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lunedì 10 febbraio 2020

Quinoa e ceci alla marocchina naturalmente senza glutine

moroccan vegetable soup with green harissa and couscous

Un piatto di ispirazione araba, anche questo realizzato anni fa per lo Starbooks, ove la quinoa prende il posto del cous-cous, di cui costituisce, a mio avviso, un ottimo sostituto. Direi anzi che la quinoa è decisamente migliore del cous-cous senza glutine.

E' un piatto vegetariano, anzi, vegano, e dato che ultimamente mi sono data alla cucina vegetariana è perfetto da ritirare fuori.

A me è piaciuta davvero: mi sono piaciute le verdure usate, che qui da noi sarebbero un insulto alla stagionalità, il peperone insieme alle rape, ma credo che invece nelle terre maghrebine possa avere un suo perché. Mi è piaciuto l'effetto complessivo delle spezie ed aromatiche, mi sono piaciuti i colori, bellissimi, e anche questo mischiare sapori invernali con sapori freschi estivi. 

I sapori di questo piatto sono decisi, ed è molto gustoso.

Può declinarsi più o meno brodoso, quindi o un piatto unico o una specie di zuppa, come si vede dalle foto.



Ingredienti
300 g di ceci secchi, tenuti a mollo per una notte e scolati
1 cipolla grossolanamente tritata
1 piccola foglia di alloro
2 cucchiaini di cumino macinato al momento
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
2 spicchi d'aglio schiacciati
2 rape sbucciate e tagliate a dadini di 1 cm di lato
2 carote tagliate a cubetti di 1 cm di lato
1 patata dolce sbucciata e tagliata a cubetti di 1 cm di lato
1 peperone rosso, tagliato a metà, tolti i semi e tagliato a pezzetti di 1 cm di lato
1 cucchiaino di paprika (*)
¼ di cucchiaino di peperoncino in fiocchi 
¼ di cucchiaino di curcuma in polvere (*)
200 g quinoa 
2 cucchiai di menta tritata
1 cucchiaio di coriandolo tritato
1 pezzetto di 2 cm di ginger, tritato finemente 
1 litro di brodo vegetale
1 barattolo di pelati da 400 g con il loro succo
2 cucchiai di succo di limone

Per l'harissa verde
50 g di coriandolo fresco tritato grossolanamente
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 spicchio d'aglio schiacciato
1 peperoncino verde, tolti i semi e tritato finemente
¼ di cucchiaino di cumino in polvere (*) (io sempre ottenuto dai semi con il macinaspezie)
½ cucchiaino di ginger in polvere (*) (io 1 cm circa di zenzero fresco)
sale marino 

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (*) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono essere contrassegnati con la scritta SENZA GLUTINE.

La sera prima mettere in ceci in ammollo in abbondante acqua, con una puntina di bicarbonato di sodio.

Il giorno seguente scolare i ceci dalla loro acqua, e metterli a bollire in 1,5 l di acqua fredda con un cucchiaino di bicarbonato, 1 cucchiaino di cumino, qualche foglia esterna della cipolla, la foglia di alloro, senza salarli, il tempo necessario perché diventino teneri ma non sfatti (tempo assai variabile, in quanto dipende dalle dimensioni dei ceci e dalla loro freschezza, più sono vecchi e grossi più tempo ci metteranno).

Scolare e mettere da parte. Togliere la foglia di alloro.

Preparare il brodo vegetale mettendo in una pentola, a freddo, le verdure mondate e tagliate e grossi pezzi e almeno 2 l di acqua. Far bollire piano per un'ora. Togliere le verdure e tenere da parte il brodo.

Mondare la rapa, la carota, la patata dolce, sbucciarle e tagliarle a dadini di 1 cm di lato. Tagliare a cubetti di 1 cm di lato anche la falda di peperone rosso.

Scaldare due o tre cucchiai di olio in un'altra pentola a fuoco medio, quindi unire il resto della cipolla tritata, l'aglio, le rape, le carote la patata dolce e il peperone, insieme alla paprika, al peperoncino secco, la curcuma e il ginger tritato.

Ridurre la fiamma al minimo, incoperchiare e cuocere per 5 minuti, finché le verdure cominciano ad ammorbidirsi. Unire i ceci lessati e mescolare.

Versarci sopra 1/2 l di brodo vegetale, i pelati e portare di nuovo a bollore. Ridurre la fiamma e far sobbollire per 20 minuti, finché i profumi sono ben mescolati e il tutto si è asciugato un po': deve esserci un fondo liquido, ma dev'essere una preparazione sostanzialmente asciutta, non una zuppa.

Quando è quasi pronto preparare la quinoa: lavarla ripetutamente in un setaccio a maglia fine sotto l'acqua corrente, quindi metterla in una pentola con 350 ml di acqua e un pizzico abbondante di sale. Far prendere il bollore, quindi ridurre il fuoco al minimo, incoperchiare e cuocere dai 12 ai 15 minuti (dipende dal tipo di quinoa): è pronta quando i chicchi si sono aperti in piccole spirali e l'acqua è completamente assorbita.

Quando è cotta lasciar riposare coperta, mettendo un tovagliolo fra la pentola e il coperchio, per 5 minuti, quindi versare in una ciotola e sgranare con una forchetta.

Mettere la quinoa cotta in una ciotola da parte.
Prima di portare in tavola, completare la preparazione dei ceci: unirvi la menta e il prezzemolo tritati e 2 cucchiai di succo di limone, cuocere per 2 minuti, e portare in tavola. Servire insieme alla quinoa.

venerdì 22 luglio 2016

Shawarma di pollo al forno (featuring Nigella)

Chicken shawarma

La shawarma è quello che da noi chiamiamo kebab, ovvero carne condita dalle più disparate spezie, infilzata su un grande spiedo rotante e cotta lentamente.
Io la prima volta che l'ho mangiato era a Bruxelles, durante il mitico Interrail post-maturità, che moltissimi della mia generazione hanno fatto: un viaggio favoloso in lungo e in largo per l'Europa apparentemente schizofrenico, dove la schizofrenia era dettata dall'esigenza di spendere il meno possibile, e quindi di passare le notti in treno, già pagato, per evitare di dorversi pagare l'albergo/ostello.
A Bruxelles ci andò di lusso, fummo ospitate, io e la mia amica, da un suo cugino che lavorava all'allora CEE.  Bei tempi, pieni di speranze, molte delle quali, trent'anni dopo, si sono miseramente infrante sull'altare di Mammona.
No, non si sono infrante da sole, le hanno distrutte, con la loro ingordigia, con la loro mancanza di umanità, e, bisogna dirlo, con la loro stupidità e mancanza di lungimiranza.
Perché alla fine avevamo ragione noi, gli utopisti, i velleitari, quelli poco realisti.
Che ci voleva più umanità, accoglienza, sobrietà, coscienza civile, equità, diritti ...
E a chi si ostina a dire che eravamo dotati di poco senso pratico, non eravamo realisti, che così non si ottiene nulla, che queste cose costano... chiederei invece cosa hanno ottenuto loro, con il loro realismo e cinismo, e quanto è costato alla collettività, anche economicamente!

