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mercoledì 30 dicembre 2015

Sablé al parmigiano senza glutine

sablé salati al parmigiano senza glutine

C'è qualcuno che voleva qualcosa di peccaminoso per le feste.
Non so se il dolcino dell'altro giorno lo sia abbastanza, sicuramente questi biscottini salati che si sciolgono in bocca, profumati di parmigiano, lo sono di più. Spero che la mia amica adesso sia soddisfatta.
Saranno davvero perfetti per il cenone di Capodanno. O per qualunque cena in cui vogliate fare una splendida figura.

Ricetta originale di Felder, che ho scoperto tramite Ale del blog Old Fashioned Lady, all'epoca pubblicati su Menu Turistico, nel lontano 2011.
Sul blog Calme and cacao troverte una versione con la paprika, che proverò quanto prima.

Io li ho serviti in purezza, ma anche con una crema al prosciutto cotto, così per gradire.

Per lo sglutinamento, rispetto alla ricetta originale, ho aumentato un po' la farina.

Sablé parmigiano con mousse al prosciutto cotto
Ingredienti
(per 30 biscotti piccoli)
60 g di farina di riso (¶)
30 g di amido di tapioca (¶)
30 g di amido di mais  (¶)
20 g di fecola di patate (¶)
10 g di farina di mais fioretto (¶)
2 g di xantano (¶)
100 g di burro 
1 tuorlo d'uovo
60 g di parmigiano grattugiato
sale
pepe nero di mulinello  
(per la crema al prosciutto cotto)
200 g robiola
100 g di prosciutto cotto  (¶)
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.


Procedimento
Mescolate con la punta delle dita gli amidi, le farine, lo xantano e il burro freddo a pezzetti. 
Quando avrete ottenuto un mucchio di briciole fini unite il parmigiano, un pizzico di sale, una spolverata di pepe di mulinello.
Per ultimo il tuorlo d'uovo.
Mescolate rapidamente. Se dovesse essere troppo appiccicoso, aggiungete un po' di farina, se non dovesse stare insieme perché troppo asciutto, un gocciolino di acqua fredda.
Alla fine, ma una fine veloce, compattate a palla, e mettete in frigorifero per almeno un'ora.
Togliete dal frigorifero, stendete con il mattarello ad uno spessore di 5 mm. 
Ritagliate le forme che preferite, io stelline piuttosto piccole, ma di due dimensioni, che poi ho accoppiato insieme alla crema al prosciutto cotto.
Rimettete in frigorifero per un quarto d'ora ancora, quindi infornate a metà altezza nel forno preriscaldato a 180 °C, e cuoceteli per 10-12 minuti. 
Quando li toglierete dal forno, appena imbionditi ai bordi, saranno ancora morbidissimi, e non dovranno essere toccati.
Lasciateli raffreddare nella teglia, e spostateli solo quando saranno perfettamente freddi.

Nel frattempo preparate la crema al prosciutto cotto, che consiste nella difficilissima operazione di mettere il prosciutto cotto e la robiola nel mixer e azionarlo per il tempo necessario ad ottenere un composto cremoso. Se fosse troppo denso, unite un po' di latte freddo.

Quando i biscotti saranno freddi, mettete sulle stelline più grandi un cucchiaino di crema (potreste anche usare un sac à poche, anzi, sarà più veloce), quindi coprite con una stellina più piccola.
Servite subito.
Finiranno ancora più subito.

È una delle tante ricette che potrete trovare sul mio libro Torte rustiche gluten free.



Torte rustiche gluten free

venerdì 3 aprile 2015

Focaccia con il formaggio (quasi di Recco) senza glutine

focaccia al formaggio

In questo blog ci sono pochissime pizze e focacce.
Perché?
Non ci piacciono? Non le faccio mai? Sono piatti per noi inconsueti?
Assolutamente no!
Ho contato che da quando sono celiaca ho fatto circa 300 volte la pizza, ad esempio. 300 pizze e nemmeno una sul blog?!?!?!
E perché?
Per una semplice e banale motivazione: li cucino quasi sempre la sera. E non avanzano. Se avanzano, il giorno dopo sono brutti da fotografare.
Ma domenica scorsa è successo il miracolo: ho fatto una focaccia al formaggio per mia figlia, che doveva uscire tutto il giorno con gli scout. Miracolo! Una focaccia con una luce decente?!?! Dovevo fotografarla.
Solo che non era tanto fotogenica, no, ma è di un buoooono...

L'intezione era quella di fare la focaccia di Recco. Solo che poi ho scoperto che non si può dire "di Recco" perché c'è un consorzio per la difesa della vera originale focaccia di Recco, che, dal 14 gennaio 2015, è diventata Igp.

Quindi quella che faremo noi non è la vera focaccia di Recco, ma una sua imitazione. L'ho fatta seguendo comunque le indicazioni del consorzio.
Descrizione del metodo di produzione (dal sito www.focacciadirecco.it)
Dosi e ingredienti
(per una teglia di “Focaccia di Recco col formaggio”diametro cm 60 da 10 porzioni circa)
500 g di Farina di grano tenero tipo “00” di forza o in alternativa farina tipo “Manitoba”
50 g di olio extra vergine d’oliva italiano
Acqua naturale
Sale fino
1 kg. di Formaggio fresco

