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lunedì 10 febbraio 2020

Quinoa e ceci alla marocchina naturalmente senza glutine

moroccan vegetable soup with green harissa and couscous

Un piatto di ispirazione araba, anche questo realizzato anni fa per lo Starbooks, ove la quinoa prende il posto del cous-cous, di cui costituisce, a mio avviso, un ottimo sostituto. Direi anzi che la quinoa è decisamente migliore del cous-cous senza glutine.

E' un piatto vegetariano, anzi, vegano, e dato che ultimamente mi sono data alla cucina vegetariana è perfetto da ritirare fuori.

A me è piaciuta davvero: mi sono piaciute le verdure usate, che qui da noi sarebbero un insulto alla stagionalità, il peperone insieme alle rape, ma credo che invece nelle terre maghrebine possa avere un suo perché. Mi è piaciuto l'effetto complessivo delle spezie ed aromatiche, mi sono piaciuti i colori, bellissimi, e anche questo mischiare sapori invernali con sapori freschi estivi. 

I sapori di questo piatto sono decisi, ed è molto gustoso.

Può declinarsi più o meno brodoso, quindi o un piatto unico o una specie di zuppa, come si vede dalle foto.



Ingredienti
300 g di ceci secchi, tenuti a mollo per una notte e scolati
1 cipolla grossolanamente tritata
1 piccola foglia di alloro
2 cucchiaini di cumino macinato al momento
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
2 spicchi d'aglio schiacciati
2 rape sbucciate e tagliate a dadini di 1 cm di lato
2 carote tagliate a cubetti di 1 cm di lato
1 patata dolce sbucciata e tagliata a cubetti di 1 cm di lato
1 peperone rosso, tagliato a metà, tolti i semi e tagliato a pezzetti di 1 cm di lato
1 cucchiaino di paprika (*)
¼ di cucchiaino di peperoncino in fiocchi 
¼ di cucchiaino di curcuma in polvere (*)
200 g quinoa 
2 cucchiai di menta tritata
1 cucchiaio di coriandolo tritato
1 pezzetto di 2 cm di ginger, tritato finemente 
1 litro di brodo vegetale
1 barattolo di pelati da 400 g con il loro succo
2 cucchiai di succo di limone

Per l'harissa verde
50 g di coriandolo fresco tritato grossolanamente
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 spicchio d'aglio schiacciato
1 peperoncino verde, tolti i semi e tritato finemente
¼ di cucchiaino di cumino in polvere (*) (io sempre ottenuto dai semi con il macinaspezie)
½ cucchiaino di ginger in polvere (*) (io 1 cm circa di zenzero fresco)
sale marino 

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (*) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono essere contrassegnati con la scritta SENZA GLUTINE.

La sera prima mettere in ceci in ammollo in abbondante acqua, con una puntina di bicarbonato di sodio.

Il giorno seguente scolare i ceci dalla loro acqua, e metterli a bollire in 1,5 l di acqua fredda con un cucchiaino di bicarbonato, 1 cucchiaino di cumino, qualche foglia esterna della cipolla, la foglia di alloro, senza salarli, il tempo necessario perché diventino teneri ma non sfatti (tempo assai variabile, in quanto dipende dalle dimensioni dei ceci e dalla loro freschezza, più sono vecchi e grossi più tempo ci metteranno).

Scolare e mettere da parte. Togliere la foglia di alloro.

Preparare il brodo vegetale mettendo in una pentola, a freddo, le verdure mondate e tagliate e grossi pezzi e almeno 2 l di acqua. Far bollire piano per un'ora. Togliere le verdure e tenere da parte il brodo.

Mondare la rapa, la carota, la patata dolce, sbucciarle e tagliarle a dadini di 1 cm di lato. Tagliare a cubetti di 1 cm di lato anche la falda di peperone rosso.

Scaldare due o tre cucchiai di olio in un'altra pentola a fuoco medio, quindi unire il resto della cipolla tritata, l'aglio, le rape, le carote la patata dolce e il peperone, insieme alla paprika, al peperoncino secco, la curcuma e il ginger tritato.

Ridurre la fiamma al minimo, incoperchiare e cuocere per 5 minuti, finché le verdure cominciano ad ammorbidirsi. Unire i ceci lessati e mescolare.

Versarci sopra 1/2 l di brodo vegetale, i pelati e portare di nuovo a bollore. Ridurre la fiamma e far sobbollire per 20 minuti, finché i profumi sono ben mescolati e il tutto si è asciugato un po': deve esserci un fondo liquido, ma dev'essere una preparazione sostanzialmente asciutta, non una zuppa.

Quando è quasi pronto preparare la quinoa: lavarla ripetutamente in un setaccio a maglia fine sotto l'acqua corrente, quindi metterla in una pentola con 350 ml di acqua e un pizzico abbondante di sale. Far prendere il bollore, quindi ridurre il fuoco al minimo, incoperchiare e cuocere dai 12 ai 15 minuti (dipende dal tipo di quinoa): è pronta quando i chicchi si sono aperti in piccole spirali e l'acqua è completamente assorbita.

Quando è cotta lasciar riposare coperta, mettendo un tovagliolo fra la pentola e il coperchio, per 5 minuti, quindi versare in una ciotola e sgranare con una forchetta.