Hanno reso il mondo grondante di sangue e l'hanno chiamato progresso.

Bruxelles era bellissima, e già viveva ciò che in Italia ancora non esisteva, una società multi-etnica. In una stradina dietro la Gran Place erano allineati questi negozietti, i gestori erano tutti Greci, e vengano il pita-gyros. Che altro non è che la shawarma. Insomma, dei kebabbari. All'epoca da noi manco sapevamo cosa fosse un kebab.  Però questo pita-gyros ci piacque, era sostanzioso, saporitissimo e costava davvero poco.
E poi lo vedevi girare, girare, colando grasso forse non del tutto salubre, ma che importa a vent'anni? 

Così quando su Simply Nigella che abbiamo starbookato a maggio ho visto questa shawarma (l'ha fatto l'Araba) ho subito pensato che sarebbe stata mia. In forno, senza impuzzolentire casa, senza sporcare. Una soluzione che univa davvero l'utile al dilettevole, e pure sana, alla fin fine.
Le foto sono un pallide pallido il pollo, pallidi i pomodori. Ma il pollo in realtà non viene pallido per niente, ed è gustosissimo. E i pomodori erano quelli di maggio.
Consiglio questo piatto assolutamente.

Chicken shawarma


Chicken shawarma
(da Simply Nigella di Nigella Lawson)
Ingredienti
(per 4 persone)
12 cosce di pollo disossate e senza pelle
2 limoni non trattati
100 g di olio extravergine d'oliva
4 spicchi d'aglio tritati finemente
2 foglie di alloro
2 cucchiaini di paprika (¶)
2 cucchiaini di cumino
1 cucchiaino di coriandolo
1 cucchiaino di peperoncino secco
1/4 di cucchiaino di cannella in polvere (¶)
1/4 di cucchiaino di noce moscata appena grattugiata
2 cucchiaini di sale

Per la salsa
250 g di yogurt greco
4 cucchiai di tahina (¶)
1 spicchio d'aglio 
il succo di mezzo limone
4-5 rametti di menta fresca 
pepe rosa (opzionale)
sale

Per accompagnamento
lattuga
pomodori
cetrioli  
pane tipo pita  (¶) 

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento
Preparate il pollo:
Invece delle cosce ho usato dei comodi filetti di pollo che trovo in una nota catena di supermecati che mi sta antipatica ma sulla carne è a mio avviso accettabile, per essere GDO. Sono più piccoli di un petto di pollo, ma non sottili come le fette. Comodissimi, ma la prossima volta userò le cosce perché sono più saporite.
Mettete i filetti (le cosce) di pollo in una ciotola, grattugiateci sopra la buccia dei limoni, quindi unite il succo spremuto. Versateci l'olio, l'aglio, il cumino e il coriangolo macinati con un macina-spezie, la cannella, il peperoncino, la noce moscata, il sale.
Mescolate bene con le mani, coprite con la pellicola e mettete in frigo per almeno 6 ore.
Tiratelo fuori dal frigorifero un'ora prima di cuocerlo e nel frattempo accendete il forno a 220 °C.
Versate tutto il contenuto del sacchetto in una pirofila abbastanza grande in modo che la carne stia in un solo strato e cuocete per circa 30 minuti, o comunque finchè sarà dorato.

Preparate la salsa:
Sbucciate e tritate lo spicchio d'aglio. Spremete il mezzo limone. Tritate la menta. In una ciotolina mescolate lo yogurt con tutti gli altri ingredienti. Tenete al fresco fino al momento di utilizzarla. Potete volendo dare colore con qualche bacca di schinus (pepe rosa).

Per il servizio
Sistemate la lattuga lavata e fatta a pezzi con le mani in un piatto da portata e completate con il pollo, incluso il sughetto che è squisito. Unite anche il pomodoro a pezzetti e il cetriolo sbucciato e tagliato a fettine. Cospargete di un po' di salsa, e portate il resto a parte.
Servite con accompagnamento di pane pita o simili. Ad esempio questo, oppure questo o anche questo, sono tutti perfetti.

Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.



venerdì 4 marzo 2016

Brick à l'oeuf senza glutine, da leccarsi le dita

Brick à l'oeuf senza glutine

Ho questo passato internazionale, da expat si direbbe oggi, di cui, un po' stupidamente, tendo ad essere fiera, anche se di merito ne ho ben poco.
Quando ero piccola, anzi, piccolissima, diciamo pure appena nata, la mia famiglia si trasferì per un paio d'anni in Tunisia: mio padre, giovane architetto di belle speranze, aveva trovato lavoro là, con la cooperazione internazionale. Niente di particolarmente romantico: giovane architetto neo-laureato, era stato chiamato, nell'ambito di un progetto del Ministero, a collaborare sulle problematiche urbanistiche di una regione tunisina. La faccenda si ripeté poco dopo, e infatti ho al mio attivo altri due anni da expat, questa volta in Algeria. Devo dire che mentre della Tunisia non ho alcun ricordo - ero davvero troppo piccola- dell'Algeria ne ho molti: le maestre dell'asilo, il mio fidanzatino, ma anche il mare, Algeri la bianca, il deserto, le oasi, la bontà della soup aux poissons, dei dolci dolcissimi al miele e del cous-cous ai legumi e verdure. Amavo meno l'onnipresente carne di montone, che pure adesso non è che mi entusiasmi, al ricordo.
Anche se della Tunisia non ricordo granché, ho tantissime foto, di un giardino pieno di piante lussureggianti fra le quali muoveva i suoi primi passi una bambina già allora parecchio cicciottella e molto divertita, di una bambola più grande di lei, di una giornata a Djerba durante la quale, almeno a giudicare dal reportage fotografico, devo essere stata parecchio uggiosa. Anche della mia amatissima nonna Carmela, in visita fra palme datteri e sabbia.
Ovviamente ci sono i tantissimi ricordi dei miei genitori, la malinconia di mia madre sola con una bambina piccola in un paese straniero dove parlavano una lingua per lei incomprensibile, mio padre sempre fuori per lavoro, le lunghe ore passate ad intrattenermi in giardino, cercando un po' di refrigerio dalla grande calura sotto gli alberi, o rintanate dentro casa. Una malinconia che pian piano si impossessò di lei fino a costringere il giovane fratello a venirle a fare un po' di compagnia.
I racconti però narrano anche di cibi, e soprattutto mio padre ha sempre decantato la meraviglia di un piatto che fu il primo a mangiare appena arrivato laggiù, un fagotto di pasta croccante fritta fumante che aperto rivelava il suo delizioso segreto, un uovo con il bianco appena rappreso e il tuorlo ancora fluido, ma caldo, il tutto accompagnato da verdure e profumi arabi: il brick à l'oeuf. Sento parlare di questo piatto, forse oggi lo chiameremmo street food, da cinquant'anni, e me ne sono innamorata per procura anch'io, pur senza averlo mai assaggiato. Mi era sempre parso molto difficile da fare in casa, e poi, la pasta brick, chi la trovava da noi?