Preparazione dell’impasto
Si lavorano assieme farina di grano tenero tipo “00” (o farina tipo “Manitoba”), acqua, olio extravergine di oliva italiano e sale sino ad ottenere un impasto morbido e liscio. Terminata l’operazione, si lascia riposare l’impasto per almeno 30 minuti a temperatura ambiente, coperto da un telo di tessuto naturale oppure in appositi contenitori alimentari a norma di legge. Si suddivide poi l’impasto in porzioni corrispondenti alle esigenze di impiego mantenendolo in condizioni igieniche ottimali.
Si preleva una porzione di impasto e la si tira. Quindi si procede manualmente allargando la pasta con un movimento rotatorio, posizionando le mani sotto alla sfoglia, fino a renderne lo spessore inferiore al millimetro, e avendo cura di non provocare perforazioni della superficie. Si adagia la sfoglia ottenuta nella teglia di cottura, precedentemente unta con olio extravergine di oliva italiano.
Si adagia sulla sfoglia il Formaggio fresco distribuendolo in piccoli pezzi della grandezza pari a quella di una noce così da coprire in maniera omogenea tutta la superficie. Si procede alla lavorazione dell’impasto rimanente, per ottenere un secondo strato di sfoglia delle dimensioni pari al precedente, che sarà ulteriormente lavorato fino a renderlo sottile, quasi trasparente, e sarà successivamente adagiato sulla base già coperta dal Formaggio.
Si saldano, schiacciandoli, i bordi sovrapposti delle due sfoglie per impedire la fuoriuscita del Formaggio durante le operazioni di cottura. Eventuali lembi di impasto in eccesso potranno essere rimossi con l’ausilio di un coltello o di altro strumento.
Con le dita si pizzica in più punti la sfoglia superiore, formando dei fori.
Si cosparge la “Focaccia di Recco col formaggio” con un filo di olio extravergine di oliva italiano ed, eventualmente, con una spolverizzata di sale. La cottura deve avvenire in forni alla temperatura compresa tra 270° e 320°C per 4-8 minuti, fino a quando la superficie del prodotto non avrà assunto un colore dorato, con bolle o striature marroni nella parte superiore. Il forno deve essere regolato in modo che la parte inferiore sia più calda della superiore. È escluso ogni trattamento di pre-cottura, surgelazione, congelazione o altra tecnica di conservazione.
Ho quindi seguito le indicazioni del consorzio.

Farine e cottura a parte ovviamente. 

Come mix volevo usare lo stesso che aveto usato per la Pasqualina, perché mi sembrava che la pasta fosse abbastanza simile. Sottile, croccante, senza lievito. 
Però.... Però non avevo la Glutafin a casa. E ho provato una cosa che da tanto tempo volevo sperimentare, ovvero sostituire la Glutafin con un amido. Ho usato l'amico di tapioca.
Metterci proprio tutto tutto l'amico a sostituire la Glutafin mi sembrava troppo, così ho fatto un po' e un po'.
L'altro punto critico è quello della temperatura del forno. Il mio forno non può certo raggiungere i 270 - 320 °C di un forno professionale. Così ho usato la refrattaria. 
Il risultato ci ha soddisfatto molto: ha pure un po' sfogliato!!!!

Non è esattamente un piatto per il pranzo di Pasqua. Però per la scampagnata di pasquetta, volendo, sì. Perché se è vero che è buona calda, in realtà è buona anche dopo, al punto tale che mia figlia l'ha molto apprenzata come pranzo al sacco.
Insomma, vedete voi quando mangiarla. L'importante è che la proviate. Merita davvero!

focaccia al formaggio

Focaccia col formaggio (quasi di Recco) senza glutine

Ingredienti
(per una focaccia di 30 cm di diametro circa)
  • 100 g di farina per pane Nutrifree (¶)
  • 50 g di amido di tapioca  (¶)
  • 90 ml di acqua tiepida
  • 15 g di olio extravergine di oliva
  • 1 pizzico di sale
  • 320 g di crescenza

Procedimento
Impastate la farina e l'amido di tapicoa con il pizzico di sale, l'olio, l'acqua calda. Deve risultare una pasta morbida, ma non appiccicosa. Dividetela in due palline e fatele riposare dentro un sacchetto di plastica per mezz'ora.Prelevate una porzione di impasto e tiratela con il mattarello sulla spianatoia infarinata con farina di riso, fino ad avere uno spessore molto sottile, quasi trasparente. Non ho seguito le indicazioni del consorzio di finire di tirare la sfogliandola tirandola con le mani, che peraltro è la stessa tecnica della Pasqualina (l'impasto è davvero molto simile), perché la sfoglia senza glutine si straccia a tirarla con le mani, però pur avendo  usato il mattarello ho ottenuto una sfoglia davvero sottile ugualmente.
Aiutandovi con il mattarello deponete la sfoglia sulla pala abbondantemente infarinata, e cospargetevi sopra metà crescenza distribuendola in piccoli pezzi.
Prelevate l'altra pallina dal sacchetto, e tiratela sempre ottenendo un secondo strato di sfoglia leggermente più piccolo del precedente. Arrotolatelo sul mattarello e stendetelo sopra l'altro strato di impasto cosparso di formaggio.
Sovrapponete e schiacciate i bordi dei due strati, saldandoli per impedire la fuoriuscita del formaggio durante la cottura.
Spennellata la focaccia così' ottenuta con un filo di olio extravergine di oliva italiano e infine pizzicate con le dita la sfoglia in più punti, formando dei fori.
Trasferite la focaccia nel forno preriscaldato alla massima temperatura con la refrattaria dentro a metà altezza.
Ci mette pochissimo a cuocere, meno di dieci minuti. Sarà cotta quando sarà dorata in superficie e cominceranno a comparire delle bolle più scure.
È buona mangiata subito, calda.
Con queste dosi si ottiente una focaccia per due persone, moltiplicate le dosi a piacere a seconda del numero dei commensali.


