)
    • 5 g di xanthano    
    • 4 uova +  1 tuorlo
    • un pizzico di sale
    Besciamella all'olio extra-vergine
    • 500 g di latte
    • 50 g di amido di mais (¶)
    • sale, pepe
    • noce moscata
    • olio extra-vergine di oliva
    Finitura
    • 600 g di zucca
    • 1 cipolla media 
    • olio extra-vergine 
    • 1 rametto di timo
    • sale, pepe
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o riportare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE.

    Preparazione
    Pasta fresca
    Fare la fontana con la farina e mettere nel mezzo le uova leggermente sbattute. Non tutte! Io ho cominciato con tre uova, il quarto l'ho aggiunto dopo.
    Impastare a lungo, con forza, fino ad ottenere una consistenza il più possibile elastica, quindi mettere la palla di impasto in un sacchetto di plastica, per evitare che secchi durante la lavorazione.
    Per tirare la sfoglia ho usato la macchinetta, quindi ho via via prelevato dei pezzetti di impasto che ho tirato fino alla penultima tacca della macchinetta.
    Per una teglia di lasagne per quattro persone, questa quantità è forse eccessiva, ma se avanza un po' di pasta ci si possono fare tagliatelle.


    Besciamella all'olio extra-vergine
    Sciogliere la maizena con un po' di latte, quindi aggiungere via via tutto il latte e mettere sul fuoco basso, mescolando spesso. Quando raggiungerà la temperatura di circa 80° comincierà ad addensare vistosamente, farla cuocere fino alla consistenza desiderata, quindi spegnere il fuoco, aggiustare di sale (non mettercene tanto, essendo queste lasagne ricche di formaggio rischiano di diventare salate), aggiungere una bella spolverata di noce moscata e di pepe e, per ultimo, quando si è un po' raffreddata, un bel giro d'olio da amalgamare mescolando energicamente. L'olio aggiunto a crudo conferirà un profumo molto intenso a questa besciamella.

    Finitura
    Tagliare la cipolla a fettine sottili e farla appassire in un po' d'olio. 
    Sbucciare e mondare la zucca, tagliarla a tocchetti e aggiungerla alla cipolla.
    Far cuocere a fuoco lento finché la zucca comincia a diventare morbida. Cospargere con le foglioline di un rametto di timo e tenere da parte.
    In una pentola capiente far prendere il bollore ad un abbondante quantitativo di acqua salata.
    Cuocervi le strisce di pasta tre massimo quattro alla volta, scolarle molto al dente e metterle ad asciugare su un canovaccio pulito.
    Stendere sul fondo della teglia in cui si intendono cuocere le lasagne (io una pirofila, ma va bene anche una teglia di alluminio, purché con bordi sufficientemente alti) uno strato di besciamella. Coprire con le strisce il più ordinatamente possibile, quindi mettere un po' di besciamella, spargerla bene, un po' di zucca e completare con una spolverata abbondante di parmigiano grattugiato.
    Continuare nel medesimo ordine: strisce di pasta - besciamella - zucca - parmigiano.
    Devono esserci almeno cinque ma anche sei strati di pasta.

    Cuocere nel forno a 200° C per una ventina di minuti, finché non fa una bella crosticina.
    Tirare fuore dal forno, far riposare una decina di minuti e servire.

    Mie note: 
    • Il mix di farine che ho usato è quello di Daniela Steila nel quale ho sostituito la farina di riso glutinoso con farina finissima di riso, perché non sono mai riuscita a trovare farina di riso glutinoso certificata senza glutine. Il risultato è comunque ottimo.
    • Stare attenti al sale! La presenza dell'olio nella besciamella, e del parmigiano, entrambi ingredienti molto sapidi, invitano alla moderazione sull'uso del sale.
    • La besciamella all'olio non ha niente da invidiare rispetto a quella al burro. Certo, il sapore è diverso, più pungente, e magari non va bene per ogni preparazione, ma dosando opportunamente la quantità di olio si può comunque ottenere l'effetto desiderato. La vera scoperta (per me) è che non è il burro l'ingrediente indispensabile della besciamella, quanto piuttosto la crema latte/amido. Tutto il resto è solo sapore, e ci si può giocare. 
    • Volendo si potrebbe utilizzare anche un altro formaggio, ad esempio il taleggio. Ho preferito il parmigiano perché dovevo proporlo a dei bambini, e so che l'avrebbero preferito così.

    Con questa ricetta partecipo all'iniziativa ExtraPASTA sulla pasta all'Olio Extravergine organizzata da Cinquesensi editore.


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    Con questa ricetta partecipo anche al 100% Gluten Free (fri)Day, la bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living, per condividere la buona cucina senza glutine con tutti, celiaci e non.

    Le regole oramai dovreste saperle, ma vi lascio il nostro banner perché è sempre meglio ripetere.

    gluten_free_friday

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