Pasta brick senza glutine

Poi è arrivata la celiachia, la mia passione per la cucina mi ha sempre più consumato, o meglio sarebbe dire fatto lievitare, e questa pasta brick ricorreva nei miei pensieri. Riuscirò a farla? Come si farà? Mi sembrava un'impresa oltre le mie possibilità ma, si sa, niente è oltre le proprie possibilità, se si vuole veramente una cosa. Così mi sono ritrovata a cercare notizie sul web, a consultare libri e siti, e alla fine è venuta fuori, delicatissima e buonissima, e con lei il mio primo, ma certo non ultimo, brick à l'oeuf, che certo non ha tradito le aspettative. È veramente, nella sua semplicità, un piatto buonissimo.
Per il ripieno si può dare sfogo alla fantasia, ho letto che uno dei ripieni più classici è a base di tonno, capperi e patate, con ovviamente l'aggiunta dell'immancabile uovo.
Io ho preferito, come primo esperimento, provare la semplicissima ricetta di Ottolenghi, di cui mi fido ciecamente: occhieggiava da tempo su Jerusalem, e non mi ha tradito. Cipolla soffritta, prezzemolo e uovo. Rièn d'autre.
Ma facciamola finita, con queste memorie d'infanzia che non interessano a nessuno e via alla ricetta.

Brick à l'oeuf senza glutine


Brick à l'oeuf senza glutine
Ingredienti
(per 4 brick à l'oeuf)

8 o anche 12 fogli di pasta brick senza glutine (¶) 
4 uovo
6 cucchiai di cipolla tritata (meglio se cipollotto, ma io l'ho fatto con la cipolla)
4 cucchiai di prezzemolo 
sale
pepe 
olio extravergine di oliva
250 ml di olio di arachidi

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento
In una padella mettete un cucchiaio di olio extravergine di oliva e fatevi soffriggere la cipolla almeno una decina di minuti, mescolando, finché appassisce senza dorare. 
Per ogni porzione stendete i fogli di pasta brick sovrapposti su una fondina. La ricetta parla di un foglio solo per porzione, ma la mia pasta brick è davvero sottile e delicata, e uno foglio solo non reggerebbe il ripieno. Ne ho usati due, ma anche tre ci starebbero bene.

Brick à l'oeuf senza glutine

Mettete un cucchiaio e mezzo di cipolla nel mezzo, un cucchiaio di prezzemolo tritato, e allargateli creando una specie di fontana. Rompete nel mezzo l'uovo, cercando di evitare che sbordi. Salate e pepate con generosità, e richiudete delicatamente la pasta brick come se fosse un pacchetto, verso il centro: prima il lato di destra, poi quello di sinistra, poi la parte in alto quindi quella in basso. Dice che non c'è bisogno di sigillare i bordi, se l'impacchettamento è fatto per bene reggerà, e in effetti così è stato.
Mettete l'olio di arachidi in una padella non tanto grande, dovrà avere circa 2 cm di profondità. Eventualmente aggiungetene altro fra la cottura di un brick e l'altro.
Accendete il fornello e fate scaldare l'olio. Dovrà essere caldo ma non caldissimo, altrimenti i brick brucerebbero troppo velocemente senza permettere all'uovo all'interno di rapprendersi.
Quando l'olio sarà caldo, aiutandovi con una paletta, e delicatamente, trasferite il primo brick nella padella, con la chiusura del pacchetto rivolta verso il basso. Fate cuocere circa 60-90 secondi per parte, quindi trasferite il brick sul piatto di servizio e cuocete il successivo.
Vanno ovviamente mangiati subito.
Mio babbo racconta che in Tunisia si mangiano con le mani, e viene messa a disposizione una bacinella piena d'acqua tiepida con dentro alcune petali di rosa e una salvietta pulita per ripulirsi le mani dopo essersi abbuffati e sporcati di tuorlo d'uovo.

È una delle tante ricette che potrete trovare sul mio libro Torte rustiche gluten free.


Torte rustiche gluten free




Con questa ricetta partecipo anche al 100% Gluten Free (fri)Day
una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living

lunedì 29 febbraio 2016

Pasta brick senza glutine


Pasta brick senza glutine

Alzi la mano chi sa cos'è la pasta brick!
Non vedo molte mani alzate...
La pasta brick ( D'Youl in Algeria) è la sorella maghrebina della pasta phillo, (o yufka in Turchia), nel senso che con la pasta brick si preparano, in Algeria, Tunisia, Marocco, molti dei piatti analoghi a quelli che conosciamo realizzati con la phillo. Quali? I borek per esempio, le torte salate, la b'stilla, i briouates, e e tutti quei dolci dolcissimi a basta di frutta secca e miele di cui la baklava è la regina.

Se le modalità di utilizzo sono molto simili, le procedure di preparazione sono totalmente diverse.
Mentre la phillo è di fatto una sfoglia senza uova molto sottile, che ricorda la pasta matta della Pasqualina, la pasta brick viene realizzata con una pastella a base sempre di acqua e farina, molto liquida, che viene spennellata su una superficie molto calda (ma non rovente, non a caso la padella viene scaldata sopra un bagno-maria e non direttamente a contatto con la fiamma). Si formano così delle crespelle sottilissime, quasi trasparenti, che cuociono in pocchissimo tempo, e si conservano impilate e spennellate una a una di grasso (olio o burro chiarificato, o meglio, in zona, lo smen, un burro chiarificato che viene salato e fatto fermentare), perché altrimenti sarebbe impossibile separarle. Sono sottili, i bordi sono croccanti ma l'impasto è elastico, infatti si può piegare, arrotolare, girare.
Se ne possono realizzare o delle torte salate o dei monoporzione che possono essere o fritti o cotti in forno, ovviamente dopo adeguata farcitura.
Io l'ho fatta sia con farine naturalmente senza glutine che con mix dietoterapici. I risultati sono piuttosto diversi, quelle fatte con farine naturalmente senza glutine sono risultate più spesse ed elastiche, le altre più sottili e croccanti. Anche se più difficili da lavorare, perché essendo più sottili sono anche molto più delicati, il risultato con i mix dietoterapeutici mi è piaciuto decisamente di più.