Con questa ricetta partecipo anche al 100% Gluten Free (fri)Day

una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living
 .

venerdì 27 febbraio 2015

Cantucci mediterranei senza glutine


cantucci mediterranei

Ultimamente mia figlia non ha voglia di mangiare. È pure dimagrita, che alla sua età non è cosa così frequente e desta sempre qualche preoccupazione.
Sta cambiando il gusto, non ama più smodatamente i dolci come ha sempre fatto, vorrebbe altri gusti, ma quando affronta pani e affini senza glutine non è contenta.
"Perché non posso mangiare anch'io quello splendido pane profumato che mangiano il babbo e Michele?"
Lo sa benissimo perché non può mangiarlo, ma avrebbe voglia di farlo lo stesso.
Avrebbe voglia di normalità.
Poi in realtà non è che ce la passiamo così male, io e la ragazza. Cerco di produrre pani edibili tutte le volte che posso. Il fatto è che non si può sempre. Non sempre c'è tempo.
Cerco pani commerciali edibili. E qui diventa più complicato.
Mi ingegno.
Ma dovremo anche rassegnarci a questa fase.
Passerà.
Intanto io cucino. Torte salate, pani, focacce, schiacciatine, sfizi.
Le piacciono le cose sfiziose. Tipo questi cantucci salati.
E allora io cucino.

cantucci mediterranei (salati)


Cantucci mediterranei

Ingredienti
  • 120 g di farina di riso  (¶)
  • 65 g di amido di tapioca (¶)
  • 35 g di fecola di patate (¶)
  • 15 g di fumetto di mais (¶)
  • 100 g di burro
  • 2 uova
  • 50 g di pistacchi sbucciati
  • 25 g di capperi sotto sale dissalati
  • 5 g di xantano (¶)
  • 1 cucchiaino di lievito per torte salate 
  • 1 arancia
  • sale 
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento
Dissalare i capperi, quindi tritarli grossolanamente.
Mescolare con la punta delle dita le farine setacciate insieme al lievito ed il burro a temperatura ambiente, fino ad ottenere delle briciole fini. Incorporare le uova, la presa di sale, la buccia dell'arancia grattugiata e mescolare velocemente.
Aggiungere quindi i capperi e un paio di cucchiai di succo d'arancia.
Deve venire un impasto morbido ma lavorabile. Se fosse troppo duro aggiungere altro succo d'arancia. Per ultimi aggiungere i pistacchi (interi, non tritati).
Formare una palla, dividerla in due e formare due filoni alti circa 2 cm e larghi 5.
Far riposare mezz'ora in frigo, nel frattempo accendere il forno a 180°.
Infornare i filoni e farli cuocere per una ventina di minuti, fino a doratura.
Estrarli dal forno, abbassare il forno a 160°, far raffreddare i filoni finché non sono più bollenti, tagliarli a strisce larghe circa 1 cm, in diagonale.
Rimetterli in forno per una decina di minuti.
Servire come antipasto, insieme a salumi.

È una delle tante ricette che potrete trovare sul mio libro Torte rustiche gluten free.



Torte rustiche gluten free



Ah! Oggi trovate una mia ricetta anche su

http://la.repubblica.it/cucina/ricetta/rotolini-di-bresaola-e-asparagi/44438/

Questa

rotolini di bresaola con caprino e asparagi

venerdì 20 dicembre 2013

Crostini ai fegatini per il 100% Gluten Free (fri)Day

crostini ai fegatini

Mi sembra di essere il Bianconiglio, ma saltare di nuovo l'appuntamento con il 100% Gluten Free (fri)Day mi scoccia troppo.
Avrei anche un sacco di cose da raccontarvi, ad esempio sul mio assurdo mestiere.
Oggi era l'ultimo giorno di scuola, se Dio vuole e finalmente, e non vedo l'ora che finiscano pure le vacanze, che ho inzeppato di cose nemmeno fossero il tacchino ripieno del Thanksgiving.

Spero in un nuovo anno, senza impegni, senza vincoli, senza troppo  senso del dovere, un anno di leggerezza in cui mi piacerebbe riuscire a dire almeno un NO al giorno. Ovviamente al di là degli impegni di lavoro, che sono sacri e portiamo pure avanti volentieri, ma gli impegni veri, non le fregnacce che ci portano via un sacco di tempo e non aggiungono una virgola a quello che diamo ai ragazzi.

Che la parola d'ordine del nuovo anno sia I WOULD PREFER NOT TO.

O vediamo se a dichiararlo funziona!!!!

E visto che Natale si avvicina, li vorremo fare un paio di crostini ai fegatini per il pranzo di Natale, o no?

Crostini ai fegatini
Ingredienti (per 6 persone)
  • 450 g di fegatini di pollo già puliti e nettati
  • 1 cipolla rossa
  • 4 filettini di acciughe dissalati
  • 2 cucchiai di capperi dissalati
  • 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
  • brodo di carne
  • olio extra-vergine di oliva
  • un paio di foglie di salvia
  • pane toscano (¶)
  • sale
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

La salsa per i crostini, a parte la presenza del pane, è un cibo senza rischi di contaminazioni, e per questo particolarmente facile da preparare per un amico celiaco, che magari si porterà il suo pane da casa.

Preparazione
Fare un battuto con la cipolla e farla sudare con un po' d'olio in un pentolino dal fondo pesante.

Quando la cipolla è appassita mettere in fegatini nella pentola, e far cuocere 10 minuti senza coperchio.

Aggiungere i filetti di acciuga, le foglie di salvia, i capperi dissalati e sfumare con il  vino.