Mettere la quinoa cotta in una ciotola da parte.
Prima di portare in tavola, completare la preparazione dei ceci: unirvi la menta e il prezzemolo tritati e 2 cucchiai di succo di limone, cuocere per 2 minuti, e portare in tavola. Servire insieme alla quinoa.

venerdì 3 novembre 2017

Cupcakes senza glutine alle carote e nocciole con farina di avena

Hazelnut carrot-oat gluten free cupcakes

Sta arrivando l'autunno. Ieri, per la prima volta da molti mesi, ho avuto freddo. Non è stata una brutta sensazione.
Io sento l'autunno dentro l'anima, in questo periodo, sono io stessa in autunno. Sento le cose che finiscono, esperienze, pezzi di vita, persone. Sarà perché sono decisamente sopra i 50, ma è un po' di tempo che vedo la vita da un'altra prospettiva.
Prima guardavo solo in avanti, adesso guardo quasi sempre indietro, forse perché non mi piace guardare verso ciò che mi aspetta.
Potrei pensare al futuro dei miei figli, ma anche ciò che aspetta loro non mi rassicura. Insicurezza economica, malattie, e poi guerre, carestie, disastri ambientali. Il mondo che ho davanti mi sembra gravido di cose brutte, ed è come se la vita umana non avesse più valore. Guardo verso il passato e mi sembra di ricordare che le cose belle della vita avessero un senso. Adesso niente ha più senso, solo essere produttivi e produrre beni. Quasi quasi, se uno passa una domenica in campagna, si sente in colpa perché non sta producendo. Non parliamo di leggere un libro o andare a un concerto. Così anch'io produco come se non ci fosse un domani, mi danno nel lavoro, e non riesco quasi più a fare le cose che amo. Come cucinare.
Ho fatto questi muffin perché li avevo visti nel blog dello Starbooks e mi avevano ispirato tantissimo. Mi piace molto l'aveva, recente scoperta, amo le nocciole e adoro i dolci di carote. Luciana Crema, a cui ho lasciato il testimone nella banda dello Starbooks, e che è centomila volte più brava di me, li aveva realizzati egregiamente, e non vedevo l'ora di trovare un po' di tempo per provarli. Ci ho messo più di un mese, a trovare questo benedetto tempo!
Partecipare al Redone mi sembra il modo migliore per ringraziare Luciana e la banda dello Starbooks per i tanti libri meravigliosi e i tani piatti squisiti che mi fanno scoprire.
  
Hazelnut Carrot-Oat Cakes
(da una ricetta tratta da A new way to bake di Martha Stewart)

Tempo di preparazione: 15 minuti
Tempo di cottura: 23 minuti
Ingredienti per 12 cupcakes: 94 gr di farina di avena *
60 g di farina di riso *
20 g di fecola di patate *
15 g di amido di riso *
3/4 di cucchiaino di bicarbonato
1/4 di cucchiaino di sale
25 gr di nocciole sgusciate, spellate, e finemente tritate
83 ml di olio di cartamo ( io ho usato l'olio di riso)
83 ml di latticello ( vedere nota )
2 uova grandi a temperatura ambiente
190 gr di zucchero di canna chiaro bio a grana fine ( io 70 g di zucchero di canna Muscovado, 60 g di brown sugar e 60 g di zucchero bianco vanigliato home made)
1 cucchiaino da te di estratto di vaniglia * (io home made)
1 cucchiaino da te di zesta di arancia grattugiata
3 carote grattugiate


Ingredienti per il frosting : 

224 gr di formaggio spalmabile a temperatura ambiente *
60 gr di zucchero a velo *
1 pizzico di sale
3 cucchiai da 15 ml di nocciole sgusciate, pelate, tostate e tritate grossolanamente

* ingredienti a rischio di contaminazioni da glutine Per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE.
** prodotti sostitutivi equivalenti a quelli contenenti glutine.


Fare i cupcakes

Preriscaldare il forno a 175°. Mettere i pirottini di carta in una teglia da 12 muffins (io invece li ho imburrati e infarinati). In una ciotola capiente mischiare le farine, il bicarbonato, il sale e le nocciole. In un'altra ciotola mescolare l'olio, il latticello (io metà latte intero e metà yogurt intero), le uova lo zucchero, l'estratto di vaniglia, la zesta di arancia e le carote. Versare il mix cremoso nelle polveri e amalgamare bene. Versare il composto ottenuto nei 12 pirottini (i miei stampini sono un po' grandi e me ne sono venuti 11).

Infornare e cuocere per circa 23 minuti tolali (io un po' di più, sono cotti un po' troppo ma in realtà erano perfetti di sapore), girando la teglia a metà cottura per permettere una cottura uniforme dei dolcetti. Quando saranno dorati fare la prova stecchino, che dovrà uscire pulito.
Lasciare raffreddare i cupcakes nello stampo per 15 minuti, toglierli e trasferirli su una griglia raffredda torte. Lasciarli fino a completo raffreddamento.

Fare il frosting

In una ciotola più piccola di quelle usate in precedenza, mescolare zucchero e formaggio cremoso, fino ad ottenere un composto liscio, a questo punto aggiungere il pizzico di sale.
Usando una spatola per dolci, distribuire il frosting su ogni cupcake e decorare con le nocciole tritate grossolanamente.
I dolcetti sono sono più buoni se gustati il giorno stesso in cui sono stati preparati.

MIE NOTE

- io ho messo  un po' più di latticello, circa 90 ml, perché le farine senza glutine assorbono più liquidi
- ho erroneamente cotto cinque minuti di troppo i miei muffin. In realtà è un "erroneamente" relativo, perché sono venuti ottimi e per niente secchi, anzi
- avevo solo circa 80 g di zucchero di canna grezzo, avevo invece del brown sugar che stava lì da troppo tempo. ci ho messo gli 80 g di zucchero di canna e il resto brown sugar. Questo giustifica il colore molto scuro dei miei muffin, ma vi assicuro che non abbiamo sofferto in questo cambio.
- su una cosa non concordo, ovvero che siano più buoni il giorno stesso. Se non si lasciano all'aria aperta, e si mette il frosting solo all'ultimo, sono ottimi anche il giorno dopo, anzi, i sapori si sono uniformati e amalgamati maggiormente.
- alcuni li ho lsciati senza frosting perché mio marito non ama questo genere di creme, e devo dire che erano ottimi. Anzi, alla fine ne ho dovuto mangiare uno anch'io, senza frosting, perché nel frattempo mia figlia se l'era finito a cucchiaiate :-)
- come ho scritto sopra i miei stampini per muffin sono un po' più grandi e me ne sono venuti solo 11. mannaggia!!!
- questi muffin mi/ci sono piaciuti un sacco. Se proprio devo fare un'osservazione, avrei aumentato un po' la percentuale di farina di nocciole che secondo me è si sente solo come retrogusto lieve, e mi sarebbe piaciuto sentirle invece in modo più pronunciato.
Per il resto sono semplicemente deliziosi, quindi la ricetta è assolutamente

PROMOSSA


Con questa ricetta partecipo allo Starbooks Redone di novembre.




Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day

gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living

venerdì 7 aprile 2017

Polpette di pollo e spinaci senza glutine

Gluten free Polpette pollo e spinaci

Queste polpette di pollo e spinaci senza glutine sono tratte dal libro A bird in a hand della food-write inglese Diana Henry. È un bellissimo libro, che avevamo recensito un paio d'anni fa quando ancora facevo parte dello Starbooks Questa frase mi fa parecchio soffrire a scriverla, adesso non faccio più parte della banda dello Starbooks e mi manca molto, ma dato che ultimamente non riesco a combinare niente in cucina, come testimonia questo blog inteccherito in cui pubblico una volta ogni morte di papa solo ricette di archivio, come pensare di riuscire a stare dietro a tutto?
Queste polpette sono davvero buone, rifatte parecchie volte, leggere, delicate, ma al contempo con una loro connotazione ben precisa. Insomma, un modo splendido di utilizzare il pollo.

Gluten free Polpette pollo e spinaci

POLPETTE DI POLLO E SPINACI
Ingredienti
Per circa 30 polpettine
500 g di macinata di pollo
50 g di pane fresco sbriciolato **
60 g di parmigiano grattugiato
½ cipolla tritata finemente
200 g di spinaci
le foglioline di 3 rametti di timo
una generosa grattugiata di noce moscata
la scorza grattata di un limone non trattato
sale e pepe

* ingredienti a rischio di contaminazioni da glutinePer essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
** prodotti sostitutivi equivalenti a quelli contenenti glutine.


Gluten free Polpette pollo e spinaci

Mettete in una ciotola il macinato di pollo insieme alle briciole di pane e al formaggio.
Scaldate 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva e fatevi sudare la cipolla, finché è morbida ma non dorata. Unite l'aglio, fate cuocere altri due minuti, quindi fate raffreddare.
Mettere gli spinaci in una pentola con due cucchiaiate d'acqua e fate cuocere a fuoco bassissimo e coperto per quattro minuti. Scolate e fate raffreddare.
Unite la cipolla alla carne, insieme al timo, la scorza grattata del limone, la noce moscata, un pizzicone di sale e una spolverata di pepe.
Strizzate gli spinaci e tritateli finemente. Unite il resto degli ingredienti e mescolate con le mani finché è tutto ben amalgamato.
Con le mani umide formate delle polpette della dimensione di una noce, e fatele raffreddare in frigorifero.
Scaldate un cucchiaio di olio extravergine di oliva in una padella per friggere e cuocere le polpette in serie a fuoco medio, finché sono rosolate, quindi giratele dall'altro lato.
Ci vorranno circa tre minuti per lato perché siano ben rosolate, ed altri 7 minuti perché cuocciano bene all'interno.
Non devono rimanere rosa.

Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.

venerdì 17 febbraio 2017

Costine alla birra con patate

Costine alla birra

Non ce l'ho mica la forza per scrivere un post, in questi giorni. Di grazia, no!
Sono sempre a scuola. Ieri 8 ore, oggi, che è il mio giorno libero ce ne starò almeno 6. La settimana scorsa, che ero di scrutini, certi giorni ho fatto dalle 8 alle 19 orario continuato.
Insomma, questi insegnanti non lavorano mai. Mio marito me lo dice sempre "Ma non potresti fare come tutti gli altri insegnanti, che tornano a casa e fanno le loro cose?" Io tutti questi altri insegnanti non li conosco, perché mi pare che tutti i colleghi, più o meno, facciano come me. Bisogna studiarla bene, questa faccenda.
Però non è che sia scontenta. Ogni tanto arrivano anche le soddisfazioni. A volte pure i ceffoni. Insomma, un lavoro in cui non ci si annoia.
A casa non resta molto tempo per cucinare, sarà per questo che non ne ho più tanta voglia?
A volte ritorna, e mi lancio, ma nel quotidiano veleggiamo fra scaloppine, insalata e cavoli ripassati in padella. Tutto buono, per l'amor di Dio, ma alla lunga stufa....

Costine alla birra

Per variare questo menage così ripetitivo, tempo fa avevo sperimentato questa ricetta per le costine. Io le costine non ho capito bene se le amo o no. Mi piacciono se sono perfette, diciamo così. Non devono essere poco cotte, perché la carne grassa poco cotta non mi piace proprio, ma nemmeno troppo cotte, perché sarebbero dure e stoppose. Questa versione al forno con la birra mi ha soddisfatto pienamente.
D'altronde non ci stupisce, mi sono ispirata ad una ricetta di quel bravissimo cuoco che è Allibhoy, che avevamo "starbookato" l'anno scorso, le costilla de cerdo a la cerveza. Non sono stata del tutto fedele alla ricetta, nel senso che ho ridotto l'olio e soprattutto ho omesso il chorizo, che non avevo il tempo di cercare certificato senza glutine, ma l'idea è proprio quella.

Costine alla birra

Costine alla birra
(ispirate a una ricetta del libro Tapas di Omar Allibhoy)
Ingredienti
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva 
1 cucchiaio di miele chiaro
1 kg di costine di maiale (rosticciana)
1 cipolla
3 spicchi d'aglio
100 g di pancetta *
1 cucchiaio di paprika dolce ***
1 foglia di alloro
4 rametti di timo 
2 rametti di rosmarino 
4 patate rosse
300 ml di birra bionda * (io Peroni senza glutine)1/2 cucchiaino di sale

* ingredienti a rischio di contaminazioni da glutine
Per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
** prodotti sostitutivi equivalenti a quelli contenenti glutine.
*** le spezie, anche in polvere, in teoria non sarebbero ingredienti a rischio. Però io non mi fido, e cerco sempre quelle con la scritta SENZA GLUTINE. 