Per capire come fare la pasta brick con glutine mi sono documentata attraverso vari canali Youtube e blog. Non ho considerato quelli che prevedevano l'uovo fra gli ingredienti perché nelle indicazioni che ho trovato mi sembra che l'uovo sia un ingrediente spurio:

Comment fait on
Le blog de cuisine de Samar
Les recettes de Ratiba 
Ma fleur d'oranger

Mi sarebbe piaciuto far riferimento anche a qualche testo scritto di cucina araba, ma in quelli che ho, ed in particolare Jerusalem di Tamimi e Ottolenghi, La cucina del Medio Oriente e del Nord Africa della Roden, più un vecchio libro di cucina Algerina, di fa sempre riferimento alla pasta brick senza spiegarne la realizzazione. 
Pasta brick senza glutine

Pasta brick senza glutine
Ingredienti
(per 20 fogli circa da 20 cm di diametro)

150 g di farina per pane Nutrifree (¶)
30 g di amido di mais (¶)
450 ml di acqua 
1/2 cucchiaino da caffé di sale

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Pasta brick senza glutine

Procedimento
Setacciate la farina in una ciotola, unite l'amido e il pizzico di sale e versate a filo l'acqua, mescolando con la frusta energicamente per evitare grumi, fino ad ottenere una pastella molto liquida e perfettamente liscia, che farete riposare mezz'ora in frigorifero.


Nel frattempo mettete una pentola piena a metà d'acqua sul fuoco e quando ha preso il bollore, metteteci sopra una padella antiaderente con i bordi bassi a misura, in modo che copra perfettamente la bocca della pentola.
Quando la padella è ben calda, tirate fuori dal frigorifero la pastella e con un pennello di silicone abbastanza grande, spennellate la padella con la pastella in modo da coprirne uniformemente il fondo, come una crepes sottilissima. Fatela cuocere 2 o 3 minuti, da un lato solo, quando comincia a distaccarsi dal bordo significa che è pronta.

Aiutandovi con una spatola staccatela dalla padella delicatamente, e disponetela stesa su un piatto leggermente unto d'olio o di burro (non va cotta anche dall'altro lato, si cuoce da un lato solo).
Pulire la padella con uno straccio per togliere tutti i residui di pastella che farebbero rompere il foglio successivo, data la loro delicatezza.
Procedete allo stesso modo con gli altri fogli di brick, sovrapponendoli via via al precedente che, per evitare che attacchino, avrete spennellato con olio extravergine di semi o, meglio, burro fuso.
Via via eventualmente aggiungere acqua.
Vi accorgerete di dover aggiungere acqua quando via via la pastella si inspessisce e tende maggiormente ad attaccare alla padella.



Si usano come fogli di pasta phillo, anche se sono decisamente più delicati, quindi ci vuole molta attenzione nel maneggiarli.

Si conserva in frigorifero qualche giorno, coperta, e dicono si possa anche surgelare, ma io non l'ho fatta.

Per quanto è delicata secondo me prima si usa e meglio è.

Urge una precisazione: se volete provare a farla, prendetevi il tempo necessario. È una di quelle preparazioni non certo veloci. Tenete conto che per fare un foglio ci vogliono tre minuti, o giù di lì, e per fare ad esempio una torta salata, essendo molto sottili, ce ne vorranno almeno, e dico almeno, una ventina.
Io quando l'ho fatta, fra sperimentare i tipi di impasti, fare le foto, e poi soprattutto usarla una volta fatta, ci ho perso una giornata.
Uomo avvisato mezzo salvato, eh! 

venerdì 20 novembre 2015

Uova in cocotte ai peperoni... e un libro!

cocotte ai peperoni


Non so se lo sapevate, che Gluten Free Travel & Living ha scritto un libro.

Gluten Free per tutti i gusti. Mai nome fu appropriato. Ognuna di noi ha dato il suo contributo, ed è venuto fuori un libro composito, dove potrete trovare le bruschette vegane di Michela, i blinis sfiziosi delle Spuntine, le gustosissime focacce di Anna Lisa, i lievitati senza-senza di Fabiana, le ricette da gran spolvero di Simonetta, i piatti eleganti di Anna, le ricche colazioni di Raffaella, le paste fresche di Sonia, i piatti da maiala effige di Stefania, i dolcetti golosi di Marilena.

Anche io ci ho messo qualche ricetta, nel mio stile: largo alla tradizione, ad un congruo quantitativo di zuccheri e grassi, roba poco light e poco senza.

Con tante cose, ma senza glutine ovviamente.


http://www.amazon.it/Gluten-free-per-tutti-gusti/dp/8858013891/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1448022229&sr=8-1&keywords=gluten+free+per+tutti+i+gusti


Il libro è dedicato a chi abitualmente già cucina senza glutine, celiaci, intolleranti, gluten sensitive, allergici, e quindi i fondamentali li conosce già, ma anche a chi non ha nessuna esperienza ma si ritrova a dover cucinare senza glutine perché l'amichetto della figlia è celiaca, la cognata è sensibile al glutine, l'amico è allergico.
Proprio per questo nel libro, oltre ad essere indicati tutti gli ingredienti a rischio, per non sbagliare, sono presenti anche alcuni approfondimenti per spiegare come comportarsi in cucina, al mercato o in ogni contesto dove si debba lavorare gluten free.

Un libro davvero unico, versatile, divertente, con una grafica davvero accattivante.

Non può mancare nella vostra libreria!!!!!

Cosa aspettate ad andarlo a comprare? Volendo lo potete comprare anche online!

Per invogliarvi (speriamo di colpire nel segno) vi lascio una ricetta tratta proprio dal libro.

È una ricetta ovviamente senza glutine, ma anche vegetariana. Delle uova in cocotte ispirate alla chakchouka tunisina.

Ed essendo venerdì, finalmente riesco a partecipare di nuovo al 100% Gluten Free (Fri)day.

cocotte ai peperoni

Uova in cocotte ai peperoni 
Ingredienti
(per 6 cocotte)

2 peperoni gialli
2 peperoni rossi
1 cipolla rossa
1 spicchio d'aglio
200 g di pomodori datterini
6 uova
1 peperoncino piccante tritato finemente
fogie di basilico

Procedimento
Mondate i peperoni tagliandoli a falde e ripulendoli dei semi e delle nervature bianche. Mondate la cipolla togliendo le foglie esterne. Tagliate la cipolla al velo, e i peperoni a tocchetti di circs 2 cm di lato.
Mettete sul fuoco una padella con 4 cucchiai di olio extravergine di oliva e lo spicchio d'aglio vestito e leggermente schiacciato. Quando l'olio si è scaldato versateci la cipolla e fatela cuocere un po', facendola sudare, quindi unite i peperoni e il peperoncino tritato e fateli rosolare bene, mescolando, cuocendoli finché cominciano ad ammorbidire. Unite quindi i datterini tagliati in due. Mescolate bene e cuocete finché i datterini cominciano a caramellare, a questo punto unite qualche foglia di basilico e fate cuocere alcuni minuti ancora.

