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mercoledì 15 luglio 2015

Pane arabo senza glutine con lievito madre

pita gluten free


La pita è proprio buona, un pane squisito perfetto da mangiare insieme a un sacco di cose, ma anche da solo.
Sono riuscita a farla, e non ci speravo. Gonfia, è morbida, ha quel sapore e quel profumo buono di fresco.
La foto è brutta ma ve la tenete.
Tanto altro non posso scrivere, se non la ricetta, perché sono di fretta ed è tardi, ma non si può trascurare così questo bloggettino...

La ricetta glutinosa l'ho presa da Daniela di Menu Turistico, che a sua volta l'ha ripresa da Patrizia di Pan di pane.


Pane arabo
(versione sglutinata di una ricetta di Patrizia di Pan di pane)
Ingredienti
(per 6 panini)

250 gr di preparato per pane e pizze molino Dallagiovanna (¶)
230 gr di acqua,
120 gr di lievito madre (¶)
10 gr di olio
3 gr di sale fino
farina di riso per lo spolvero (¶)

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento

Sciogliete il lievito nell'acqua, mescolando bene ed iniziate ad inserire la farina. Fate assorbire bene ed aggiungete il sale, quindi fate riposare qualche minuto l'impasto coperto da una ciotola.
Riprendete ad impastare inserendo l'olio un po' alla volta.
Mettete l'impasto in una ciotola unta d'olio, lasciatelo riposare per mezz'ora quindi mettete la ciotola per tutta la notte in frigo.
Dividete in panetti da 100 grammi circa, ne verranno 6.
Fate le palline e mettetele a riposare coperte con della pellicola trasparente leggermente unta fino a raddoppio del volume.
Riscaldate intanto il forno a 250°C, con la refrattaria sul ripiano più basso.
Prendete ora le singole palline e, sul piano infarinato, stendetele con il mattarello ottenendo una forma ovale, con uno spessore di pochi millimetri.
Via via che li stendete, mettete a riposare gli ovali gli uni sugli altri, infarinandoli leggermente per non farli attaccare tra loro.
Quando il forno arriva a temperatura spolverate la refrattaria con la farina di riso e mettete 3 ovali ovali alla volta a cuocere, richiudendo subito lo sportello per non perdere calore.
Vedrete che in pochissimo tempo gonfieranno come palloncini: vanno cotti pochissimi minuti, giusto il tempo di gonfiare o poco più, restando bianchi, perché quando cominciano a prendere calore si seccano, mentre questo tipo di pane deve rimanere morbidissimo.
Procedete in questo modo fino a cuocere tutti i panini. Estraeteli dal forno e farciteli a piacere. 
Io qui li ho farciti con pollo ai peperoni. 

Poi, se voleste accompagnarlo con qualcosa di fresco, potreste sempre osare un'insalata greca, che di questi tempi mi sembra quasi un doveroso tributo.
insalata greca


E dove la trovate? 
Ma su D|Ricette
http://la.repubblica.it/cucina/ricetta/insalata-greca-2/46176/

venerdì 6 marzo 2015

Filone integrale senza glutine con lievito madre e semi oleosi


L'educazione affettiva ed emotiva, per me è IL tema fondamentale dell'educazione.
Imparare a comprendere, accogliere, accettare, dare un nome, esprimere, elaborare il turbinio che abbiamo dentro.
È difficile. Ma è fondamentale. È quello che ci rende umani, non è ragione o sentimento.
È ragione E sentimento. O meglio sentimento E ragione, quell'intelligenza emotiva che ci permette di accettare le nostre debolezze, e quindi essere più forti e sicuri, e di accogliere l'altro, ascoltarlo, uscire dalla modalità IO per entrare nella modalità TU.
Se c'è qualcosa in cui sento tutta la difficoltà dell'essere genitore, e la mia inadeguatezza, è questo. Non c'è compito più difficile, più anti-intuitivo, più complesso dell'educazione affettiva.
Perché siamo spesso guidati dalle nostre ansie, e l'ansia è agli antipodi dell'ascolto e dell'elaborazione.

Tutto questo per dirvi che c'è in giro questo docu-film meraviglioso, girato alla Scuola-città Pestalozzi di Firenze, in cui si racconta l'ultimo anno di elementari di una classe, e il suo culminare nella gita al mare.

Un film durante il quale mi sono commossa, ho riso, ho pianto, ho pensato.
La cosa più bella è che l'ho visto insieme ai miei figli, che hanno 11 e quasi 14 anni, e anche loro hanno pensato, riso, pianto insieme a me.
È stato bellissimo vedere questo film, e se possibile ancor più bello vederlo insieme a loro.

L'altra cosa bella è che fra i protagonisti del film ci sono ben tre miei studenti.
Che non guarderò più con gli stessi occhi.
Come non guarderò più con gli stessi occhi tutti i miei studenti.

Questo post così emozionante lo accompagno con un pane.
Perché l'educazione affettiva è il pane della vita.
Sono felice, perché dopo un paio d'anni ho rifatto il lievito madre. E mi sta dando parecchie soddisfazioni. 
Un lievito madre un po' diverso dal precedente, più sodo e a cui ho aggiunto la farina di sorgo, semplicemente perché ho riprovato varie volte negli ultimi tempi a fare il LM come lo facevo un tempo, ma non partiva. E allora prova a cambiare questo, prova a cambiare quello, con la farina di sorgo è venuto bene e continuo così.

La ricetta è una delle tante ricette che potrete trovare sul mio nuovo libro Il pane gluten free.


Il pane gluten free
Pubblicato da Giunti Editore

Il procedimento però è lo stesso che adottai a suo tempo, che poi è lo stesso di tutti i lieviti madre. Lo potete trovare qui.
Quello che cambia sono le dosi delle farine, e la proporzione con l'acqua. 
Ci dedicherò un post ad hoc, quando ne avrò tempo, ma intanto metto qui le dosi per i rinfreschi

Lievito madre senza glutine con farina di riso, mais e sorgo

Starter:
55 g di farina di riso
25 g di farina di mais
20 g di farina di sorgo
110 g di acqua

Rinfreschi:
100 g di lievito madre
55 g di farina di riso
25 g di farina di mais
20 g di farina di sorgo
90/95 g di acqua

Oggi vi propongo un filone integrale con i semi oleosi. Una bontà.

Filone con lievito madre e semi oleosi. Senza glutine


Filone integrale con lievito madre ai semi oleosi
Ingredienti
Primo impasto
  • 100 g di lievito madre rinfrescato la sera prima (¶)
  • 100 g di farina Nutrifree per pane (¶)
  • 90 g di acqua
Impasto finale
  • tutto il primo impasto
  • 200 g di farina per pane FIBRA+ (¶)
  • 140 g di farina per pane REVOLUTION (¶)
  • 60 g di farina GLUTAFIN Select (¶)
  • 400 g di acqua 
  • 1 cucchiaino di miele millefiori
  • 40 g di olio 
  • 20 g di semi di lino 
  • 20 g di semi di girasole
  • 20 g di semi di zucca
  • 10 g di semi di papavero 
  • sale  
  • farina di grano saraceno per lo spolvero 
  • olio per la ciotola 
  • semi oleosi misti per mettere sopra il pane alla fine
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Filone con lievito madre e semi oleosi. Senza glutine  

Procedimento
Primo impasto (rinfresco del LM)
Sciogliete il lievito madre nell'acqua a temperatura ambiente, unite la farina, mescolate bene e fare riposare 12 ore coperto con un panno pulito a temperatura ambiente.