In una padella antiaderente rosolate per 5 minuti le costine nell'olio. Unite quindi la cipolla grossolanamente tritata, la pancetta tagliata a cubetti e gli spicchi d'aglio schiacciati ma non pelati. Cucete per altri cinque minuti, quindi trasferite in una teglia da forno. 

Nel frattempo avrete sbucciato e tagliato a tocchetti di 2 cm di lato circa le patate. Trasferite anche le patate nella teglia da forno dove avevate messo la carne, unite gli aghi dei rametti di timo e di rosmarino, la foglia di alloro, la paprika dolce e il miele. Versate per ultima la birra, preferibilmente non fredda di frigorifero, mescolate bene e infornate nel forno già preriscaldato a 180 °C.
Fate cuocere per circa 45 minuti, finché le patate sono cotte e le costine rosolate a puntino. 
Aggiustate di sale se necessario, portate subito in tavola e godetevi questo piatto nutriente e gustosissimo.
 
con questa ricetta partecipo anche al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.


 




Con questo post partecipo al #GFCalendar 
con il miele del mese di febbraio di Gluten Free Travel & Living 
con la partecipazione di Cristina di … Per Incanto
GFCalendar Miele

venerdì 3 febbraio 2017

Patate Hasselback

Patate Hasselback

Col tempo sto dedicando sempre più energie e tempo al mio lavoro vero, e meno al blog. Infatti è un mese che non scrivevo. Sono successe tante di quelle cose in questo mese, che mi sembrava brutto parlare di mangiare.
La scuola ti fagocita. I problemi degli alunni, i compiti da correggere, le lezioni da preparare, i corsi da seguire i rapporti con i colleghi da coltivare....  Starò invecchiando a vista d'occhio, ma è un lavoro che mi porta via moltissime energie. A volte però te ne restituisce. Quando un alunno ti fa domande davvero interessate sulle cose che hai spiegato, quando un altro alunno sempre difficoltà ha trovato la strada di casa... È bello, decisamente di più di un piatto per quanto buono e complicato.

E poi dovrei essere a dieta.  E poi questo cibo un po' non lo sopporto più, e sopporto poco anche cucinarlo, non parliamo poi di tirarlo a lustro per fare le foto, metterlo in posa, scegliere lo sfondo, i cencini e le luci. Che due palle!!
Così cucino pochissimo, e se cucino non fotografo. E se fotografo, lo faccio con il cellulare, direttamente a tavola, come per la ricetta di oggi.
Una ricetta che si è già vista così tante volte, che sinceramente pubblicarla o non pubblicarla non cambia niente. Qualche anno fa andava parecchio di moda, fra i food blogger, l'hanno fatte in tanti. Io non le avevo mai sperimentate, mi sembrava proprio una di quelle cosine da blogger, più belline da vedere che buone da mangiare.

Detto fra noi, mi sbagliavo.
Sono buonissime. Decisamente semplici, ma buonissime.
Dopo la prima volta, sono diventate un classico dei pranzi della domenica.
Quindi ve le consiglio caldamente.
Insieme al sempre caldo insegnamento che l'apparenza inganna, e i pregiudizi potremmo buttarli tutti a mare.

La ricetta è occhiometrica. Ce ne sono duemila versioni in rete e sui libri, io ho preso quella della Lorraine Pascal da "Home cooking made easy" ma non è diversa in niente da tante altre che ho visto a giro.

Come molti altri contorni, questa è una ricetta senza rischi di contaminazioni da glutine.

Patate Hasselback

Patate Hasselback
(Da "Home cooking made easy" di Lorraine Pascal)

Ingredienti
(per 6 persone)
6 patate non farinose
olio extravergine di oliva
sale
pepe
timo 
salvia
rosmarino 


Lavate le patate lasciando loro la buccia.
Il suggerimento veramente essenziale è quello dello stecchino: dato che dovete tagliare le patate a fette piuttosto sottili (3 mm al massimo) ma senza arrivare in fondo, facendo in modo che sulla base le fette rimangano attaccate di modo che le patate mantengano la loro integrità, molti suggeriscono di far passare da una parte all'altra delle patate, prima di tagliarle, uno spiedino a poca distanza dalla base: in questo modo potrete tranquillamente tagliare le fette perché lo spiedino che avrete inserito vi impedirà di arrivare fino in fondo lasciando quindi la patate integra.
Se ne ho voglia la prossima volta che le preparo farò una foto e la metto qui, ma non garantisco.
Insomma, una volta tagliate senza arrivare fino in fondo, preparate un trito aromatico con timo, salvia e rosmarino, mescolatelo con il sala preparando una bella salamoia bolognese e infilate un pizzico di questo sale aromatizzato fra una fetta e l'altra. È un lavoretto un po' noiosetto, ma farà sì che le patate si insaporiscano e assorbano i profumi delle aromatiche. 
Quando avrete finito di insaporire tutte le patate (avrete bisogno di un po' di pazienza anche qui, ma in fondo non troppa, se ce l'ho fatta io!) ungete con un filo d'olio una pirofila in cui le patate possano stare a misura, metteteci le patate e cospargetele con un po d'olio, senza esagerare ma nemmeno essere troppo tirchi :-)
Infornate nel forno a 200 °C a metà altezza e lasciatele cuocere per un'oretta, anche meno, finché diventano tenere dentro e croccanti subito. 
Servitele subito una volta pronte, magari cospargendole con un altro filo d'olio.  Mia figlia ci mette una noce di burro. È buonissima ma forse non è necessario.
Sono meravigliose insieme a un arrosto di qualsiasi tipo.  

NOTE
Le osservazioni sono quelle che ho scritto nel testo, ovvero BUONISSIME.
L'unica vera nota è: 
come puoi pensare che con delle patate così buone alla gente basti mangiarne una a testa?!?!? 