Togliere dalla pentola e tritare a coltello. Rimettere in pentola, aggiungere il concentrato di pomodoro e un mestolino di brodo. Cuocere per un quarto d'ora, aggiustare di sale e pepe e servire.
Se dovesse attaccare aggiungere un altro mestolino di brodo ma senza esagerare: la salsa per i crostini non deve risultare troppo liquida.

Servire tiepido con fettine di pane toscano senza glutine, abbrustolite e bagnate leggermente nel brodo, dal lato opposto a quello sul quale si spalma la salsa di fegatini.

 %%%%%%%%%%%%%

Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day, una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living, per condividere la buona cucina senza glutine con tutti, celiaci e non.

Le regole oramai dovreste saperle, ma vi lascio il nostro banner perché è sempre meglio ripetere.

gluten_free_friday

Semplice, no?
E allora, vi aspettiamo in tanti per il 100% Gluten Free (fri)Day! #GFFD

lunedì 23 settembre 2013

Pane magico senza glutine per una magica giornata fiorentina


In questi giorni si svolgono nella mia città, Firenze, i mondiali di ciclismo. Nelle scorse settimane siamo stati bombardati, forse giustamente, da messaggi un po' terroristici sui problemi che ci sarebbero stati alla mobilità urbana.
Ci siamo tutti spaventati, e così le scuole hanno un orario ridotto, le riunioni non indispensabili sono state rimandate, le attività pleonastiche soppresse.
E soprattutto, oggi molti fiorentini, timorosi di trovarsi in code chilometriche di ore e ore, hanno semplicemente lasciato a casa la macchina: c'è chi è venuto al lavoro in autobus, chi ha preso la bici, chi si è mosso a piedi.
Risultato? Firenze era meravigliosa come non me la ricordavo da anni, forse dalle domeniche dell'austerity di quando ero bambina.
Complice una giornata di settembre così bella come ce ne sono di rado, splendeva nel silenzio delle poche macchine, che quasi si vergognavano di girare.
E gente a giro ce n'era eccome, solo che non era stipata nelle orribili scatolette. Camminava, passeggiava, pattinava, pedalava. Mediamente, sorrideva.
Firenze è una città piccola, e quasi tutta in piano. Volendo, potremmo muoverci quasi tutti in bici quando c'è il sole, e in autobus quando piove.
Se facessimo così, anche gli autobus arriverebbero in orario, e magari le corse verrebbero potenziate.
I have a dream...
Detto da me, che mi muovo quasi sempre in macchina, quindi ho le mie belle contraddizioni da espiare.

Insomma, giusto un'idea, nata da una giornata bellissima, in cui ho fatto cose normali: andare a lavorare, accompagnare i figli alle solite attività sportive, cucinare, fare la spesa. Il tutto incredibilmente con più gioia.
Ah... Non sono stata praticamente mai al computer, a parte stasera. Che anche quello abbia il suo peso, nello stress e nel cattivo uso delle risorse di tempo?

Mostrando la mia totale incoerenza, vi offro oggi un panino tipico da pranzo veloce. Reso un po' particolare dal pane home-made e dalla presenza della pesca, che lo addolcisce.

Anzi, ci tengo a segnalarvi proprio il pane, ispirato al pane magico di Hugh Fearnley Whittingstall, ma con le mie varianti. Il risultato è buonissimo, un pane non lievitato, molto molto morbido, che si presta sia a fare piadine come questa, sia come accompagnamento a cibi di varia natura (nei prossimi giorni ve lo proporrò abbinato a uno splendido curry vegetariano, ad esempio).
Ve lo consiglio davvero, è una squisitezza, ed è velocissimo da fare.

La ricetta è una delle tante ricette che potrete trovare sul mio libro Il pane gluten free.



Il pane gluten free
Pubblicato da Giunti Editore


Vi rifilo le due ricette in un colpo solo. Il mix di farine è quello di Olga e Manu per pani e focacce, ma con l'aggiunta di un po' di farina di grano saraceno che in questo tipo di pani a me piace molto.


Pane magico al latticello (e piadina con pesche, bresaola e rucola)
Ingredienti
Impasto
  • 140 g di preparato per pane Bi-Aglut (¶)
  • 50 g di farina Coop per dolci e pane (¶)
  • 60 g di Glutafin Select (¶)
  • 50 g farina di grano saraceno (¶)
  • 250 g di latticello
  • 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
  • 1 pizzico di sale
  • 2 g di lievito di birra liofilizzato
Farcitura:
  • 50 g di bresaola (¶)
  • rucola
  • 1 pesca nettarina
  • sale
  • olio extravergine di oliva
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o riportare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE.

Preparazione
Preparare il pane magico:
Mescolare le farine e il lievito di birra liofilizzato. Setacciare e aggiungere pian piano, mescolando, il latticello a temperatura ambiente.
Quando si è un po' amalgamato, aggiungere il sale, e l'olio. Mescolare prima con un cucchiaio quindi con le mani, aggiungendo eventualmente un po' di farine, ma senza avere fretta, perché la farina di grano saraceno assorbe parecchi liquidi, ma abbastanza lentamente.
Lasciar riposare una mezzoretta in una ciotola coperta, quindi trasferire in frigo coprendo la ciotola con pellicola. Lasciar riposare parecchie ore (io la faccio la sera per la mattina).
La mattina dopo estrarre l'impasto dal frigo, farlo "riavere" per una mezzoretta e poi usarlo a piacere:
io ne ho fatte due versioni: o delle piadine sottili, stese con il mattarello, che ho fatto poi cuocere su una padella arroventata, senza assolutamente grassi. Quando comincia a gonfiare, l'ho girata e usata subito. Tempo di cottura: pochissimi minuti.
Un'altra opzione è quella di fare delle focaccine un po' più spesse (ma comunque non troppo spesse) e cuocerle sempre sulla teglia arroventata. Non gonfiano come la piadina ma restano comunque molto morbide e appetitose, come accompagnamento a cibi un po' sugosi o a salsine varie, tipo hummus, in un mezze.