Impasto finale
Il primo impasto sarà cresciuto, scioglietelo nell'acqua tiepida insieme al cucchiaino di miele. trasferitelo nella ciotola dell'impastatrice e unite le farine setacciate insieme. Avviate l'impastatrice con la foglia a velocità media, e impastate per 5 minuti, finché l'impasto sarà omogeneo e cremoso.
A questo punto unite l'olio a filo, sempre impastando, un pizzicone di sale e, quando il tutto è di nuovo ben omogeneo, mettete il gancio e unite tutti i semi. Continuate a impastare altri 10 minuti a velocità media.
Trasferite quindi l'impasto, che sarà morbido e non molto lavorabile, in una ciotola unta con olio extravergine d'oliva, coprite con una pellicola e fate riposare parecchie ore (8/10 nel mio caso, ma è inverno, e il mio LM madre è giovane, probabilmente in un'altra stagione e con un LM più tenace ce ne vorranno molte meno) al calduccio (ad esempio nel forno con la lucina accesa).
Quando l'impasto è più che raddoppiato sformatelo sulla spianatoia infarinata con farina di grano saraceno, sgonfiatelo, date qualche piega di secondo tipo, quindi stendetelo e arrotolatelo ripiegando le estremità all'interno.
Mettete a lievitare in un cestino lungo da lievitazione ben infarinato, con la chiusura rivolta verso l'alto, e coperto da un canovaccio.
Filone con lievito madre e semi oleosi. Senza glutine 

Anche qui il tempo per la seconda lievitazione è molto variabile, io per avere un'idea prelevo una pallina di impasto, la metto in un bicchiere con un po' d'acqua (fredda!!) e quando la pallina viene a galla vuol dire che la lievitazione è a buon punto.
A quel punto accendete il forno al massimo con la refrattaria dentro sul ripiano più basso e una teglietta sul fondo.
Aspettate una quarantina di minuti, quindi trasferite il pane sulla pala infarinata con la chiusura sotto, fate dei tagli trasversali profondi, spennellate con acqua la superficie e cospargete di semi oleosi (soliti zucca, lino, girasole e papavero).
Vaporizzate le pareti del forno, quindi infornate sulla refrattaria ben infarinata e mettete nella teglietta sul fondo 4 cubetti di ghiaccio. Tutte queste pratiche servono a mantenere un giusto grado di umidità e a non far seccare subito la crosta, cosicché il pane possa crescere liberamente in altezza nella prima fase della cottura.
Dopo un quarto d'ora abbassate il forno a 200 °C e dopo mezz'ora aprite per sfiatare.
Con la refrattaria i tempi di cottura sono un po' ridotti rispetto a quando non la si usa, quindi il pane sarà cotto dopo circa 50 minuti.
Se non usate la refrattaria (ma davvero la consiglio, fa la differenza) il tempo di cottura è la classica ora.
Togliete il pane dal forno (fate la prova "bussando" sul fondo per verificare la cottura) e mettetelo a raffreddare su un tagliere di legno coperto da un canovaccio.
Dura morbido giorni e giorni.


Con questa ricetta partecipo anche al 100% Gluten Free (fri)Day

una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living
 .


lunedì 10 ottobre 2011

No-knead-bread senza glutine? Si, ma kneaded

pane con lievito madre cotto nella pentola

O mamma mia! Ma qui son quasi tre settimane che non pubblico niente!!!! O com'è possibile?!?!?
È un periodo così, la nuova scuola (di cui sono peraltro molto contenta) non più così vicina a casa, le mille attività dei figli, che mi hanno trasformata in un tassista, la casa da tenere pulita.

E le domeniche a giro, finché regge il tempo, a camminare-camminare-camminare, in un autunno che autunno non è e che ci sta regalando delle giornate di una bellezza rara, da ricordare nel tempo.

Vogliamo parlare del fatto che mi sono imposta di smettere (via, su, smettere... diciamo ridurre pesantemente) di fare dolci, che stavo ingrassando a vista d'occhio? Non voglio nemmeno parlare di dieta, che è stata un fallimento totale. Ma almeno non fare un dolce tutti i giorni, sarebbe più sano, no?

Di tempo per il blog non ne resta. Ne resta poco anche per cucinare, e siamo tornati a molte paste al pomodoro, complici gli ottimi pomodori da salsa del G.A.S.
Qualche cosina a dire il vero questo mese l'ho combinata: la marmellata di more, i pomodori per l'inverno, la crema di marroni con i primi della stagione, quelli che sono riuscita a sottrarre alle avide boccucce di marito e figli che li vorrebbero solo sotto forma di bruciate, qualche torta salata...
Però non fotografai. Ero di fretta, mi faceva fatica. Insomma, è un periodo così.

Non resta nemmeno il tempo per venire a vedere i vostri, di blog, e qui mi dispiace e parecchio, chissà che meraviglie mi sto perdendo.
Ma stanno già arrivando i primi freddi, si starà più in casa, e forse riuscirò a ricominciare a cucinare, sicuramente tornerò a girellare in rete.

Per ora beccatevi questo. Il pane che sto facendo da mesi.
Ormai, essendo diventate due le celiache di casa, il pane lo faccio molto spesso, un giorno sì e un giorno no.
Alterno il pan carré morbidissimo, vari tipi panini (come questi o questi, che sembrano gli stessi ma non lo sono, e comunque sono ancora da pubblicare) al pane con il lievito madre. Il mio solito lievito madre con la solita procedura di preparazione. E allora, la novità dove sta? Sta nel metodo di cottura. Solo in quello. Lo cuocio nella pentola. Tipo il no-knead-bread (Felix... Felix... Se non ci fossi tu come faremmo?). Solo che questo è knead, ed è fatto con il lievito madre.
Ve lo volevo far vedere che questa cottura in pentola mi piace parecchio.


pane con lievito madre cotto nella pentola, la fetta
Le foto sono discutibili, e questo non è il migliore, dei pani cotti nella pentola. Non ha lievitato quanto avrebbe dovuto, e l'ho pure un po' sbruciacchiato. Come se non bastasse, ho tagliato le fette appena sfornato, cosa che non si dovrebbe fare mai. Però sapevo che o ora o mai più. Sono mesi che lo voglio fotografare, e per un motivo o per l'altro non lo faccio. Cogliamo l'occasione al balzo.

Pane con lievito madre cotto in pentola
Ingredienti
  • 50 g di lievito madre
  • complessivamente circa 700 g di di mix di farine dieterapeutiche per pani e focacce senza glutine (per 550 g di mix: 280 g di mixB o preparato per pane Bi-Aglut, 120 g di farina Glutafin per pane oppure Pandea, 100 g di farina senza glutine Coop, 50 g di farina di grano saraceno) (¶)
  • 200g + 400 g di acqua tiepida
  • un cucchiaio d'olio EVO (¶)
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Preparazione
    Primo impasto
    Sciogliere il lievito madre in 50 ml di acqua tiepida, lasciar riposare una decina di minuti, ed aggiungerci 55/60 g di farine. Far lievitare tutta la notte a temperatura ambiente.
    Al mattino, sciogliere l'impasto in 150 ml di acqua tiepida, aggiungere 150/160g di farine, e lasciar riposare fino a sera (quest'estate, mi sa che d'inverno anche fino alla mattina successiva).
    Impasto finale
    Prelevare 380g/400 g circa del primo impasto (con quel che avanza si possono fare dei cracker al sesamo, oppure delle simil-piadine da farcire a piacere).

    Sciogliere la biga in 400 g di acqua tiepida, aggiungerci un cucchiaio di farina e lasciar riposare una decina di minuti.

    Incorporare il resto della farina ed impastare bene (io planetaria) e quindi far partire la lievitazione a temperatura ambiente, quindi infilare in frigo fino al giorno dopo.

    Estrarlo dal frigo, farlo riprendere un po', quindi scaravoltarlo sulla spianatoia infarinata, dargli qualche piega e formare la pagnotta (pieghe sotto).
    Far lievitare a campana finché non raddoppia.