Nel frattempo preriscaldate il forno a 180 °C.

Dividete i peperoni fra le cocotte, fino a due dita abbondanti dal bordo. Create nel mezzo un incavo poco più grandi di un tuorlo d'uovo. Rompete delicatamente le uova nell'incavo, e mescolate un po' in modo che l'albume si mescoli in parte ai peperoni, facendo attenzione a non rompere i tuorli.

Infornare a metà altezza e fate cuocere finché le uova si rapprendono (circa otto minuti).

Servire caldi accompagnati da crostini di pane, ovviamente senza glutine.

NOTE
Questo piatto prevederebbe l'utilizzo dell'harissa, una pasta di peperoncini tipica della cucina tunisina, ma usata in tutto il Maghreb. Non esiste un'harissa certificata senza glutine, ma ho contattato direttamente la ditta che produce il prodotto che ho trovato e mi hanno assicurato che il prodotto non è a rischio di contaminazioni da glutine. Personalmente mi sono fidata, dato che la risposta mi è sembrata data con cognizione di causa, ma ovviamente si tratta di una scelta personale. È per questo che nella ricetta trovate l'indicazione di utilizzare peperoncino tritato finemente.


Con questa ricetta partecipo anche al 100% Gluten Free (fri)Day
una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living

mercoledì 15 luglio 2015

Pane arabo senza glutine con lievito madre

pita gluten free


La pita è proprio buona, un pane squisito perfetto da mangiare insieme a un sacco di cose, ma anche da solo.
Sono riuscita a farla, e non ci speravo. Gonfia, è morbida, ha quel sapore e quel profumo buono di fresco.
La foto è brutta ma ve la tenete.
Tanto altro non posso scrivere, se non la ricetta, perché sono di fretta ed è tardi, ma non si può trascurare così questo bloggettino...

La ricetta glutinosa l'ho presa da Daniela di Menu Turistico, che a sua volta l'ha ripresa da Patrizia di Pan di pane.


Pane arabo
(versione sglutinata di una ricetta di Patrizia di Pan di pane)
Ingredienti
(per 6 panini)

250 gr di preparato per pane e pizze molino Dallagiovanna (¶)
230 gr di acqua,
120 gr di lievito madre (¶)
10 gr di olio
3 gr di sale fino
farina di riso per lo spolvero (¶)

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento

Sciogliete il lievito nell'acqua, mescolando bene ed iniziate ad inserire la farina. Fate assorbire bene ed aggiungete il sale, quindi fate riposare qualche minuto l'impasto coperto da una ciotola.
Riprendete ad impastare inserendo l'olio un po' alla volta.
Mettete l'impasto in una ciotola unta d'olio, lasciatelo riposare per mezz'ora quindi mettete la ciotola per tutta la notte in frigo.
Dividete in panetti da 100 grammi circa, ne verranno 6.
Fate le palline e mettetele a riposare coperte con della pellicola trasparente leggermente unta fino a raddoppio del volume.
Riscaldate intanto il forno a 250°C, con la refrattaria sul ripiano più basso.
Prendete ora le singole palline e, sul piano infarinato, stendetele con il mattarello ottenendo una forma ovale, con uno spessore di pochi millimetri.
Via via che li stendete, mettete a riposare gli ovali gli uni sugli altri, infarinandoli leggermente per non farli attaccare tra loro.
Quando il forno arriva a temperatura spolverate la refrattaria con la farina di riso e mettete 3 ovali ovali alla volta a cuocere, richiudendo subito lo sportello per non perdere calore.
Vedrete che in pochissimo tempo gonfieranno come palloncini: vanno cotti pochissimi minuti, giusto il tempo di gonfiare o poco più, restando bianchi, perché quando cominciano a prendere calore si seccano, mentre questo tipo di pane deve rimanere morbidissimo.
Procedete in questo modo fino a cuocere tutti i panini. Estraeteli dal forno e farciteli a piacere. 
Io qui li ho farciti con pollo ai peperoni. 

Poi, se voleste accompagnarlo con qualcosa di fresco, potreste sempre osare un'insalata greca, che di questi tempi mi sembra quasi un doveroso tributo.
insalata greca


E dove la trovate? 
Ma su D|Ricette
http://la.repubblica.it/cucina/ricetta/insalata-greca-2/46176/

venerdì 10 aprile 2015

Maneesh, o manaish o Manakish senza glutine

Gluten free Maneesh

Mi piace raccontare del mio lavoro, e soprattutto dei miei alunni, ai quali finisco sempre per affezionarmi più di quanto non dovrei.Arrivata a questo punto dell'anno li conosco tutti per nome, e di ognuno di loro intuisco qualcosa che credo vada al di là della superficie.
L'ho scoperto per caso, magari da uno sguardo in tralice lanciato in un momento in cui credevano di non essere osservati, o da una parola che mi ha detto un genitore durante un colloquio, o magari dal fatto che di genitori, in quai un anno di scuola, non ne ho visto nessuno.
E così mi affeziono anche ai più tremendi. Anche a quelli -e sono tanti- a cui non piacciono le mie materie.
Molti non (le) studiano. Spesso quello che mi dicono alle interrogazioni è frutto di un sentito vado, che magari proviene da qualcosa orecchiato alla televisione, o leggiucchiato su internet, o magari da memorie inconsapevoli di quello che hanno studiato nei cicli di studio precedenti.
Però capita che qualcuno cambi, si appassioni, manifesti un interesse. Sono miracoli da covare al caldo, che danno un forte senso al mio lavoro.
Ci sono le lezioni frustranti, quelle in cui nessuno si degna di ascoltarti. Mi rendo conto che il fascino esercitato su una quattordicenne dagli assiomi della geometria euclidea, magari a mezzogiorno di sabato, è piuttosto scarso, però ci si rimane male lo stesso. Quello che ho notato è che la cura è sempre quella di pretendere di più, non di meno. Se sembrano svogliati sottoporli a una spiegazione tosta, senza requie, funziona meglio che adattarci al loro ritmo vacanziero, cosa che produce un circolo vizioso al ribasso inaccettabile.
Ci sono lezioni in cui tutto fila liscio come l'olio, e loro ti seguono, fanno domande pertinenti, sembrano interessati. Momenti magici.

Oggi una ricetta semplicissima, ma da ripetere. Anzi, giù ripetuta molte volte.

La potrete trovare, insieme a molte altre, sul mio libro Il pane gluten free.