Farcire la piadina: Ho semplicemente grigliato sulla bistecchiera le fette di pesca, e ho farcito la piadina con la bresaola, la rucola e le fettine di pesca grigliate, il tutto condito semplicemente con sale e olio extravergine. Se piace, cospargere le pesche con un po' di paprika dolce.


Domenica è stata anche la giornata dello Starbooks.
Ed avevo preparato un hummus di carote, che, anche se non era perfetto al 100%, stava benissimo con il pane magico (ma nella foto il pane magico era ormai finito e l'hummus è proposto con semplice pane).


L'autore è il solito Hugh Fearnley Whittingstall, per il quale mi sono presa un po' una cotta :-)
Lo rivedrete su questi schermi, infatti, e ovviamente su quelli dello Starbooks.

domenica 6 gennaio 2013

È tornata la Befana!

Il 6 gennaio mi sembra il giorno giusto per farmi rivedere da queste parti, no? 

Due mesi di latitanza, direi che possono bastare. Se sento ancora nostalgia, vuol dire che non c'è niente da fare, devo tornare.

Non che abbia più tempo, anzi, ma la prenderò come si deve, cioè come un passatempo. 

Mi perdonerete se non passerò spesso dai vostri blog, se non sarò costante, se avrò periodi di assenza.

E per cominciare subito bene, subito in ritardo, ecco il carbone dolce che ho fatto per la squinzia buongustaia, che di carbone dolce certificato senza glutine in giro non se ne trova.

L'avevo visto l'anno scorso su alcuni blog, purtroppo in ritardo.

Che, dall'alto dei suoi 11 anni, non crede più alla Befana, a Babbo Natale e al topino dei denti, ma ...
« Mamma non penserai mica che esista per davvero una vecchietta decrepita che va in giro con la sua scopa volante?»
«Allora stanotte niente calza?»
 «Mamma, ma io scherzavo! Quella vecchietta esiste eccome, non ti ricordi che una volta ci ha lasciato pure una lettera?!?!? E ho anche visto Babbo Natale, se è per questo!»

Il tutto con uno splendido sorriso sornione.

Grazie Stefania, grazie omonima profumata per avermi permesso di accontentare la mia ragazza.

E grazie Anna, che ha usato una ricetta un po' diversa. L'anno prossimo sperimenterò la tua.

La vostra carissima Befana
 



Carbone dolce
Ingredienti
  • 250 g di zucchero semolato
  • 50 g di acqua
  • 1 cucchiai di albume
  • 25 g di zucchero a velo ()
  • colorante alimentare (io in gel) ()
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o riportare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.

Preparazione
Far bollire lo zucchero semolato con l'acqua, controllando la temperatura con il termometro, finché non raggiunge i 130°C.
Nel frattempo preparare una glassa colorata con lo zucchero a velo, due cucchiai di albume e del colorante alimentare. Io ho usato il nero, ma si può fare dei colori che si preferisce.

Quando lo sciroppo di zucchero raggiungere i 130° versarvi una goccia di colorante alimentare, quindi aggiungere un paio di cucchiaiate di glassa colorata. Gonfierà che è uno spettacolo. Mescolare per amalgamare bene il tutto, e versare in una ciotola coperta di carta stagnola.
Far raffreddare qualche ora, tagliare a pezzi, mettere negli appositi sacchettini et voilà, il carbone è servito!

venerdì 23 settembre 2011

Fichi? Si, ma con il whiskey

salsa whiskey e fichi
Si, in effetti la foto è un po' storta. E non è l'effetto torre di Pisa di chi non usa la griglia nel mirino della macchina fotografica.
È proprio storta. Come mai? Firulì firulà...

È che a rimembrare i (bei? non è dato saperlo...) tempi andati Sex-and-The-City, ci ho preso gusto, e mi è venuto in mente uno sfizio, adesso si chiamerebbe finger-food, ma allora manco sapevano cos'era, un finger-food, che preparava mia nonna nei favolosi anni '70.

Li preparava soprattutto per i cocktail che mio zio (vitellone di provincia doc, night-club, macchine sportive, poker, tennis al club, aperitivi e tante tante fanciulle) organizzava con gli amici.

Uno sfizio veloce, alcolico al punto giusto, adatto a cominciare bene la serata.

Ho pensato "Perché non tirarlo fuori dal cappello?"


Perfetto... Se non fosse che... il mio senso di equilibrio, come si vede dalla foto, ne ha risentito :-)

Salsa di fichi al whiskeyIngredienti
  • fichi
  • whiskey
  • salame (¶)
  • mortadella (¶)
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
Preparazione
Facilissimo e super-veloce: prendere i fichi (quanti ve ne servono), di quelli rossi con la buccia verdina, sbucciarli, passarli al mixer ed aggiungere whiskey. A piacere, nel senso che all'inizio ce ne mettete poco, un cucchiaio, e poi vedete voi, come la preferite al gusto.