    Nel frettempo accendere il forno alla massima temperatura con la pentola dentro.

    Quando il forno è a temperatura, e la pagnotta raddoppiata, infilare la pagnotta dentro la pentola e far cuocere una mezzora con il coperchio alla massima temperatura.

    Passato questo tempo, abbassare il forno a 200°, togliere il coperchio e far cuocere un'altra mezz'ora, anche 35 minuti.

    Sfornare, togliere dalla pentola e far raffreddare coperto da un panno (se ci si fa).

    La cottura in pentola ha un effetto molto positivo sull'aspetto del pane, che viene colorito e con una bella crosticina croccante, e sul gusto, che qui tutti trovano ottimo.

    N.d.r. Ringrazio pubblicamente Anna che mi ha permesso di eliminare un grossolano errore di editing nel testo di questo post. Grazie!

    mercoledì 20 aprile 2011

    La potenza della primavera: il lievito madre senza glutine

    pasta madre e pane quotidianoIl mio pane quotidiano e il lievito madre stamattina

    In questo post non c'è niente di nuovo.
    Però un post dedicato interamente alla preparazione del lievito madre non l'avevo ancora fatto. Certo, c'è tutto qui, dalle guru Felix e Cappera di Un cuore di farina senza glutine e dell'altra guro Vale di In cucina senza glutine.
    Ma mi sembrava giusto scriverne anche sul mio blog, visto che il pane con il lievito madre è quello che mi faccio quotidianamente, o meglio settimanalmente. Il mio pane quotidiano.

    In questi giorni, a causa di una serie di complicazioni, mi ero scordata della creatura.
    E la creatura era ammuffita.
    Disperazione! Orrore! E ora come faccio?
    Non ho mangiato pane per quasi dieci giorni, per la rabbia. Potevo farmelo con il lievito di birra, ma non avevo voglia. Volevo il mio pane.

    Per fortuna che siamo in primavera. E la primavera, come tutti sanno, è il tempo del risveglio della natura. In primavera gli ormoni saltellano, i lieviti prosperano, le fermentazioni esultano.
    Ero fiduciosa. Avevo ragione (complice forse anche una luna crescente...)

    E così mi sono messa a rifare il lievito madre da capo, sperando di cavarmela in poco. In poco sì, ma anche pochissimo: in una settimana la creatura era già sufficientemente attiva da sperimentare una panificazione.

    E... Ta-dah! Notizia meravigliosa: ho di nuovo un lievito madre attivo, e già ieri sera ero lì che infornavo.

    Come ho fatto a fare questo benedetto lievito madre? Con il metodo di Felix e Cappera e Vale, ovviamente! Lo riporto anche qui per comodità.
    Unica variante rispetto alla loro versione, non ho messo l'olio al primo giro.

    pasta madreIl lievito madre ieri sera, appena rinfrescato

    Lievito madre senza glutine
    Ingredienti
    Per il primo impasto
    • 100 g di farina di mais finissima (fumetto: abitualmente uso quella della Nutrifree) (¶)
    • 100 g di farina di riso finissima (abitualmente uso quella della VitalNature) (¶)
    • 150 ml di acqua
    • 1 cucchiaio di miele
    Per i rinfreschi
    • 50 g di farina di mais finissima (fumetto: abitualmente uso quella della Nutrifree) (¶)
    • 50 g di farina di riso finissima (abitualmente uso quella della VitalNature) (¶)
    • 100 g di lievito madre
    • 90 ml di acqua
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
    Preparazione

      Primo impasto
      Sciogliere il cucchiaio di miele nell'acqua, e aggiungere le farine. Mescolare bene, e mettere a riposare in una ciotola coperta da un canovaccio di bucato (senza profumi di sorta) al buio e al riparo dalle correnti d'aria. Il lievito deve respirare, quindi non coprire assolutamente con pellicole o simili.
      Lasciar riposare due o tre giorni (questo qui dopo un paio di giorni era già un po' cresciuto ed aveva fatto un bel po' di bolle) senza fare niente.

      Dal terzo quarto giorno cominciare a rinfrescarlo
      Rinfreschi
      Sciogliere 100 g di lievito madre in 90 ml circa di acqua tiepida. Lasciar riposare una decina di minuti, quindi aggiungere 50 gi di farina di riso e 50 g di farina di mais fumetto. Mescolare bene, quindi lasciar riposare almeno una notte fuori dal frigo, coperto da un canovaccio pulito, al buio.

      Se dopo il primo rinfresco il lievito è cresciuto abbastanza, si può cominciare ad usarlo per i primi esperimenti.

      Suggerimenti per la conservazione
      Frequenza dei rinfreschi
      Se lo rinfrescate un giorno si e un giorno no (io per i primi tempi, quando è ancora giovane, faccio così) potete tenerlo fuori dal frigo, in un contenitore di vetro coperto con un canovaccio pulito, in luogo riparato dalle correnti d'aria ma aereato.

      Quando invece è diventato più maturo, si può diradare le frequenza dei rinfreschi, ogni 3 o 4 giorni, ma in tal caso, dopo averlo fatto maturare una notte, va conservato in frigo.
      Va tenuto nella parte meno fredda del frigo, non chiuso ma sempre coperto con una canovaccio pulito, perché deve respirare.

      Felix e Cappera sostengono che si può tranquillamente surgelare, se per un certo periodo si pensa di non averne bisogno. Io non ho ancora osato farlo, ma quest'estate ci proverò sicuramente. Oltre a portarmelo in vacanza, manco fosse un cagnolino ;-)

      Quantità
      Rispetto a Felix e Cappera faccio rinfreschi meno sostanziosi perché comunque prima di usarlo, lo rinfresco nuovamente, a parte, con il mix di farine dietoterapeutiche per pane e focacce senza glutine, quindi quello che faccio con le farine di riso e mais mi serve solo per continuare la produzione di lievito madre.

      Come conservarlo?Come si diceva, il lievito madre è una creatura viva. E come ogni essere vivente, non si comporta sempre nello stesso modo.
      Fin dal primo giorno della sua produzione, ho notato che a questo giro era molto attivo. Molto attivo fuorché un giorno: pioggia, umido, freddo: la creatura era veramente abbacchiata, e non ne voleva sapere di fare le sante bollicine. Ma al successivo rinfresco, con il sole e gli uccellini, si è risvegliato alla grande.

      E se ammuffisce?
      A volte il lievito madre fa il birbone, magari ce lo siamo dimenticati, come ho fatto io, e lui ammuffisce. Tanti piccoli pallini neri, o colorati, a seconda di come gli gira. Ecco, contrariamente a quanto dice Felix, per me in questo caso è da buttare. Anche se il nocciolo è apparentemente incolume. Perché le muffe sono cattive, producono tossine veramente dannose per la salute, e in un composto così morbido come il lievito madre, si diffondono facilmente, anche se non si vedono. Lo so che dispiace buttare la creatura, ma secondo me è meglio non rischiare.
      È vero, che poi il pane si cuoce. Però, soprattutto se si fanno pani di una certa pezzatura, durante la cottura la parte più interna non supera i 60° (così mi dicono) e le sostanze all'interno restano vive. Al punto tale che nei giorni successivi si diffondono nuovamente in tutto il pane. Il che sarebbe pure il suo buono, rispetto a quello fatto con il lievito di birra, però tutto questo vale se non c'è niente di "cattivo" al suo interno.
      Insomma, se vi ammuffisce, anche un po', buttatelo.

      Tanto il lievito madre fatto con le farine senza glutine è così veloce da riprodurre...