Il pane gluten free
Pubblicato da Giunti Editore

Un pane di ispirazione mediorientale. Made in Paul Hollywood. L'aveva fatto la Mapi per lo Starbooks ed era rimasto nella mia wish-list. Poi come a volte succede, ho cominciato a farlo quest'inverno, e finalmente mi sono decisa a fotografarlo e pubblicarlo.
Con alcune modifiche da parte mia, (sglutinatura a parte, ovviamente) a partire dalla riduzione del lievito, all'aumento dell'olio e l'inserimento del timo.
Questo tipo di flat bread tipicamente mediorientale andrebbe farcito con lo zaatar, un mix di sesamo, timo, maggiorana e sumac. Qui di sumac manco a parlarne, quindi ci accontentiamo così.
In giro si trova con nomi diversi, Manakish Manaish Maneesh (tutte differenze che penso in parte dipendano dalle diverse translitterazioni).
Resta il fatto che è buonissimo.

maneesh  

Maneesh
Ingredienti
(per due focacce)
Per l'impasto
  • 100 g di farina per pane Nutrifree (¶)
  • 100 g di farina per pane REVOLUTION (¶)
  • 50 g di farina GLUTAFIN Select (¶)
  • 200 g di acqua 
  • 20 g di olio extravergine di oliva
  • 10 g di zucchero semolato
  • 2 g di lievito di birra secco
  • sale  
  • farina di mais finissima per lo spolvero 
Si può sostituire il 20% delle farine con farina di grano saraceno, per ottenere un risultato più rustico (vedi prima foto).
In tal caso le dosi diventano
  • 80 g di farina per pane Nutrifree (¶)
  • 80 g di farina per pane REVOLUTION (¶)
  • 40 g di farina GLUTAFIN Select (¶)
  • 50 g di farina di grano saraceno (¶)
Per la farcitura
  • 2 cucchiai olio extravergine di oliva
  • 2 cucchiai di semi di sesamo 
  • 1 cucchiaio di maggiorana secca
  • 1 cucchiaio di timo secco
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento
Semplice semplice: sciogliere il lievito nell'acqua insieme allo zucchero, quando fa la schiumetta unire le farine setacciate e cominciare ad impastare, eventualmente anche nell'impastatrice.
Unire quindi l'olio extravergine di oliva, il sale e continuare ad impastare finché diventa lucido e omogeneo. Trasferire in una ciotola unta d'olio e lasciar lievitare fino al raddoppio. Ci vorranno alcune ore, a seconda delle condizini meteo, la lievitazione potrà avvenire anche in frigo nel quale caso durerà una notte intera. Se si fa lievitare in frigo prima di utilizzarlo va tenuto fuori dal frigo un'oretta.
Trasferite l'impasto sulla spianatoia, sgonfiarlo, dividerlo in due pezzi a cui darete la forma di palline. Schiacciatele con il palmo della mano, quindi stendeteli in una forma rotonda alta circa 0,5 cm con le mani o con il mattarello (infarinare sia la spianatoia che il mattarello).
Nel frattempo preparare la farcitura, il simil zaatar: mescolate in una ciotolina l'olio con i semi di sesamo e le aromatiche.
La cottura può avvenire in due modi: o in una teglia, che andrà bel oliata prima di disporvi la focaccia, oppure direttamente sulla refrattaria, nel qual caso la focaccia andrà messa sulla pala ben infarinata prima di trasferirla  sulla refrattaria bollente.
In entrambi i casi, prima di infornare cospargete la farcitura sulla focaccia.
Se si cuoce sulla refrattaria, quest'ultima andrà fatta riscaldare nel forno acceso alla massima temperatura per almeno mezz'ora/quaranta minuti.
La cottura durerà una quindicina di minuti, se sulla refrattaria qualche minuto meno.

Con questa ricetta partecipo anche al 100% Gluten Free (fri)Day

una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living
 .

Con questa ricetta partecipo anche (fuori concorso) 

giovedì 5 dicembre 2013

... è scoccata L'ORA DEL paTE'


L'ORA DEL paTE'
  • Pagine: 144
  • A cura di: M.me La President 
  • Illustrazioni: Roberta Sapino / La Chat Egoiste
  • Fotografie: Sabrina de Polo
  • Editore: SAGEP
  • Costo: € 18,0 
  • Collana: I libri dell'MTChallenge (Wow!)
  • ISBN: 978-8863732597
41 ricette di paté, 8 di burri composti, 33 fra pani e crackers, grissini, muffins, scones chips e tutto quanto fa... la17esima sfida dell'Mtc!

Con un libro così per le mani, vi par possibile fare ancora anche un solo biscotto?

È un libro PARECCHIO bello, PARECCHIO diverso da quello che si vede in giro, con PARECCHIE ricette ma anche PARECCHIE indicazioni utili per imparare a cucinare meglio e con più soddisfazione: trucchi, suggerimenti, idee, spunti...
La grafica è fichissima, i disegni di Roberta una chicca dietro l'altra, le foto eleganti e per niente scontate.

Tutto questo popò di roba ve lo danno con solo 18€!
Tanta roba!
Se si pensa che son genovesi, è un miracolo, non si può perdere un'occasione simile! 

Lo stile poi, è inconfondibile: una scuola di cucina dove davvero si impara facendo e osservando quello che fanno gli altri!
Learning by doing, learning by looking, learning by reading, learning by copying. Learning by cazzegging. LEARNING.


Cosa sia l'MTC lo sanno tutti, non mi soffermerò a raccontarvelo. Ci tengo però a dire che in questo libro ci sono anch'io, con una mia ricettina di pane senza glutine, e questa cosa mi fa immensamente piacere, perché siamo tutti un po' vanitosi e ci piace esserci, ma anche perché è bello sapere che in un libro così bello ci siano anche delle ricette espressamente senza glutine (non solo mie ovviamente, sono in ottima compagnia, con Simonetta e Stefania).

Oggi pomeriggio, alla libreria Feltrinelli di Genova, il libro verrà presentato in pompa magna. Ci saranno un migliaio (...)  di blogger scatenate, e, in un angolo, a difendersi dagli assalti, M.me La President, che del libro è la curatrice, Fabrizio Fazzari, l'editor, Sabrina de Polo con le sue splendide foto e la grande Roby con i suoi ironicissimi e sciccosissimi disegni.

Io non ci sarò, purtroppo, me ne starò qui a rosicare. PARECCHIO.



Per celebrare lo spirito di questa iniziativa, vi propongo anche una ricetta ripresa dal libro, libro che per fortuna mi è arrivato due giorni fa (spedizione ultra-veloce, grazie Sagep!).

Ho scelto di rifare il paté all'hummus di Valeria Caracciolo di Murzillo Saporito perché adoro l'hummus e volevo andare a vedere se l'aggiungerci la panna acida lo avrebbe reso ancor più buono.
Praticamente learning by making fleas, in puro stile Starbooks, peraltro.