Si accompagna con dadini di mortadella (essenziale, anzi, mia nonna la usava per farcire dei conetti di mortadella, ma secondo me è meglio così), fettine di salamino, ed altre sfizierie da cocktail.

martedì 3 maggio 2011

Fiori, fiori e fiori... anche nel piatto!

fiori di meloFiori di melo

È bellissimo, quando credi che per quest'anno ormai la fioritura te la sei persa, trovarsela all'improvviso di fronte in una domenica in montagna, iniziata sotto i peggiori auspici meteorologici ed invece, via via che passavano le ore, diventata sempre più allegra e solare.
Un vero tripudio di ciliegi selvatici, meli, ma anche lillà, bacche di agrifoglio rimaste dall'inverno, e, ovviamente, le immancabili margheritine.
Perché in montagna, per mia fortuna in questo caso, la natura arriva in ritardo, e a me è parso che abbia voluto aspettarci, in questa prima gita della stagione.

margheritine
Mentre salivamo siamo passati attraverso boschi dai verdi più diversi, e fra questi spiccava il bianco della fioritura delle acacie. Forse non le avrete mai notate, ma i fiori di acacia sono bellissimi, praticamente dei glicini perfettamente bianchi, e più piccoli.
Osservandoli incantata mi è venuto in mente che l'anno scorso, di questa stagione, avevo visto varie ricette in giro con i fiori di acacia, e così ne abbiamo raccolti un po', e fritti, senza sapere nemmeno bene come fare. Non mi ricordavo nemmeno se fosse un fritto dolce o salato, e alla fine ho deciso di lasciarlo neutro, per poterlo assaggiare in entrambe le versioni, e decidere "sul campo".

Per la ricetta ho cercato un po' in qua un po' in , e alla fine ho deciso per la soluzione la più semplice, ovvero nessuna pastella ma un leggerissimo velo di uovo sbattuto e poi farina.
Sono venuti leggerissimi, croccanti e saporiti, tutti quanti (e come ho scritto spesso, in questa casa sono parecchio uggiosi sul mangiare) hanno gradito assai.

È proprio vero che fritta è buona anche una scarpa!

.... Anche se, parlando poi con mia suocera, mi ha detto che da bambina campagnola lei li mangiava sempre, ma non fritti, così come natura crea, direttamente dagli alberi, e se li ricorda buonissimi!

Quante cose ci siamo perduti...

fiori di acaciaFiori di acacia

Fiori di acacia fritti
Ingredienti
  • una ventina di fiori di acacia
  • un uovo
  • farina senza glutine (ho usato la Mix It! della DS) (¶)
  • olio di semi di arachide
  • sale
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Preparazione
Anche questa è facilissima.
Unica precauzione: dato che i fiori non si possono lavare, bisogna usare fiori provenienti da alberi lontani da da strade o comunque al sicuro da fonti di inquinamento e contaminazione di sorta.

Sbattere l'uovo con un pizzico di sale.

Mettere un po' di farina in un piatto.

Scaldare l'olio per friggere in una padella dai bordi alti, dove i fiori possano stare completamente immersi.

Passare i grappoli di fiori interi prima nell'uovo sbattuto e poi nella farina, e buttarli nell'olio bollente giusto il tempo di farli dorare.
Sgocciolarli su carta paglia e servirli: si possono fare sia salati, spolverandoli appunto di sale, o dolci, spolverandoli di zucchero a velo.
Ci sono piaciuti di più salati.
Sono buoni e molto scenografici.

Inevitabilmente, data la delicatezza del tutto, alcuni fiori vengono via. Mi sembrava un peccato buttarli, e così li ho compattati e ho fritto pure quelli, tipo frittelline. Mi ha fatto ridere trovare nel post di Norma di stasera la stessa soluzione.


fiori di acacia fritti

mercoledì 23 marzo 2011

Operazione bucce d'arancia: polvere, scorzette candite... magari al cioccolato

scorze candite e polvere d'arancia
Siamo ormai alla fine dell'inverno, o almeno lo speriamo. Le giornate si sono allungate, e all'uscita di scuola si può ricominciare ad andare ai giardini con un certo piacere, senza che il buio arrivi subito a rovinarci la festa. Domenica ci sarà pure il passaggio all'ora legale, che, malgrado renderà più scuri i miei risvegli mattutini, allungherà ancora le mie giornate la sera, le mie e soprattutto quelle dei bimbi, che quando possono rivivere al sole sembra rifioriscano, come d'altronde tutti gli animali, in questo periodo (ve lo ricordate Bambi, vero?)

Il freddo più intenso sembra deciso ad abbandonarci, anche se quest'anno ce ne ha messo del tempo per convincersene. Eppure... Eppure io ho ancora delle arance del G.A.S.!
Effettivamente ne avevamo prese un bel po', quest'anno, quasi un'ottantina di chili, fra i vari ordini, e le ho ammannite alla famiglia in tutte le salse, dall'antipasto al dolce: insalata di arance e finocchi, pollo all'arancia, scaloppine all'arancia, maiale all'arancia, e poi dolci, tanti dolci: bavaresi e crostate, cake e muffins, schiacciate alla fiorentina, tarte, ma anche marmellate e cioccolatini (se le ricette non le trovate tutte sul blog dovete perdonarmi, qualcosa lo dovrò pure pubblicare anche l'anno prossimo, no?). Eppure ce ne sono avanzate parecchie da mangiarcele dopo i pasti, semplicemente nature, al massimo tagliate a fette e spolverate con un po' di zucchero. In effetti dalla prima informata di arance i bambini hanno pure smesso di prendersi raffreddori e influenze, sarà un caso o è merito suo, della regina dell'inverno?