      Simile ma diverso dal lievito madre con glutine

      Il nostro lievito madre, quello senza glutine intendo, presenta notevoli differenze rispetto a quello con glutine.
      Prima di tutto è considerevolmente più morbido. Più una pastella densa, che un panetto. D'altronde se non lo idratiamo abbastanza non fermenta.
      Questo rende poco praticabili le tecniche di rinforzo del LM abitualmente usate per quello con glutine, ad esempio la legatura, che almeno a me personalmente, non ha mai dato alcun risultato. Ricordiamoci che noi il glutine a sostenere l'impasto non ce l'abbiamo proprio, e questo vale in particolar modo per le farine utilizzate in questo caso, che non contengono gli additivi presenti nelle dietoterapeutiche, che servono proprio a sostenere la lievitazione.
      D'altronde, come dice bene Felix, è meglio utilizzare farine naturali per una creatura così viva e delicata: chi ci dice qual è il comportamento degli additivi nella fermentazione a lungo termine, in un processo senza fine come quello del lievito madre?

      L'altro aspetto è che la sua attività non si manifesta in crescite spettacolari, quanto piuttosto nella formazione di bolle. Come si può vedere dalle foto (ricordiamoci comunque che il mio è un lievito madre molto giovane, quindi ancora non all'apice della sua potenza) in dodici ore non è raddoppiato, eppure la lievitazione del pane è avvenuta eccome. In generale a me non cresce in modo esagerato, eppure funziona lo stesso.

      L'ultimo mistero è quello dei tempi. A quanto so, per ottenere un lievito madre utilizzabile con le farine glutinose, ci vuole un bel po' di tempo. Qui la fermentazione comincia subito, fin dal primo giorno.
      Me lo sono spiegata con il fatto che una cosa è il glutine, e altra la capacità di fermentare. Le due cose non sono necessariamente legate. Probabilmente le nostre farine hanno più facilità a fermentare di quelle con glutine (forse perché le farine di mais e riso che si trovano in commercio sono magari meno trattate dei loro equivalenti di grano? è tutto da scoprire), anche se poi non producono la maglia glutinica necessaria a sostenere i gas prodotti durante la fermentazione e quindi non lievitano bene.
      Insomma, è un tema interessante, che andrebbe approfondito. Lascio questo compito a chi ha competenze in merito, panificatori esperti, specialisti in biologia e scienza dell'alimentazione.
      Io mi godo la mia creatura, e il pane che mi permette di produrre.

      Rinnovo il mio ringraziamento a Felix e Cappera di Un cuore di farina senza glutine e Vale di In cucina senza glutine.
      Senza di loro, il mio pane non ci sarebbe. Vi par poco?

      Qualche libro
      • "Ricettario per celiaci - Panetteria senza glutine" di Emanuela Ghinazzi e Olga Scalisi, Aliberti Editore (2010): il libro delle guru ;-)
      • "Facciamo il pane" di Annalisa De Luca, AAM Terra Nuova Edizioni (2008). Un splendido libro sul pane a lievitazione naturale, con spiegazioni storiche e scientifiche, e un sacco di ricette, anche particolari dal panettone al melghino
      • "La pasta madre" di Antonella Scialdone, Edagricole (2010): un libro interamente dedicato al lievito madre


      lunedì 14 marzo 2011

      Sa di sale lo pane altrui. Il mio, senza glutine, no

      vero pane toscano"Un filoncino, grazie"
      "... a lievitazione naturale, se c'è"
      "Niente filoncini? Allora mezzo filone. Poco cotto mi raccomando"

      Questa conversazione ha accompagnato le mie giornate da quando ero piccola, e mia mamma mi mandava dal pizzicagnolo a prendere il pane e il latte (*pizzicagnolo: nome con cui a Firenze viene indicato il droghiere). Non sono toscana di nascita, ma sono toscana di pane.
      Non c'è pane che mi piaccia come quello toscano, così un po' pancone, quasi umido all'interno, con la mollica compatta e assai panosa. Ovviamente sciocco, ma non per questo insapore, anzi, un pane profumatissimo, e si sposa perfettamente con quasi tutto.
      Insomma, il pane toscano sarebbe il mio pane, quello che mangerei quotidianamente se... se non fossi celiaca!
      All'inizio l'ho presa bene, ma via via che passava il tempo, il mio pane mi mancava sempre di più.

      Ne ho provate parecchie, di versioni, anche di recente, ivi compresa il pluri-citato pane toscano delle sorelle Simili versione Felix&Cappera. Viene molto buono, ma secca molto presto, e questo per me è un problema, perché ho bisogno di un pane che mi duri invece qualche giorno, senza doverlo per forza mettere in freezer, cosa che mi fa una certa fatica.
      Ho deciso che il pane delle Simili secca presto a causa della presenza del lievito di birra, quindi alla fine ho deciso di eliminarlo.
      E faccio un pane sciocco molto semplice, solo la lievitazione è parecchio lunga.
      Questo mi soddisfa abbastanza.
      Della versione Simili, che poi è questa delle mitiche Felix & Cappera, ho mantenuta le pieghe e la tecnica della formatura.
      La consistenza è molto simile, almeno appena fatto, a quella del pane toscano "vero", invece, per essere onesti, quello che ancora non mi convince è la crosta, che viene troppo scura e croccante rispetto a quella del toscano doc. Insomma, mi sa che mi toccherà studiare ancora :-) E comunque mi resta il dubbio che con le nostre farine non si possa ottenere la perfezione...
      Aggiungo una foto, fatta stamani, dove si vede la formatura corretta.
      La metto anche se il pane non dà il meglio di sé, è un pane già vecchiotto, di venerdì sera, ma ci tenevo a farvi vedere qual è la forma giusta del filone.
      pane toscano

      Quello che di caratteristico ha il pane toscano è l'assoluta essenzialità: non solo niente sale, ma anche niente grassi. Per migliorare un po' la lievitazione, mi sono concessa un piccolo lusso: un cucchiaino di miele, per favorire la lievitazione.

      Come farina ho usato l'ormai famoso mix di farine dieterapeutiche per pani e focacce senza glutine, al quale ho apportato due piccole modifiche: ho usato la Glutafin al posto della Pandea, la preferisco, sia come retrogusto che come consistenza dell'impasto, e ci ho aggiunto una piccola percentuale di farina di grano saraceno (diciamo un 25 g, quindi il 5%)

      Pane toscano senza glutine alla mia maniera
      Ingredienti
      Per la biga
      Per l'impasto finale
      Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
       

      Preparazione
        Biga
        Preparare la biga: sciogliere il lievito madre in 50 ml di acqua tiepida, lasciar riposare una decina di minuti, ed aggiungerci 60 g di farine (viene fuori un impasto molto morbido ma consistente, se dovesse rimanere troppo liquido, tipo pastella, ci aggiungo un cincinnino di farina in più) quindi lasciar lievitare tutta la notte a temperatura ambiente.
        Al mattino, sciogliere l'impasto in 150 ml di acqua tiepida, aggiungere 160g di farine (stesso discorso sulla consistenza fatto sopra), e di nuovo lasciar riposare fino al mattino dopo.
        Impasto finale
        Prelevare 360 di biga (che di fatto è un lievito madre rinfrescato due volte). Con il resto ci faccio dei crackerini al sesamo, che forse un giorno pubblicherò.
        Sciogliere la biga in 400 g di acqua tiepida, aggiungerci un cucchiaino di miele, due cucchiaiate di farine, e lasciar riposare una mezzoretta.
        A questo punto incorporare il resto della farina ed impastare per un po' e quindi lasciar riposare di nuovo una mezzora. Sarà un po' appiccicoso.
        Quindi rovesciarlo sul piano ben infarinato, e dargli qualche piega, e rimetterlo in una ciotola infarinata, coprire con un panno e tenerlo in frigo fino alla sera.

        A sera tirarlo fuori dal frigo, e lasciarlo fuori fino al mattino seguente, sempre coperto con un panno umido, per evitare che secchi troppo in superficie.