La ricetta è quindi 
PROMOSSA



Con questa ricetta partecipo allo Starbooks Redone
ovviamente fuori concorso
http://starbooksblog.blogspot.it/2016/06/starbooks-redone-di-giugno-2016.html


con questa ricetta partecipo anche al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.

venerdì 21 ottobre 2016

Speculoos senza glutine

Oggi su Starbooks trovate gli speculoos, biscottini speziatissimi alla cannella che ci accompagnano pian piano verso il Natale!
Andate a leggere la ricetta di !

venerdì 29 luglio 2016

Torta soffice al cioccolato senza glutine di Delia Smith

Torta coccolosa al cioccolato di Delia Smith senza glutine

La mia meravigliosa ragazza ha compiuto 15 anni.

Un'età importante, vissuta con calma e maturità, ma anche follia spensierata.

La amo follemente. Come potrei altrimenti?!?! È mia figlia!

La torta l'ha scelta lei, la squidgy chocolate cake di Delia Smith, e anche se non amo il cioccolato, potevo dirle di no? 

Buon quindicesimo compleanno, dolce e tostissima ragazza! 


Torta coccolosa al cioccolato di Delia Smith senza glutine


Torta soffice al cioccolato 
Ispirato a una ricetta di Delia Smith - "Cakes"
Ingredienti
225 g di cioccolato fondente al 70% di cacao (¶)
100 ml di acqua
8 uova grandi
110 g di zucchero semolato
50 g di cacao amaro (¶)
425 g di panna da montare 

100 g di cioccolato fondente per la finitura finale (¶)
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
 
Procedimento
Mettere in una ciotola l'acqua e il cioccolato a piccoli pezzetti.
Delia dice di sciogliere il tutto a bagno maria, io invece l'ho messo nel microonde alla minima potenza, tirando la ciotola fuori spesso e mescolando.
A bagno maria ci vorranno circa 10 minuti, nel microonde decisamente meno.
Una volta che il cioccolato si è completamente sciolto, togliete la ciotola definitivamente dal microonde e mescolate energicamente con un mestolo di legno, finché diventa cremoso.
A questo punto prendete due delle otto uova, separate i tuorli dagli albumi e sbattete i tuorli prima un po' da soli, quindi incorporateli, sempre sbattendo, al cioccolato fuso.
In un'altra ciotola perfettamente pulita montate i due albumi a neve ferma, e incorporateli delicatamente, alla crema di cioccolato. Otterrete una mousse, che metterete in frigo per 35-40 minuti, non di più altrimenti diventa troppo dura e poi non potrete stenderla bene.

Adesso procedete a preparare la torta.
Separate i tuorli dagli albumi e cominciate a montare i tuorli. Quando cominciano ad addensare unite lo zucchero e continuate a montare, ma non esagerate: dovrete ottenere un composto cremoso ma non eccedete nel montare, non deve diventare bianco.
Incorporate quindi il cacao (io setacciandolo e mescolando dal basso in alto con un tarocco, per evitare che la crema si smonti).
Nel frattempo montate gli albumi a neve ben ferma e incorporateli con un cucchiaio metallico al composto di zucchero uova e cacao. Dovete farlo con delicatezza ma arrivando fino in fondo, in modo da incorporare bene la meringa al composto. Quando è pronto, versatelo in una teglia rettangolare 20 X 30 cm imburrata e rivestita con un foglio di carta forno che sporga circa 2,5 dai bordi.
Stendete bene il composto con il dorso del cucchiaio e infornatelo, sul ripiano più alto, nel forno preriscaldato a 180 °C per 20-25 minuti.
Gonfierà come un soufflé, lo devo fare, poi quanto la tirerete fuori dal forno si sgonfierà, lo deve fare. Attenzione a non cuocerla troppo, quando la tirerete fuori dal forno vi sembrerà ancora cruda, ma raffreddandosi tutto andrà a posto.
Lasciatela raffreddare un po' (Delia non lo dice, ma secondo me se si rovescia subito il rischio che si rompa è elevatissimo) quindi mettete un pezzo di carta forno su una superficie piatta, staccate delicatamente i bordi della torta dalla carta forno che sporge e rovesciate la teglia sulla carta forno pulita, togliete la teglia e staccate, sempre con delicatezza, la carta forno attaccate. Quindi tagliate in due la torta, in modo da ottenere due rettangoli quasi quadrati.
Adesso preparate la farcia:
prima di tutto tagliate il cioccolato a coltello riducendolo a scaglie, e mettetele da parte. Quindi montate la panna. 
Mettete metà torta sul piatto di servizio e, usando una paletta metallica da pasticceria, stendete metà mousse al cioccolato sulla torta, quindi un quarto della panna montata e cospargete con metà scaglie di cioccolato.
Disponeteci sopra l'altra metà della torta, e ricominciate: mousse al cioccolato, quindi la panna, a coprire interamente il dolce, sia il sopra che i lati, ed infine le scaglie di cioccolato.   
Fino al servizio conservatela in frigorifero coperta con pellicola tenuta lenta.
È più buona se mangiata il giorno stesso.

NOTE:
- La torta viene perfettamente.
- All'inizio, quando dividerete in due la torta, vi sembrerà piccolissima, ma tenete presente che alla fine sono sei strati, e con queste dosi ci abbiamo ricavato nove cubetti, ed è così ricca che non è che se ne mangi più di uno, soprattutto se la servite come dessert.
- L'amica di mia figlia ha detto che secondo lei era poco dolce, e che avrebbe gradito che anche la panna fosse dolcificata. Io non sono d'accordo, è una torta parecchio ricca, se anche la panna fosse stata dolcificata sarebbe per me venuta davvero eccessiva, ma certamente non è una torta dolcissima, quindi se avete gusti tendenti al dolce-dolce unite pure un cucchiaio in più di zucchero all'impasto e magari un paio di cucchiai di zucchero a velo quando montate la panna.
- L'unica annotazione è che penso sia meglio sformare la torta da fredda, per evitare che si rompa, e questo Delia non lo dice. Io ho fatto così.
- Complessivamente è una torta un po' d'antan, molto cioccolatosa, molto pannosa, insomma, lo dice anche lei, è una torta un po' anni '70, non ha certo il rigore delle torte moderne, ma se vi piace il cioccolato e il genere, non ne sarete certo delusi.