Insomma, con tutte queste arance avevo sempre un sacco di bucce. Odio buttare via il cibo, anche se di scarto, e odiavo in particolare buttare via queste cose così belle e profumate. Quindi è partita l'operazione "recupero scorze d'arancia", che ha esasperato tutta la famiglia. Vabbé recuperare le bucce delle arance che usavo io per cucinare, ma ho veramente lavorato a tappeto: bastava che qualcuno accennasse a mangiarsi un'arancia che io, Zac!, lo placcavo subito: "Le bucce, non buttare le bucce!" e poi anche (perché quando si è rompiscatole bisogna farlo bene...) "Non le mettere lì che è pieno di briciole, mettile in un piatto... Non me le vorrai mica contaminare con il glutine!"
Insomma, bastava che si profilasse una buccia d'arancia all'orizzonte che arrivavo subito io, a togliere la parte bianca con un coltellino (almeno questo non lo facevo fare a loro) e poi... Si, poi cosa ne ho fatto di tutte queste bucce?
Due cose semplicissime: polvere d'arancia e scorze d'arancia candite.

Ca va sans dire che, per usarle così, si deve avere la certezza che le nostre arance siano non trattate e biologiche, ma io potevo stare tranquilla, le mie arance del G.A.S. erano quel che ci voleva!

La polvere d'arancia, che impazza sul web, è una cosa semplicissima, della quale non ha nemmeno senso dare una ricetta: si sbucciano le arance, o meglio si recuperano le bucce di risulta, si toglie la parte bianca con un coltellino, e si mettono sul termosifone in una ciotolina. Quando sono perfettamente secche, si polverizzano con un tritatutto e si conserva la polvere in un barattolo.
A che serve? A quasi tutto: come aroma per i dolci, per il pesce al forno, per aromatizzare vari tipi di carne. Io l'ho cacciata ovunque, dagli impasti, (ottima nella frolla), alle creme, dai biscotti agli umidi.

E poi, vuoi mettere il profumo che si sprigiona quando uno le sta seccando sul termosifone? Un pout-pourri fatto in casa aromaticissimo.

Un po' più brigosa, ma nemmeno tanto, la preparazione delle scorze d'arancia candite. Ma ne vale la pena, vengono veramente squisite!



scorze d'arancia candite

Scorze d'arancia candite
Ingredienti

  • Buccia di arance biologiche non trattate
  • Zucchero semolato
  • Acqua
Preparazione
Togliere con un coltellino la parte bianca delle bucce d'arancia, dar loro una forma il più possibile regolare, a filetti non troppo piccoli, e metterli a bagno nell'acqua fredda.
Lasciarle a bagno per tre giorni, cambiando l'acqua almeno un paio di volte al giorno.
Il terzo giorno, scolare le arance dall'acqua e pesarle.
Nel frattempo preparare uno sciroppo denso con un quantitativo di zucchero pari a quello delle arance, e metà acqua.
Immergere le arance nello sciroppo, tenuto sul fuoco bassissimo, rigirarle bene e lasciarle lì qualche minuto (ci vuole poco) finché lo sciroppo non si addensa parecchio.
Toglierle dallo sciroppo, e farle asciugare su una gratella per dolci o anche sul un foglio di carta da forno.
Se avete fretta e non potete aspettare tre giorni, si può tralasciare il riposo iniziale, a patto di buttare le bucce d'arancia ripulite dal bianco in acqua calda bollente per tre volte, cambiando l'acqua ogni volta. In questo modo le bucce si ammorbidiscono e perdono un po' dell'amaro. Procedere poi come spiegato sopra.
Queste scorzette non sono proprio uguali ai canditi tradizionali, che richiederebbero un trattamento molto più lungo, mettendo le scorze giorno dopo giorno in sciroppi via via più densi, ma il risultato è ottimo lo stesso, e si possono conservare comunque a lungo in un barattolo chiuso.

Ma cosa ci se ne fa di questi quantitativi industriali di scorze candite? Beh, prima di tutto si mangiano così come sono (mia figlia ad esempio ne va matta), poi si usano come normali canditi per i dolci, oppure, se proprio non ne avete abbastanza di goloserie, si possono sempre buttare nel cioccolato fuso (pardon! temperato) e tirar fuori delle meravigliose scorzette d'arancio candite al cioccolato, una cosa golosissima delle quali non potrete più fare a meno.


conserva di aranci dell'artusi

Scorzette d'arancia candite al cioccolato
Ingredienti
  • scorze d'arancia candite
  • cioccolato fondente a 70% (¶)
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Preparazione
Come temperare il cioccolato come spiega il solito Nanni: tritare il cioccolato, e pesarlo (ricordatevi il risultato della pesata, però, se no è tutto inutile!). Metterlo quindi a sciogliere, in una ciotola di plastica, nel micro-onde a bassa potenza. Aprire ogni tanto il micro-onde, mescolare con una spatola di silicone e controllare la temperatura.
Quando il cioccolato raggiunge i 50°, ci siamo! (la stessa temperatura per il cioccolato al latte, mentre per il cioccolato bianco bastano 45°)
Togliere il cioccolato dal forno, e metterne da parte, in un'altra ciotola, 1/3 (è a questo che serviva la pesata iniziale!)
Versare il cioccolato rimasto sul piano di marmo, e cominciare a spatolarlo con una spatola di metallo di quelle piatte per decorare le torte, e, quando è tutto steso, rimetterlo al centro con la spatola triangolare metallica. Controllare la temperatura, e quando si raggiungo i 27° (26° per quello al latte, 25° per quello bianco), raccogliere di nuovo al centro la massa, che intanto starà addensandosi velocemente, e versarla, aiutandosi con le spatole, nella ciotola con il cioccolato messo da parte.
Mescolare con la spatola di silicone, controllando la temperatura: quando diventa 32° (30° per quello al latte, 29° per quello bianco), il cioccolato è in tempera. Se si dovesse scendere troppo con la temperatura, conviene tenere da parte una pentola con dell'acqua quasi a bollore, infilarci la ciotola per qualche secondo, toglierla e continuare a spatolare finché non si raggiunge la temperatura (attenti al vapore e all'acqua in genere: asciugate sempre le ciotole perché l'acqua è nemica del buon temperaggio!).
Se invece la temperatura fosse troppo alta, continuare a spatolare fino al raggiungimento dello scopo, oppure versarne un po' sul marmo e procedere come spiegato in precedenza.