        Al mattino rovesciarlo sul piano di lavoro infarinato, dargli un paio di pieghe del secondo tipo, quindi procedere alla formatura come spiegato qui e qui (non fino alla forma tonda del pugliese, ma mi fermo alla forma a filone).
        Metterlo a rilievitare su un foglio di carta-forno, con la piega della formatura su un lato in basso, ma non sotto, dentro un canovaccio pulito e infarinato (nel pane che si vede in foto invece mi ero ero sbagliata, e avevo messo la piega sotto, ma non si fa così, il pane toscano ha la piega quasi laterale).
        A volte ne faccio anche una versione cosiddetto "guanciale", più basso rettangolare e pizzicato.

        Prelevare una pallina di impasto, e metterla in un bicchiere pieno d'acqua. Quando viene a galla, accendere il forno al massimo con la leccarda dentro, e quando è a temperatura, tirare fuori la leccarda, metterci sopra il filone con la sua carta forno, infornare e lasciaer cuocere per un quarto d'ora alla massima temperatura, quindi abbassare il forno a 200° e lasciare lì per altri 45/50 minuti.
        Ci vuole un'ora piena, anche qualche minuto in più.

        Quando è ora si estrae dal forno, fare la prova del suono (se è sordo, ancora in forno qualche minuto, se suona a vuoto invece è pronto).

        Lasciarlo raffreddare sul tagliere avvolto in un panno per tutto il giorno.

        Quanod è freddo mezzo lo taglio a fette, e le surgelo così come sono, e quello che resta lo uso via via, perché qualche giorno si conserva, senza diventare orribile. E comunque basta metterlo un attimo a scaldare sulla griglietta per il pane e torna nuovo :-)


        La ricetta è una delle tante ricette che potrete trovare sul mio libro Il pane gluten free.

        Il pane gluten free
        Pubblicato da Giunti Editore

        sabato 16 ottobre 2010

        Un morbido pane profumato senza glutine per il World Bread Day

        World Bread Day 2010 (submission date October 16)

        L'idea World Bread Day, fra le mille raccolte e contest e concorsi e iniziative, mi sembra una delle più significative. Già che non si vinca nulla, è un punto di merito notevole, in un momento così disgustosamente consumista. Poi è internazionalista, e anche questo, con tutte le barriere che si vanno erigendo ovunque, è benemerito. E lo è maggior ragione qui in Italia adesso, per mille ragioni che mi fa pena al cuore elencare e quindi ometto, tanto le potete immaginare.
        Ma soprattutto è pane. Cibo per la pancia, cibo per il naso, ma tante volte anche per l'anima. Quel cibo che non si vive di solo pane, ma senza pane non si vive proprio. Quel cibo che per noi celiaci è così difficile da fare, ma quando viene come si deve ci dà una gran soddisfazione.
        Insomma, se non si fosse capito, è con gioia che partecipo al World Bread Day.

        Ed è ancora più con gioia che ci partecipo con un pane che mi è venuto particolarmente bene, fatto per di più con la meravigliosa pasta madre che ho imparato a fare da Felix & Co.

        pane alle erbe aromatiche

        Pan carré alle erbe aromatiche, con la pasta madre e senza glutine
         Ingredienti
        • Per il rinfresco:
        • 100 g di lievito madre con farina di riso e mais rinfrescato max da un giorno(¶)
        • 100 g di mix di farine dietoterapiche senza glutine* (¶)
        • 100 g acqua circa
        • 1 cucchiaino di zucchero di canna o di miele
        • Per l'impasto finale:
        • 500 g di mix di farine dietoterapiche senza glutine* (¶)
        • 1 cucchiaino di zucchero di canna
        • 60 g strutto
        • sale
        • 400 g di acqua circa
        • una manciata di mix di erbe aromatiche tritate (basilico, salvia, rosmarino, timo, maggiorana)
        • fioretto di mais per spolverare (¶)

        * Come mix di farine ultimamente uso quello di Felix e Cappera, con una piccola modifica, cioè l'aggiunta di un 10% di farina di grano saraceno. Io ne faccio questa quantità, o il doppio, e lo conservo in un barattolo, e quando mi serve ne prelevo la quantità necessaria. Accorgimento scemo: prima di usarlo scuoto energicamente il barattolo, per mescolare bene le farine.
        • 280 g di mix B della Schar
        • 120 g di farina senza glutine per pane Coop
        • 100 g di farina Glutafin Select o Pandea (meglio l'impasto con la Glutafin, è più buono)
        • 50 g di farina di grano saraceno (¶)
        Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.


        Preparazione

          Tirare fuori dal frigo il lievito madre, lasciarlo riavere per un paio d'ore e poi scioglierlo in 100 g di acqua tiepida, in cui si sia sciolto il cucchiaino di miele o zucchero di canna. Dopo un quarto d'ora aggiungere le farine. Deve venire un composto abbastanza morbido.

          Lasciar riposare coperto per una notte.

          Al mattino successivo sciogliere il lievito così rinfrescato nell'acqua tiepida con un cucchiaino di miele. Attendere un quarto d'ora e poi cominciare ad impastare con il mix di farine (io ho messo il lievito madre sciolto nell'acqua nella macchina del pane con il programma impasta e lievita, e aggiungo le farine). Quando si sono un po' amalgamate aggiungere lo strutto a cucchiaiate e un cucchiaino abbondante di sale.
          Al bip della macchina aggiungere anche le aromatiche tritate.

          Far lievitare fino al raddoppio, e poi rovesciare l'impasto, che sarà piuttosto morbido sulla spianatoia spolverata con il fioretto di mais.

          Dare qualche piega, e poi formare un filone lungo e stretto. Ripiegarlo in due su se stesso, ed arrotolare (come si può, essendo l'impasto abbastanza morbido) a fare un torcione, che si metterà in uno stampo da pane rettangolare, di quelli da 30 cm.

          Lasciar lievitare nuovamente coperto con un panno al calduccio, finché non raggiunge il bordi dello stampo.

          Riscaldare
          al massimo il forno, sul cui fondo si sarà messo un pentolino con dell'acqua, e quando va in temperatura infornare il pane nel suo stampo sul ripiano più basso. Poco prima di infornare spennellare il pane con una miscela di acqua e olio.

          Cuocere per i primi dieci minuti alla massima temperatura, e poi abbassare il termostato a 200°. La cottura richiede un'ora buona.

          Quando è cotto tirarlo fuori dal forno e lasciarlo raffreddare nello stampo, altrimenti secca troppo.

          Rimane morbido e si conserva bene per giorni. Se ne avanza ed è ormai raffermo, se ne possono fare dei profumatissimi crostini per zuppe e minestre.

          venerdì 10 settembre 2010

          Brutto ma buono con lievito madre senza glutine... e soia

          brutto ma buonoPeriodo di lievitati, questo. Ne ho parecchi in saccoccia, da pubblicare.

          Merito soprattutto del nuovo lievito madre, che ho allevato come un pargolo per tutta quest'estate e mi sta dando un sacco di soddisfazioni.

          Tutto nasce da qui, tanto per cambiare.

          A giugno feci morire il mio vecchio lievito madre, causa scrutini e qualche perplessità sul medesimo.

          A luglio ho ricominciato la preparazione, mettendoci solo farina di riso e di mais. È stata una rivelazione, una meraviglia, un entusiasmo crescente!

          Il lievito madre così prodotto non dà problemi, e soprattutto lievita che è un piacere. L'ho pure trasportato in su e in giù per la penisola, dalle Marche alle Dolomiti passando per l'appennino tosco-emiliano e lui è stato buono buono, facendo con continuità il suo mestiere.

          Insomma, mi dà delle belle soddisfazioni.