La torta è quindi assolutamente

PROMOSSA


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Con questa ricetta partecipo allo Starbooks Redone
ovviamente fuori concorso

http://starbooksblog.blogspot.it/2016/06/starbooks-redone-di-giugno-2016.html

Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.













venerdì 27 maggio 2016

Pollo alla Cosima, etnico d'antan

Pollo alla Cosima

Ho pubblicato ieri sullo Starbooksblog un pollo in pieno stile etnico d'antan che Nigella ci dice essere uno dei piatti preferiti di sua figlia Cosima, al punto che gliel'ha addirittura intitolato: pollo alla Cosima, si chiama infatti!
http://starbooksblog.blogspot.com/2015/10/moroccan-vegetable-soup-with-green.html

In effetti qui è stato abbastanza apprezzato, anche se secondo me la crescita di consapevolezza delle cucine altre può produrre risultati migliori.
Per maggiori dettagli e la ricetta, potete andarli a leggere sul blog dello Starbooks.

Pollo alla Cosima

Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.

martedì 17 maggio 2016

Torta albicocche e mandorle di Nigella per lo Starbooks

Torta con albicocche e mandorle senza glutine

Oggi sullo Starbooksblog, una torta alle mandorle nientepopodimeno che di Nigella, autrice che non si era mai vista su questi schermi.
http://starbooksblog.blogspot.com/2015/10/moroccan-vegetable-soup-with-green.html

Stiamo recensendo la sua ultima fatica, Simply Nigella, un libro che dirazza un po' dal sontuoso stile nigelliano, per rivolgersi verso più modaiole ma anche infide sperimentazioni etnico-salutiste.
C'è un po' di tutto, dal vegano alla slow-cooker, passando ovviamente per l'immancabile gluten-free che oggi non si nega a nessuno.
Ve la riuscite a immaginare Nigella Lawson nei panni di una novella Gwyneth Paltrow?
Io no, eppure, a partire dalla silouette, decisamente ridimensionata, dalle foto volutamente essenziali, dai toni pallido-nordici, sembra che il modello sia quello.
Io ho già provato qualche ricetta, e Nigella è sempre Nigella, con la sua precisione, le istruzioni al limite del pedante ma che ci permettano di evitare, se pedissequamente seguite, ogni caduta.
Oggi è la volta di questa splendida torta, speziata e profumata, con un accostamento dire abbastanza classico: mandorle e albicocche.
Questa torta mi ha ispirato subito.
Sarà perché ho un debole per i dolci con le mandorle.
Sarà perché mi piace particolarmente l'accostamento mandorle/albicocche.
Sarà perché mi piacciono tutte le torte un po' umide all'interno, semplici, che profumano di buono.
D'altronde, è una tipologia di torta che si ripete. Già Nigella si era cimentata, con la sua famosissima Clementine cake. L'aveva fatta anche Ottolenghi, squisita, sempre con clementine e mandorle e l'avevo provata pure io proprio per lo Starbooks. La semolina, coconut and marmelade cake di Ottolenghi ne è un altro splendido esempio (anche se la forma è diversa, a cake diremmo noi in Italia). Secondo me si ispirano tutte alla torta torta sefardita di arance e mandorle che ci racconta Claudia Roden.
Oltretutto è una torta che nasce naturalmente senza glutine, in quanto l'unica farina prevista sono 50 g di fioretto di mais.
Nigella ne è molto contenta. Nell'introduzione lei stessa dice che si tratta di una delle tante varianti della Clementine cake che ha fatto nel corso degli anni, proprio quella che le è venuta meglio.
Invita ad una giusta cautela  con l'acqua di rose, per non rischiare di ottenere l'effetto bagnoschiuma.
È entusiasta del fatto che sia una torta facilissima da fare, per la quale basta scaraventare tutto nel boccale di un robot da cucina ed è fatta.

Insomma, ero assolutamente ben disposta e non vedevo l'ora di assaggiarla.

Purtroppo, pur essendo la torta tecnicamente venuta, non posso dire di essere completamente soddisfatta, e credo anche di sapere il perché.


TORTA DI MANDORLE E ALBICOCCHE CON ACQUA DI ROSE E CARDAMOMO
APRICOT ALMOND CAKE WITH ROSEWATER AND CARDAMOM

Ingredienti
(per 8-10 fette) / stampo a cerniera da 20 cm 
150 g di albicocche secche
250 ml di acqua fredda
2 capsule di cardamomo, apertera
200 g di farina di mandorle *
50 g di farina fine di mais (io fumetto) *
1 cucchiaino di lievito per dolci *
150 g di zucchero
6 uova grandi
2 cucchiaini di succo di limone
1 cucchiaino di acqua di rose *
olio di girasole per ungere la tortiera

Per la finitura
2 cucchiaini di confettura di albicocche o di rose *
1 cucchiaino di succo di limone
2 cucchiaini e 1/2 di pistacchi tritati

Perché il dolce sia idoneo a un celiaco o a un intollerante al glutine gli ingredienti contrassegnati con * devono presentare sulla confezione la scritta "SENZA GLUTINE", oppure la spiga barrata, oppure devono essere inseriti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia.