Quando il cioccolato è in tempera, tuffarci dentro le scorze d'arancio candite con l'apposita forchettina a due rebbi (io a dire il vero avevo così tante scorze che in realtà ce le ho buttate proprio dentro, nel cioccolato temperato, usando la forchettina solo per tirarle fuori).
Far sgocciolare le scorzette dal cioccolato in eccesso, e metterle ad asciugare su un foglio di carta da forno. Se il temperaggio è stato effettuato correttamente, si asciugheranno molto velocemente.

Ecco pronte le nostre scorze, da conservare nei soliti barattoli chiusi.
Giovedì scorso ne ho fatte più di tre etti, e stanno diminuendo alla velocità della luce. Dove si nasconderanno questi ladri golosi in casa mia? ;-)

Con questo post tutto arancione partecipo al calendario di Ammodomio di aprile e, per il colore arancio, al Contest a colori di Profumi&Sapori


sabato 19 febbraio 2011

Due sgranocchini per la collega con la C (ma anche la S) maiuscola

sablés grano saraceno e zenzero
Ieri sera doveva venire a cena da noi la persona che mi ha dimostrato che anche dopo i quarant'anni si può diventare amici in un amen, colei che spesso non capisco alla prima quando la leggo, e a volte anche alla seconda e alla terza e non mi arrabbio ma anzi mi sento bene (praticamente la versione in carne ed ossa della Rossanda, un cincinnino più giovane però). L'insegnante più severa e amata fra tutte quelle che ho bazzicato.

In una parola, la famosissima, unica, inimitabile, collega stronza.

Appena conosciuta ho pensato "Questa dev'essere tosta e brava".
La settimana dopo la consideravo una terribile stronza.
L'ultimo giorno di scrutini eravamo lì che piangevano a suon di dolcetti perché non saremmo state più nella stessa scuola.

Per fortuna che la piccola città e la città della stazione nota sono agevolmente collegate dalla via ferrata, e la
'Povna non è una che si fa intimorire da un centinaio di km. Lei no.

Insomma... "
'Povna, dai, vieni a cena, ma stasera proprio non ti posso fare niente di che, si pranza in famiglia" "Si si gaia celiaca, lo sai che vengo per voi, non per il cibo".
Però dato quando viene è sempre un po' una festa che ci rende tutti felici, non potevo proprio rifilarle una minestrina di dado :-)

Che fare? Vabbé, la lonza indignata dei Cuochi di Carta ormai è diventata un classico in questa casa, e si adattava perfettamente al personaggio, il riso basmati alla creola sta bene con tutto, due radicchi grigliati pure. E poi? Niente schiacciata alla fiorentina, quella vera col lievito di birra ci vuole troppo. E poi faccio una brutta figura, le dico che non c'è niente da mangiare e le faccio trovare anche il dolce? Non serio...
Però... almeno uno stuzzichino! Qualcosa da sgranocchiare durante le concitate discussioni sulla Bindi, Castagnone, gli adolescenti à la campagne, Battiato, il tutto sopra, in mezzo e sotto le righe.
E cosa fare allora?
In questo periodo non faccio altro che sfornare biscotti. Perché non farne di salati, da mangiare con un po' di pecorino e salumi, e un buon bicchiere di vino? Non ci ho mai provato, ma non verranno mica una schifezza... Non vennero una schifezza, proprio per niente.

Ed ecco a voi, dedicati alla 'povna, gli

Sgranocchini salati allo zenzero e grano saracenoIngredienti
  • 50 g di farina di riso (¶),
  • 50 g di amido di mais (¶),
  • 50 g di fecola di patate (¶)
  • 50 g di farina di grano saraceno (¶))
  • 100 g di burro
  • 1 uovo
  • una puntina di lievito chimico
  • 1 pizzicone di sale
  • 5 cm di zenzero fresco
  • semi di finocchio
  • semi di sesamo
  • acqua fredda
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
Preparazione
Mescolare con la punta delle dita il burro freddo a pezzetti con il mix di farine, il sale e il bicarbonato, a fare il solito briciolame fine. Aggiungere l'uovo, un paio di cucchiai di acqua gelida ed impastare velocemente.
Aggiungere lo zenzero fresco grattato.
Dividere l'impasto in due, in una metà aggiungere un bel cucchiaio di semi di finocchio schiacciati, nell'altra il sesamo.

Mettere l'impasto in frigo per una mezzoretta, nel frattempo accendere il forno a 180°.

Stendere gli impasti con il mattarello a circa 3 mm di altezza, cospargerlo dei semi utilizzati all'interno e ritagliare a losanghe con un tagliapasta.

Cuocere in forno per i solito 12-15 minuti al massimo, finché i bordi sono leggermente dorati.

Sono molto sgranocchianti, senza impegno, uno-tira-l'altro.
Dei veri sgranocchini.

È una delle tante ricette che potrete trovare sul mio libro Torte rustiche gluten free.


Torte rustiche gluten free

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