          (n.d.r. a differenza delle mie muse ispiratrici, come vedrete nella ricetta, preferisco rinfrescare il LM con le farine dietoterapiche una volta, prima di usarlo: ho provato ad usare direttamente 300g di questo LM ma mi sembra che il sapore della farina di mais diventi un po' troppo forte, e quindi preferisco "diluirlo" all'ultimo con le dietoterapiche. Però per rinfrescare il LM ai fini della sua conservazione uso solo farina di riso e di mais).

          Quest'estate poi, per i pani, ho fatto un'altra scoperta interessante: la farina di soia, che conferisce un gusto molto saporito ai pani (ricorda lievemente, in versione delicata quello della farina di segale) e gli dà un bellissimo colore marroncino. Me ne sono innamorata, insomma, e ho sfornato pani su pani con questa farina.

          Questo pane in particolare vorrebbe imitare il pane di un fornaio da cui andavo sempre fino qualche anno fa, prima di cambiare casa. Un pane veramente rustico, a lievitazione naturale, la cui peculiarità sta nell'arrotolamente su se stesso dell'impasto producendo una specie di strudel bozzoloso effettivamente non elegante. Ma il sapore era squisito, di quei pani toscanacci con l'impasto non molto aereo, ma panoso (pancone si direbbe a casa mia) pieno di profumi di farina e di lievito.

          Ovviamente il mio brutto ma buono non ci pensa nemmeno a profumare di farina, perché il profumo della farina di grano è inconfondibile e inimitabile, ma ci è piaciuto parecchio, e quindi ve lo ripropongo così come l'ho fatto per tutta l'estate.


          Brutto ma buono con lievito madre senza glutine, e farina di soiaIngredienti
          • Per il rinfresco:
          • 40 g di farina senza glutine mix B della Schar (¶)
          • 40 g di farina senza glutine Pandea (¶)
          • 20 g di farina di grano saraceno (¶)
          • 85 g acqua circa
          • Per l'impasto finale:
          • 180 g di farina senza glutine mix B della Schar (¶)
          • 100 g di farina senza glutine Pandea (¶)
          • 120 g di farina senza glutine Coop (¶)
          • 100 g di farina di soia (¶)
          • 100 g di lievito madre con farina di riso e mais (¶)
          • miele
          • olio extra vergine di oliva
          • sale
          • 350 g di acqua circa
          • fioretto di mais per spolverare (¶)
          Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

          Preparazione

            Tirare fuori dal frigo il lievito madre, lasciarlo riavere per un paio d'ore e poi scioglierlo in 85 g di acqua tiepida. Aggiungere le farine. Deve venire un composto abbastanza morbido.

            Lasciar riposare coperto per una notte.

            Al mattino successivo sciogliere il lievito così rinfrescato nell'acqua tiepida con un cucchiaino di miele. Attendere un quarto d'ora e poi cominciare ad impastare con il mix di farine (io metto il lievito madre sciolto nell'acqua nella macchina del pane con il programma impasta e lievita, e aggiungo le farine). Quando si sono un po' amalgamate aggiungo un paio di cucchiai di olio EVO e un cucchiaino abbondante di sale.

            Faccio lievitare fino al raddoppio, e poi rovescio l'impasto sulla spianatoia spolverata con il fioretto di mais.

            Lo rimpasto e formo un filone lungo e stretto, che avvolgo su se stesso più e più volte e spolvero con il fioretto.

            Lascio lievitare nuovamente su un foglio di carta da forno e coperto con un panno.

            Riscaldo il forno al massimo, con dentro la leccarda, e un pentolino con dell'acqua sul fondo, e quando va in temperatura depongo il pane sulla leccarda bollente.

            Lo cuocio per i primi dieci minuti alla massima temperatura, e poi abbasso il termostato a 200°. La cottura richiede un'ora buona.

            lunedì 31 maggio 2010

            Pane senza glutine al latticello e lievito madre per un sobrio compleanno

            pane semi girasoleQuesto post ho cominciato a scriverlo tre giorni fa. Che guarda caso era il mio compleanno. Quarantaquattro...
            ... Gatti in fila per sei col resto di due!

            No, ma che avevate capito, io di anni ne ho circa 20. Circa perché bisogna appunto moltiplicare per 2 e aggiungere 4. Che volete che sia, in epoca di scuola gelminian-tremontiana, commettere un errore del 220%? Quisquilie e pinzillacchere, direbbe Totò...

            Certa gente non ce l'ha fatta a rovinarmi il compleanno. Malgrado i tagli alla scuola pubblica, la riforma delle superiori e la notizia che nella scuola dei miei figli il tempo pieno diventerà, di qui a un paio d'anni, un'araba fenice.
            Forse fra qualche anno i miei figli andranno a scuola per 12 ore alla settimana e io insegnerò a Cefalù (nel qual caso ti verrò a trovare spesso, cara Stefania!) ma per ora cerchiamo di mantenere una certa serenità... magari partecipando alle proteste in corso e soprattutto al temutissimo sciopero degli scrutini.

            Ritornando a noi, potrei pubblicare i dolci che ho preparato per il compleanno.

            Potrei ma non lo faccio. Non sarà un banale compleanno a farmi stravolgere la regola che mi sono imposta: seguire, nella pubblicazione delle ricette, un ordine antipasto-primo-secondo-lievitato-dolce.
            Almeno in questi banali cose, lasciatemi un po' di rigore, che per il resto la mia vita tende al casino estremo.... Compreso il filo logico di questo post, che sembra quello di una matassima di tagliatelle :-)

            Malgrado le tagliatelle, è indubitabile che sia oramai diventata una signora: a 44 anni non ci si può più definire ragazza, e si tende velocemente verso l'età matura, più che adulta. Cominciate a darmi del lei, quindi.
            ...
            ...
            ...
            (Se magari lo facessero anche i miei allievi, ogni tanto, ne sarei felice)

            Insomma, da brava signora, per di più molto sobria, pubblicherò un pane.

            Un pane povero, a base di semi e farina di mais, una cosa del secolo scorso.

            Come me.

            Editing di qualche ora dopo:
            Il post è stato pubblicato stamattina ma in realtà l'avevo scritto ieri notte in un momento di insonnia. Il che giustifica, almeno in parte, il testo delirante.
            ...
            ...
            ...
            Non giustifica invece per niente che io abbia sbagliato a scrivere la ricetta!!! In effetti non l'ho proprio sbagliata, ma ho scritto la ricetta di un altro pane ai semi di girasole che avevo fatto tempo fa.
            In quello che vedete nella foto ci ho messo il latticello. Mi sembrava corretto dirlo.

            Vado subito a correggere, e scusatemi.


            Pane senza glutine ai semi di girasole con lievito madre (... e latticello)Ingredienti
            • 220 g di farina senza glutine mix B della Schar (¶)
            • 100 g di farina senza glutine Pandea (¶)
            • 120 g di farina senza glutine Coop (¶)
            • 50 g di fioretto di mais (¶)
            • 50 g di farina di grano saraceno (¶)
            • 350 g di lievito madre, rinfrescato due volte da poco (¶)
            • 50 g di semi di girasole
            • olio extra vergine di oliva
            • sale
            • 200 ml di latticello
            • acqua
            Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

            Preparazione

              Per quanto riguarda il lievito madre rinfrescato due volte, per fare il pane a lievitazione naturale io solitamente procedo nel seguente modo:
              parto da 50 g di pasta madre, e la rinfresco con 50 g di farina senza glutine (che contenga un 10% di farina di grano saraceno) e 50 g di acqua tiepida. Attendo il raddoppio, quindi rinfresco nuovamente sempre utilizzando pari peso di pasta madre, acqua e farina senza glutine. Al raddoppio, prelevo i 350 g che mi servono per l'impasto del pane e il resto lo ripongo in frigo per successivi utilizzi.