Così è stato: grazie Valeria per questa tua ricetta, che è PROMOSSA!

hummus paté



Paté all'hummus
  • 125 g di ceci secchi
  • 2 1 cucchiaio di salsa tahini (¶)
  • succo di mezzo limone
  • 50 g di panna acida
  • 1/2 cucchiaino raso di cumino in polvere (¶)
  • 1/2 cucchiaino raso di coriandolo in polvere (¶)
  • paprika dolce per decorare (¶)
  • olio extra-vergine di oliva
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

hummus paté


Preparazione
La sera prima mettere a bagno i ceci dopo averli ben lavati sotto l'acqua corrente.
Il giorno dopo lavarli, sciacquarli, scolarli e versarli in una pentola piuttosto capiente. Coprirli con abbondante acqua e portarli a leggere bollore. Farli cuocere a fiamma bassa per circa un'ora (io ben di più): quando saranno teneri, saranno pronti. 
Passarli al frullatore insieme al succo di limone, al cumino, al coriandolo e alla salsa tahini. 
Per ultima aggiungere la panna acida, amalgamare bene e versare nello stampo (io in una ciotola).
Mettere il paté in frigo a rassodare fino al momento di servirlo, e guarnire all'ultimo momento con un filo d'olio extra-vergine di oliva e una spolveratina di paprika.

Io l'ho accompagnato con crudité e dei crostini di pane fatto con pasta da riporto, di cui spero di riuscire a parlarvi prossimamente.

Come se non bastasse, con questo libro la community dell'MTChallenge sostiene il progetto cuore di bimbi, della Fondazione aiutare i bambini: nata nel 2000, per iniziativa dell'ingegner Goffredo Modena, la fondazione sipropone di  dare un aiuto ai bambini poveri, ammalati, senza istruzione, che hanno subito violenze fisiche o morali e garantire loro l'opportunità e la speranza di una vita degna di una persona, nel mondo e in Italia. Sono 71 i Paesi del Mondo in cui  la Fondazione interviene, realizzando progetti mirati, concreti, natiper rispondere a emergenze reali e portati avanti con abnegazione,serietà e competenza. Fra questi, appunto, c'è cuore di bimbi, attivo dal 2005 in 10 Paesi, che ha permesso ad oggi di salvare la vita a 857 bambini altrimenti condannati da gravi cardiopatie congenite, con esiti spesso letali.
La Fondazione opera nella più assoluta trasparenza, nella convinzione che sia doveroso certificare  ogni voce con la massima chiarezza, in un dialog ocontinuo che unisce chi è desideroso di fare del bene con chi ha la possibilità di farlo in modo concreto, rispettoso e consapevole di muovere nella stessa direzione: quella dell'aiuto alle tante vittime di questo mondo, rese ancora più indifese dall'essere bambini.
Da oggi, anche la community dell'MTChallenge rema con Goffredo, con Sara e con gli oltre mille volontari sparsi sul territorio italiano - e lo fa con questo libro che è il primo tassello di quella che ci auguriamo possa essere una collaborazione duratura e proficua. 
Tutte le copie de L' ORA DEL paTE' contribuiscono alla campagna cuore di bimbi, in base ad un progetto che è nato contemporaneamente al libro e si è sviluppato in parallelo: potete trovarle in tutte le librerie d'Italia, sul sito della casa editrice, sul sito della onlus, su Amazon e su Ibs.

giovedì 23 maggio 2013

Dice che "Sta per piovere". Due ricette e un film



Non sono brava a fare marketing di me stessa. Ad esempio non vi informo mai quando pubblico le mie ricette altrove, su altri blog o riviste che siano.

Oggi voglio rimediare, visto che ho pubblicato non una ma ben due ricette, una sul meraviglioso blog dello Starbooks e l'altra per La cucina di D., con la quale collaboro da un anno.



Sono due ricette molto diverse: gli Spaghetti al basilico e limone con mascarpone, erba cipollina e chili provengono da Home Cooking Made Easy, della Lorraine Pascale, che stiamo "starbookando" questo mese.
Un libro fresco e veloce con molte ricette di cucina inglese ma anche internazionale rivisitate all'insegna della freschezza e della rapidità.

La Chorba Bel A'Dess è invece una ricetta tradizionale araba, che ho visto anche in moltissimi altri blog (dall'Araba sicuramente, e qui era facile, ma anche da Stefania e molti blog stranieri).
L'ho assaggiata da un'amica, e mi ha fatto tornare dritta dritta in Algeria, dove ho passato la prima infanzia. Una ricetta veloce, ma molto gustosa, per la quale l'inatteso gusto di limone rappresenta la quadratura del cerchio.

E dato che la ricetta era araba non a caso, ne approfitto per segnalarvi un film che non dovete perdervi, se verrà proiettato nella vostra città: Sta per piovere, del regista fiorentino-irakeno Haider Rashid.


Il regista è giovane, gli attori sono giovani, ma il film è veramente bello, un bel pugno nello stomaco, di cui è bene parlare.
Said ha ventisei anni, è nato e cresciuto in Italia, tifa per la nazionale, fa fa ingegneria, ha una fidanzata e per pagarsi gli studi lavora in un forno.
Said è un tipico figlio dell'immigrazione, i suoi genitori sono arrivati in Italia trent'anni fa dall'Algeria e hanno sempre vissuto e lavorato qui. Però non hanno ancora la cittadinanza, per una serie di inghippi burocratici degni di Kafka. Eppure non è cinema, non è letteratura, è la vita quotidiana di migliaia di nostri concittadini che vivono al nostro fianco.
Il padre di Said perde il lavoro per la crisi economica, e per la famiglia comincia un incubo chiamato "perdita del permesso di soggiorno" e "decreto di espulsione".
Tutto vero, tutto realistico, tutto drammatico.

Non vi resta che cercare Sta per piovere nelle sale e andarvelo a vedere per scoprire come va a finire.

mercoledì 27 febbraio 2013

L'ultima puntata di Jerusalem... Ahimé!



Terzo appuntamento con Ottolenghi. Ma non ultimo. Un libro così bello e con ricette così belle, che riescono così bene, non ci si lascia sfuggire facilmente.
Oggi ho addirittura bissato.
Mejadra. Un piatto saporito e molto buono, che può fungere, in un pasto equilibrato, anche da piatto unico, se lo si accompagna con delle verdure: ci sono i legumi, ci sono i cereali, ci sono un sacco di cipolle. Che c'è di più sano di così?
Lui dice che è il tipico piatto da pic-nic dei palestinesi di Jerusalemme. Altro che panini! 

Ma  non sono riuscita a resistere alla tentazione del dolce: la torta mandorle e clementine non poteva non essere mia, vista la mia insana passione per le mandorle.