Procedimento
Mettete le albicocche secche in un pentolino, copritele con l'acqua fredda e unite le capsule di cardamomo spezzate insieme ai loro semini profumati. Mettete sul fuoco e fate cuocere 10 minuti da quando prende il bollore. Non vi allontanate troppo perché potrebbe evaporare tutta l'acqua cosa che non va bene perché le albicocche devono continuare ad assorbire liquidi mentre si raffreddano.
Togliete il pentolino dal fuoco e mettetelo su una superficie fredda, che non si bruci, e fate raffreddare completamente.
Accendete il forno a 180 °C.
Ungete il bordo dello stampo a cerniera e rivestite la base con carta-forno.
Dividete a metà 5 albicocche, e mettetele da parte. Togliete dal pentolino le bucce del cardamomo, ma non i semini.
Trasferite il contenuto del pentolino in un robot da cucina, unite la farina di mandorle, la farina di mais, il lievito, lo zucchero e le uova, e accendete il robot, lasciandolo in funzione il tempo necessario a mescolare il tutto.
Aprite il contenitore, togliete l'impasto che si sarà attaccato ai bordi con una spatola, unite 2 cucchiaini di succo di limone e il cucchiaino di acqua di rose e azionate ancora il robot, per amalgamare il tutto.
Versate quindi il composto nella tortiera, pareggiatelo con una spatola (a me è venuto un composto piuttosto liquido, non c'è stato alcun bisogno di pareggiarlo) disponete le mezze albicocche tutto intorno. e infornatelo.
Lasciatelo cuocere per 40 minuti. Se la torta dovesse scurire troppo prima di essere cotta, dopo mezz'ora copritela con un foglio di alluminio.
È cotta quando comincia a staccarsi dalle pareti della tortiera, la superficie è stabile e uno stecchino esce dal centro con solo un paio di briciole attaccate.
Togliete la torta dal forno e mettetela su una gratella per dolci.
Se per la finitura avete deciso di usare la confettura di albicocche, potreste aver bisogno di scaldarla un attimo per renderla più fluida e facile da stendere, invece quella di petali di rosa è già così morbida di suo che non ce ne sarà bisogno.
Incorporate un cucchiaino di succo di limone alla confettura e spennellatela tutta sulla superficie della torta, quindi cospargetela con i pistacchi tritati.
Sformate la torta solo quando è totalmente raffreddata e trasferitela in un piatto. 

Si conserva in un contenitore a chiusura ermetica per 5-7 giorni. Se fa molto caldo conservatela in frigorifero.
Si può congelare e tenere in freezer fino a 3 mesi, anche se una volta scongelata le mandorle tenderanno ad ammollarsi un po'. Per congelarla togliete il fascione laterale della tortiera ma lasciate la base, ed avvolgete il tutto con un doppio strato di pellicola e uno strato di alluminio.
Per scongelarla, togliete sia la pellicola che l'alluminio e lasciatela scongelare a temperatura ambiente, senza togliere la base.


A PROPOSITO DEGLI INGREDIENTI
  • Viene segnalato, come unico ingrediente a cui fare attenzione per eventuali esigenze gluten-free, il lievito. No, non ci siamo cara Nigella! Il lievito non è l'unico ingrediente a rischio contaminazioni da glutine, in questa torta: ci sono anche la farina di mais, la farina di mandorle, l'acqua di rose e la confettura. Mi sembra proprio una caduta di stile, per una che appartiene alla scuola anglosassone, sempre così precisa nelle istruzioni operative e sulla scelta degli ingredienti... Se ci si vuole convertire al senza glutine, che non è una moda ma una questione di salute, sarebbe opportuno farlo con cognizione di causa.
  • Si parla di "ready-to-eat" dried apricot, forse per distinguerle dalla frutta disidratata. Io ho usato normalissime albicocche secche.
  • Si dice di usare "50 g di polenta fine, non istantanea". Io ho usato della farina di mais fumetto, che è quella più fine che ci sia, e penso che sia la scelta giusta.
  • In questa torta non ci sono grassi, l'unico presente è quello per ungere la tortiera. Nigella non nomina il semplicissimo e reperibilissimo burro, ma il grasso spray per pasticceria, o l'olio di girasole. Mah.. A me paiono un po' delle ubbìe. Non parliamo di una torta farcita con mezzo chilo di crema al burro o di mascarpone, parliamo di una nocciolina di burro per ungere il fascione laterale di uno stampo a cernia. Mah...
NOTE
  • La principale criticità di questa torta sono le dimensioni dello stampo: 20 cm per queste dosì è troppo piccolo. Non è che l'impasto non c'entri, o che non si cuocia nei tempi. Tutto a posto, da questo punto di vista. Il problema è che si ottiene una torta ben più alta rispetto a quella raffigurata nel libro, e non è solo un problema di confronto, ma proprio di gusto. Il sapore a questa torta glielo dà soprattutto la copertura di confettura: con uno stampo da 20 cm si ottengono fette così alte che è materialmente impossibile "azzannarle" in un morso solo, col risultato che il morso senza copertura sembrerà inevitabilmente insipido. Queste dosi vanno bene per uno stampo da 24-25 cm, non da 20. Sembra una questione di poco conto, ma come ho spiegato è essenziale per determinare il gusto della torta stessa. 
  • Il punto precedente diventa ancora più importante dal momento che la quantità di zucchero prevista è piuttosto scarsina. Nella torta di clementine, di cui questa è dichiaratamente una variante, sono previsti 225 g di zucchero per 250 g di mandorle, qui solo 150 g per 200 g (se le proporzioni fossero le stesse, ce ne avrebbe dovuto mettere 180 g). E le clementine sono agrumi dolci.  
  • Tenendo conto che le albicocche sono abbastanza delicate di sapore e che c'è poco zucchero, complessivamente la torta sa di poco. E non aiutano le spezie orientaleggianti. L'acqua di rose si sente pochissimo (ma su questo do a Nigella il beneficio del dubbio, forse è colpa della mia acqua di rose un po' svanita), e il cardamomo fa un effetto strano: si sente poco nell'insieme, a meno che non ti capiti sotto i denti un semino (rimangono interi) che allora sprigiona tutto insieme il suo aroma e fa l'effetto preparato per il mal di denti.
  • Anche sulla confettura è un po' tirata: due cucchiaini sono un po' pochini. O che gli è preso a Nigella??? Ripigliati!  
  • Piccola nota sulla cottura: non viene detto a che livello del forno infornarla. È un'informazione che si può anche omettere, ma non in un libro dove si precisa di non allontanarsi dai fornelli mentre cuociono le albicocche perché potrebbe essere necessario unire un po' d'acqua. Che ci vuole molto a precisare che va messa sul ripiano più basso del forno, a maggior ragione per la quale c'è il rischio che si abbronzi troppo la superficie?
Pertanto, malgrado la torta sia tecnicamente venuta, e sia anche buona, per quanto delicata, tenuto conto del fatto che è una torta facilissima, non me la sento di promuoverla pienamente. Ma non la boccio nemmeno, perché penso che con un cincinnino di zucchero in più e in uno stampo più grande possa venire un'ottima torta.
Editing del giorno successivo: come spesso accade per molti piatti in cui sono presenti spezie, e in effetti Nigella l'ha pure scritto, questa torta è molto più buona il giorno dopo, quando i sapori si sono amalgamati e riescono a sprigionare i loro aromi al meglio. Stamani mia figlia ha assaggiato questa torta, e non riusciva a smettere di mangiarla. E anche io, che ieri facevo parecchio la criticona, oggi non posso certo dire che sia cattiva.
Quindi, il giudizio è
SALVATA PER IL ROTTO DELLA CUFFIA