              Sciolgo i 350 g di lievito madre in 250 ml di acqua tiepida.
              Vi aggiungo il latticello, le farine, un bel pizzico di sale e 10 g di olio.
              L'impasto che ne risulta è piuttosto appiccicoso, lo lavoro con un mestolo in una ciotola.
              All'ultimo, dopo che il tutto si è grossolanamente amalgamato, aggiungo i semi di girasole, lasciandone da parte una manciatina per decorare la superficie del pane.

              Lascio lievitare nella ciotola coperta con la pellicola, in questa stagione direttamente fuori, d'inverno dentro il forno in cui ho solo acceso la lucina. Per quanto tempo? Fino al raddoppio. È il primo anno che uso la pasta acida, e d'inverno ci metteva una nottata a fare il suo dovere, negli ultimi giorni che è più caldo ho notato che i tempi si sono notevolmente accorciati, quindi non vi do un'indicazione precisa.
              Insomma, quando è raddoppiata, metto sulla spianatoia una generosa manciata di farina di mais, ci rovescio sopra l'impasto, lo lavoro velocemente formando i pani.
              Metto sulla spianatoia anche la manciata di semi di girasole rimasti, e ci rotolo sopra i pani, per farli aderire.
              Prelevo una pallina di impasto e la metto in un bicchier d'acqua, e faccio lievitare nuovamente coperti, su carta forno, i pani.

              Nel frattempo accendo il forno alla massima temperatura mettendoci dentro, come suggerisce Felix di CeliachiaInSimpatia, per me una vera maestra della panificazione gluten-free, la teglia in cui si intende cuocere il pane. Sul fondo del forno metto anche un pentolino con dentro dell'acqua.

              Quando la pallina di impasto viene a galla, ci siamo: alcuni minuti ed è giunto il momento di infornare.

              Tolgo la teglia dal forno, ci depongo delicatamente sopra i pani e inforno.

              Dopo una decina di minuti abbasso la temperatura a 200° e cuocio per un'oretta, o finché battendo sul fondo del pane non ne viene fuori un rumore sordo, come se fosse vuoto.

              Lascio raffreddare coperto da un panno.


              La ricetta è una delle tante ricette che potrete trovare sul mio nuovo libro Il pane gluten free.


              Il pane gluten free
              Pubblicato da Giunti Editore

              martedì 12 gennaio 2010

              Un'arzilla signora... (pasta o lievito madre senza glutine)

              Ma come mi piace fare il pane (gluten free ovviamente)!
              È così bello lavorare con quell'elemento così vivo e imprevedibile che è la pasta madre.
              Ultimamente non sto facendo altro, complice il fatto che per me fare il pane non è un divertimento e basta, ma una necessità, se voglio fare a meno di quelle schifezze industriali che sono i pani per celiaci disponibili sul mercato.

              All'inizio erano dei piccoli panini con il lievito di birra, poi da quelli mi sono evoluta in più ardite pagnotte, e da un paio di mesi a questa parte, da quando cioè la mitica signora Edda di Prato mi ha generosamente fornito, durante il corso di cucina senza glutine organizzato dall'Associazione Italiana Celiachia di Firenze la madre della mia pasta madre (praticamente la pasta nonna) gluten-free. Non credo che sarei mai riuscita a farmela da sola...

              E poi mi piace molto questo passaggio di mano in mano, questi saperi lenti, che si trasmettono in tempi veloci e moderni.

              Era un po' che volevo fare un post come questo, ma l'occasione giusta è venuta l'altra sera quando, tornata da un bellissimo concerto (grazie Veronica!) ho trovato ad aspettarmi a casa un'arzilla signora in vena di scherzi.


              P.S. Questo post è ispirato dalla mia omonima di Profumo di Mamma, che tempo fa ne scrisse uno tutto dedicato alla pasta acida, questo. Allora non credevo che con le mie farine si potesse arrivare a tanto... in effetti non lo crede(va) nemmeno lei, che tutte le volte che pubblico un pane o simili la vedo che fa "Oooooooooooh" tutta stupita.
              Veniamo quindi al dunque. E dato che la signora Edda non solo ci ha fornito il lievito madre, ma ci ha dato anche le istruzioni per prepararlo, riporto qui le sue preziosissime informazioni.
              Pasta acida senza glutine
              Ingredienti
              • farina senza glutine (Schar mix B, Sfornagusto Bi-aglut,... )
              • farina di grano saraceno (¶)
              • zucchero di canna
              • miele
              • acqua gassata
              Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia.
              Procedura
              Intiepidire mezzo bicchiere di acqua gassata, scioglierci una puntina di miele e versare un paio di cucchiai di farina di grano saraceno/farina senza glutine bianca. Verrà fuori un composto molto liquido.
              Lasciar riposare coperta da un panno in un angolo tiepido della cucina per due giorni.
              Dopo un paio di giorni dovrebbe aver cominciato a fare qualche bollicina, aggiungervi un altro mezzo bicchiere di acqua tiepida e tanta farina da formare un panetto morbido, ma che si possa impastare con le mani. Lasciar riposare un giorno sempre coperto e in un angolo caldo della casa.
              Continuare a rinfrescare tutti i giorni aggiungendo acqua tiepida e farina, come descritto. Quando diventa gonfia e spumosa aggiungere mezzo bicchiere di acqua tiepida e tanta farina (solito mix di farina senza glutine bianca e farina di grano saraceno) da ottenere un panetto questa volta più consistente.
              Lasciar riposare un altro giorno in un angolo tiepido, sempre coperto. L'impasto dovrebbe raddoppiare di volume. Se non lo fa continuare con i rinfreschi (aggiunta di acqua e farina giornaliera).
              Quando si ottiene un impasto che raddoppia di volume dopo un rinfresco, si è raggiunto l'obiettivo, ovvero si è creato il nostro lievito madre!
              Se compare la muffa o compare un odore di andato a male, bisogna buttare e ricominciare da capo.
              Per fare il lievito madre meglio cominciare d'estate, quando fa caldo, magari in un luogo non troppo asettico (ottimo se c'è nei paraggi della frutta molto matura) e lo stesso giorno in cui si è impastato il pane.
              Ovviamente via via che si procede nella lavorazione bisogna buttare via un po' di composto se no rinfresca oggi rinfresca domani alla fine ci si trova un quintale di lievito madre!!!!!!
              Come conservare in vita il lievito madre (rinfreschi)Ingredienti
              • 100 g di lievito madre
              • 100 g di farina bianca senza glutine (Schar mix B, Sfornagusto Bi-aglut,... )
              • 30 g di farina di grano saraceno (¶)
              • cucchiaino di zucchero di canna biologico
              • 100 cc di acqua gassata (poco meno del peso del lievito madre)
              Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia.
              Procedura
              Intiepidire l'acqua gassata e scioglierci il cucchiaino di zucchero di canna.
              Sciogliere il lievito madre nell'acqua (ovviamente in una ciotola).
              A questo punto aggiungere le farine, e mescolare bene finché il tutto non è perfettamente amalgamato. Avremo un impasto piuttosto morbido.
              Metterlo a riposare coperto da un panno umido o con la pellicola, al calduccio.
              Aspettare finché non raddoppia di volume. A questo punto è rinfrescato, e si può utilizzare per procedere alla preparazione del pane o per metterlo da parte per futuri utilizzi.
              Tener presente che il lievito madre dura, senza essere rinfrescato, 4/5 giorni se conservato in frigorifero o un paio di giorni se conservato a temperatura ambiente.
              Io lo conservo in barattoli di vetro in frigo.
              Pane senza glutine a lievitazione naturale senza glutine
              Ingredienti
              • 300 g di lievito madre già rinfrescato
              • 500 g di farina senza glutine bianca (Schar mix B, Sfornagusto Bi-aglut,... )
              • 50 g farina di grano saraceno (¶)
              • zucchero di canna
              • 1 cucchiaio da minestra di sale
              • un paio di cucchiai olio di oliva
              • 450 cc di acqua gassata
              • eventuali altri ingredienti (tipicamente semi di lino, di girasole,...)
              Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia.
              Procedura
              Stemperare il lievito madre in 400 cc di acqua gassata intiepidita nella quale si è sciolto un cucchiaino di zucchero di canna.
              Aggiungere le farine mescolate, l'olio e il sale ed eventuali semi.
              Mescolare prima con il mestolo e poi con le mani infarinate. Verrà un impasto morbido, al limite del lavorabile.
              Metterlo a lievitare coperto con un panno umido o con la pellicola in una ciotola al caldo, per 6/7 ore (io lo lascio lievitare tutta la nottata), comunque fino al raddoppio.