Questo libro mi sembra che abbia passato l'esame da tutti i punti di vista.
In ogni modo, andate a leggere cosa dicono le altre Starbookers questa settimana:
- Alessandra e Daniela di Menu Turistico: Helbeh
- Laroby di Le chat egoisteChocolate krantz cakes
- Mapi di La Apple Pie di Mary Pie: Budino di riso al cardamomo con pistacchi e acqua di rose
- L'Araba di Arabafelice in cucina!: Polpette di agnello e pinoli con salsa tahine
- Vissi di cucina Vissi d'arte e di cucina: Pollo arrosto con topinambur e limone
- Ale di Ale only kitchen: Polpette porri e limone

- Patty di Andante con gusto: Pollo all'arak e clementine
- Ema di Arricciaspiccia: Basic Hummus


Vi ricordo che mercoledì prossimo, ovvero il 6 marzo, se volete potete partecipare a Starbooks Redone, ovvero potete rifare le ricette dei libri recensiti finora dalle Starbookers. Qualunque ricetta, non necessariamente quelle fatte da noi, basta che ce lo facciate sapere mettendo il banner e lasciando un commento da una qualsiasi di noi otto.


Ed ora veniamo alla nostra super-saporita Mejadra.



Mejadra
Tratto da "Jerusalem" di Sami Tamimi e Yotam Ottolenghi
Ingredienti
  • 250 g di lenticchie verdi o brune (io, Castelluccio)
  • 4 cipolle di medie dimensioni (700 g prima di pelarle)
  • 3 cucchiai di farina di riso (¶)
  • 250 ml circa di olio di semi di girasole 
  • 2 cucchiaini di semi di cumino
  • 1,5 cucchiaini di semi di coriandolo
  • 1/2 cucchiaino di curcuma
  • 1,5 cucchiaini di allspice (spezia che ricorda il pepe e i chiodi di garofano, io ho giustappunto mischiato queste due) (¶)
  • 1,5 cucchiaini di cannella in polvere (¶)
  • 1 cucchiaio di zucchero (io di canna muscovado)
  • 2 cucchiai di olio d'oliva (io di più)
  • 200 g di riso basmati  
  • 350 ml di acqua
  • sale e pepe macinato a mulinello 
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o presentare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione. 
    Preparazione
    Mette le lenticchie in una piccola pentola, coprirle d'acqua, portare l'acqua al bollore e far cuocere un quarto d'ora, di modo ché le lenticchie siano cotte ma al dente. Scolarle.
    Pelare e tagliare le cipolle a fette sottili (io con la mandolina). Metterle in un piatto largo, spolverare con la farina e un cucchiaino di sale mescolare con le mani.
    Scaldare l'olio di girasole in una padella a fondo pesante di medie dimensioni, a fuoco vivo. Quando l'olio è bollente (verificare mettendoci un pezzo di cipolla: dovrà sfrigolare vigorosamente) abbassare il fuoco e versarvi circa un terzo delle cipolle. Friggerle per 5-7 minuti, mescolando ogni tanto, finché non sono ben dorate e croccanti, ma stando attenti che non brucino. Scolarle su carta da cucina, salarle e cuocere le restanti cipolle, in due mandate. Eventualmente aggiungere un po' d'olio.
    Tenere da parte.
    Tostare i semi di cumino e di coriandolo a fuoco vivo per un paio di minuti in una padella di cui si abbia il coperchio.
    Aggiungere il riso, la curcuma, l'allspice, la cannella, lo zucchero, il riso, l'olio d'oliva, un pizzico di sale e un bel po' di pepe. Mescolare il tutto, aggiungere per ultime le lenticchie, e l'acqua. Far prendere il bollore, incoperchiare e far cuocere a fuoco basso per 15 minuti.
    Togliere dal fuoco, togliere il coperchio e velocemente ricoprire con un panno, rimettere il coperchio e lasciar riposare per dieci minuti.
    Aggiungere circa metà delle cipolle, mescolare delicatamente e servire, ricoperto delle restanti cipolle.

    Questo modo di cuocere il riso, tipo alla creola, ma insieme al condimento, lo adotterò ogni volta che è possibile, perché diventa veramente delizioso.

    ___________________________________________________________________________

    Ed eccoci alla seconda ricetta della settimana, questa torta alle mandorle e clementine.
    Una nota su questa torta: è di una bontà fuori dal comune.
    Malgrado le mandorle, che potrebbero far pensare a un dolce "pancone", è estremamente soffice, e di un profumato che porta via.
    L'ho fatta per una cena che aveva mia madre, al buio, e pare che abbia riscosso un gran successo.
    Una vera delizia, da rifare in ogni modo.



    Clementine and almond syrup cake senza glutine
    Tratto da "Jerusalem" di Sami Tamimi e Yotam Ottolenghi
    Ingredienti
    • 200 g di burro
    • 380 g di zucchero semolato
    • la buccia grattugiata e il succo di 4 clementini non trattati
    • buccia grattugiata e succo di 1 limone
    • 280 g di mandorle senza buccia
    • 5 uova medie
    • 100 g di farina di riso (¶)
    • 1 pizzico di sale
    • zeste di arancia per guarnire
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o presentare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.
     
    Preparazione
    Tritare nel mixer le mandorle per ottenere la farina di mandorle (io ci aggiungo un cucchiaio di zucchero per assorbire l'eventuale olio rilasciato, e uso il mixer in modalità pulsata per ridurre al minimo il rilascio di olio).
    Preriscaldare il forno a 170° C.Imburrare e infarinare, con farina di riso, una teglia di 24 cm di diametro (io 26).
    Mettere il burro a temperatura ambiente insieme a 300 g di zucchero e le zeste dei clementini e del limone in una ciotola (io in planetaria) e mescolare ad ottenere un composto omogeneo e cremoso. Non deve montare.
    Aggiungere metà della farina di mandorle e continuare a mescolare.
    Mentre la planetaria è in funzione, aggiungere a filo le uova sbattute, ripulendo la ciotola con una spatola un paio di volte.
    Aggiungere la farina di mandorle rimanente, il pizzico di sale e la farina. Continuare a mescolare in planetaria finché non è tutto omogeneo.
    Versare il composto nella teglia, livellare e far cuocere in forno per 50/60 minuti, verificando all'ultimo la cottura con uno stecchino, che deve uscire leggermenete umido.

    All'ultimo preparare lo sciroppo facendo cuocere i succhi degli agrumi con lo zucchero rimanente. Si deve ottenere circa 120 ml di sciroppo. Quando raggiunge bollore togliere dal fuoco.

    Quando la torta è pronta, toglierla dal forno e spennellarci sopra lo sciroppo, tutti i 120 ml. Io ho fatto anche qualche buco con lo stecchino per far sì che lo sciroppo colasse un po' anche all'interno.

    Far raffreddare completamente la torta prima di sformarla. Servire decorandola con zeste di arancia.

    Si può conservare, se tenuta in un contenitore a chiusura ermetica, fino a tre giorni.

    Eventualmente si può glassare la torta con una glassa fatta con 90 di burro, 150 g di cioccolato fondente , 1 cucchiaio di miele e 1/2 cucchiaio di cognac. Io non l'ho glassata.




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