              Ottimo posto per la lievitazione il forno spento in cui si sia lasciata accesa solo la luce.
              Quando è raddoppiato versarlo sulla spianatoia infarinata, e rimpastarlo velocemente formando la/e pagnotta/e della forma desiderata.
              Tenere da parte una noce di impasto che si metterà in un bicchiere d'acqua.
              Rimettere le pagnotte a lievitare nella teglia che verrà usata per la cottura, e un po' dopo che la pallina di pasta è venuta a galla (un paio d'ore o più) infornare nel forno già caldo al massimo, nel quale si sia messo un pentolino d'acqua.
              Sarà pronto dopo un'oretta. Per capire se è cotto va battuto sul fondo: se emette un rumore nitido e sonoro è cotto, mentre se il suono è sordo e impastato, ma cotto ancora un po'.

              mercoledì 9 dicembre 2009

              Quel birbone del lievito madre senza glutine...

              Accidenti alla pasta madre e alle gaie celiache troppo ambiziose!

              Abbiamo passato un piacevolissimo, anche se un po' movimentato, weekend fra amici e parenti, e tutto sarebbe filato lisco se non mi fossi incaponita, anche su sollecitazione di Daphne, di fare il panettone. Già di per sé, non avendolo mai fatto, si presentava come un'impresa epica, che la necessità di usare farine gluten free peggiorava le cose, ma dato che mi avevano dato un preziosissimo vasetto di pasta acida senza glutine (praticamente un controsenso...) ho voluto strafare: ti faccio il panettone per la prima volta, con il lievito madre che non ho praticamente mai usato, e pure senza glutine.

              Ve lo dico subito, non è andata. Ieri sera, dopo tre giorni di rinfreschi, legature, coccole al calduccio, mi sono rassegnata che non era proprio cosa, che il mio blob non ne voleva sapere di lievitare e ho buttato il tutto, non senza sottopormi all'ennesima delusione, della serie con tutta quella pasta provo a fare dei paninetti dolci, ma pure quelli facevano schifo.

              Insomma, una vera Caporetto!

              Nel frattempo, rinfresca che ti rinfresca, mi sono trovata un sacco di lievito madre. Che ho già scoperto essere un gran birbone: oggi ti lievita come un ossesso, da uscire dal barattolo chiuso, domani non ne vuole sapere e resta lì immusonito basso basso che nemmeno se ci soffi dentro dà cenni di gonfiare.

              Però con un po' di quello messo meglio, ci ho fatto il pane.

              La prima volta è venuto proprio maluccio, praticamente avevo superato il punto di non ritorno della fermentazione, ed è venuta una pasta acida cotta, ma di un acido, ma di un acido che non si poteva mangiare...


              Per quel che ho capito di pane e lievitazione anche la foto testimonia che avevo sbagliato, con quegli alveoli fitti fitti e così allungati. Insomma, buono non era.

              Ma non mi sono persa d'animo (malgrado il panettone mi stesse portando lentamente nella più nera depressione) e, con l'ennesimo avanzo di un rinfresco che mi pareva piuttosto arzillo, ci ho riprovato.

              È andata meglio. Per niente acido, anzi, con un profumino delizioso, ed anche l'alveolatura mi sembra giusta, come si può vedere dalla fetta.
              L'unico problema è che il giorno dopo si era seccato parecchio, o meglio, era diventato un po' gommoso, mentre i miei ultimi esperimenti con la lievitazione chimica avevano dato risultati migliori.

              Certo una cosa ormai mi è chiara: le farine senza glutine non sono tanto buone, quindi il pane nudo e crudo non è mai un granché. Meglio condirlo, con spezie, sapori, insomma, qualcosa che ci faccia dimenticare che noi la farina vera, quella che sa di pane appunto, ce la scordiamo. Punto e basta.

              Con questa ricetta partecipo alla raccolta de La casa di Betty Basta un poco di lievito



              Pane senza glutine con con il lievito madre
              Ingredienti
              • 200 g di pasta acida
              • 500 g di farina bianca consentita (¶)
              • 100 g di farina di grano saraceno (¶)
              • olio
              • sale
              • zucchero di canna
              • aceto di mele
              • acqua minerale gassata
              • acqua naturale
              Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio e per essere consumati tranquillamente da un celiaco devono essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia.
              Preparazione
              Mi hanno insegnato a fare così, ma sono ben accetti suggerimenti e variazioni (ho la sensazione di usare troppa pasta acida, con il risultato che alla fine me ne ritrovo dei quantitativi industriali)
              Rinfresco:
              Tirare fuori dal frigo la pasta acida e lasciarla "riavere" un paio d'ore, poi mescolarla a 150 g di farina (ho usato 100 g di farina mix B della Schar e 50 g di farina di grano saraceno) e 100 g di acqua gassata tiepida, ai quali ho aggiunto un cucchiaino di zucchero di canna per favorire la lievitazione.
              Lasciar riposare parecchie ore al calduccio (io ce l'ho lasciata tutta la notte) finché non raddoppia.
              Impasto:
              Togliere un po' dell'impasto e metterlo da parte per successive panificazioni.
              Aggiungere all'impasto 400 g di farina (350 g di farina "normale" senza glutine + 50 g della solita farina di grano saraceno) e 400 cc di acqua tiepida, il solito cucchiaino di zucchero di canna, un cucchiaio d'olio, un cucchiaino di aceto di mele e amalgamare nella ciotola. Quando si è un po' mescolato aggiungere un paio di cucchiaini di sale, ed eventualmente gli altri ingredienti (spezie, semi vari...).
              La differenza con il pane "normale" è che l'impasto resta molto più morbido, si lavora nella ciotola.
              Quando è ben impastato (aiutarsi anche con una grossa spatola da panettieri) metterlo a lievitare fino al raddoppio (tempi non meglio identificati, parecchie ore).
              All'ultimo rovesciare l'impasto sulla spianatoia, farlo sgonfiare impastandolo velocemente con la spatola, toglierne una noce che si metterà in un bicchiere pieno d'acqua.
              Fare le forme sempre aiutandosi con la spatola, e metterle in una teglia da forno coperta con la carta forno.
              Mettere la teglia al calduccio e, quando la noce di impasto è venuta a galla, infornare nel forno preriscaldato a 200°/220°.
              Dopo un quarto d'ora abbassare un po' il forno e far cuocere per circa tre quarti d'ora (dipende dalla dimensione dei pani), comunque vale la prova stecchino, l'impasto deve essere asciutto ma non troppo, se no quando si raffredda diventa troppo secco.
              Sfornare e lasciar raffreddare un po' inclinato (non so bene perché si faccia così, ma mi attengo alle istruzioni ricevute).
              Resta il fatto che le idee chiarissime su questa lievitazione non ce l'ho, quindi resto in attesa di migliorie nei futuri esperimenti.

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