Torta con albicocche e mandorle senza glutine



venerdì 15 aprile 2016

Burger ceci e quinoa

burger ceci e quinoa

Ricetta che avevo pubblicato quasi un anno fa per lo Starbooks, tratta da Fresh and light di Donna Hay, un libro che ci era piaciuto molto e a cui non pende un pelo.
Un libro perfetto per la primavera che incalza, pieno di ricette come vanno di moda ora, fresche, leggere, e che vengono alla perfezione.

Io avevo preparato questi burger di quinoa e ceci e mi avevano piacevolmente stupito, infatti li ho rifatti più volte. Erano piaciuti pure alla prole che di solito è molto sospettosa nei confronti di queste demoniache novità che la mamma insiste sempre a preparare. In particolare il pargolo adotta pratica la resistenza passiva e non violenta (anche se a dire il vero i mugugni si sentono eccome...) verso tutte queste diavolerie, che per lui hanno pure l'aggravante di essere senza glutine e quindi confermano a suo dire l'assoluto favoritismo della sottoscritta nei confronti della figlia grande :-)
A questo giro mi sono imposta, e ho preteso che li assaggiasse. Risultato? "Ma non ce ne sono più?"

Bisogna dire che gliel'avevo presentati in modo piuttosto scenografico, convenite?

Io non sono esperta di burger vegetariani, quindi non so come dovrebbero venire, ma devo dire che il sapore era davvero buono, e l'effetto complessivo molto piacevole.

Unico difetto non aver trovato degli avocado degni di questo nome, per cui il sapore dell'avocado non si sentiva per niente. Sarà per la prossima volta, che ci sarà sicuramente.

burger ceci e quinoa

Quinoa and chickpea burgers - Burger di ceci e quinoa 
Tratto dal libro "Fresh and Light" di Donna Hay
Ingredienti
½ tazza (100 g) di quinoa bianca
1 tazza (250 ml) di brodo vegetale
2 piccole fette di pane integrale  (¶)
1 barattolo da 400 g di ceci, scolati e sciacquati
1 uovo
¼ di tazza di coriandolo tritato
1 cucchiaino di cumino in polvere (¶)
1 piccolo peperoncino rosso, tritato
sale marino e pepe di mulinello
olio vegetale per ungere i burger
4 piccole schiacciate  (¶)
insalata, fettine di avocado e di pomodori
maionese al lime e al coriandolo  (¶)
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
 
Procedimento
Mettere la quinoa e il brodo vegetale in una pentola e far prendere il bollore. Coprire, ridurre la fiamma al minimo e cuocere per 15 minuti o finché tutto il brodo è stato assorbito. Tenere da parte facendo raffreddare un po'.
Mettere il pane in un robot da cucina e sbriciolarlo finemente. Unire i ceci, la quinoa, l'uovo, il coriandolo, il cumino, il peperoncino, sale e pepe e azionare in modalità pulsata finché è tutto tritato finemente. Dividere il composto in quattro parti, formare delle palline e schiacciarle a forma di burger. Spennellare ogni burger di olio e cuocerli in una padella anti-aderente a fiamma medio-alta per 4 minuti per parte, o finché sono dorati da ambo i lati.
Dividere le schiacciatine nei piatti individuali, farcire con insalata, burger, fettine di pomodoro e avocado, e cospargere con la maionese al lime e al coriandolo.

NOTE
- La maionese al lime e coriandolo avrebbe dovuto essere, nelle intenzioni dell'autrice, una maionese vegan fatta con il silk tofu. Il problema è che non sono ancora riuscita a trovare del tofu certificato senza glutine: in prontuario ce n'è uno, che però a Firenze pare introvabile, e tutti i tofu che trovo riportano l'inquietante scritta "Potrebbe contenere tracce di glutine" quindi soprassiedo sempre.
Io ho quindi preso della normalissima maionese, ho aggiunto del prezzemolo tritato e del succo di lime. Il risultato è stato una maionese fresca e aromatica che secondo me ci stava piuttosto bene.
Si può anche usare, anzi sarebbe perfetta, la maionese vegan al lime e prezzemolo di Fabiana che non a caso avevo abbinato a dei burger quasi uguali a questi, ma fatti con le lenticchie.

- Come pane invece delle schiacciate ho usato delle fette di un filoncino che avevo fatto io il giorno prima. Andava benissimo.
- Dimensioni: io ne ho fatta mezza dose, temendo che la prole non gradisse, e mi sono venuti quattro burger piccolini ma non minuscoli. Immagino che con la dose intera vengano dei burger king size.
La ricetta è facile, veloce, e viene con le dosi indicate.


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Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

sabato 2 gennaio 2016

Tempo di bilanci


Tempo di bilanci: quest'anno compirò 50 anni, oramai sono cresciuta. 

In questi primi giorni dell'anno, grazie alla relativa calma vacanziera, mi sono guardata indietro e ho visto la strada che ho percorso in questi anni. Nel quotidiano la visione d'insieme ci sfugge sempre, e mi sono resa conto di non averla mai raccontata in questo blog.

Tutto quello che ho fatto l'ho fatto con passione, divertendomi, incazzandomi, stancandomi tantissimo, ma ne è valsa la pena.
Tante soddisfazioni, e tante nuove consapevolezze: che non si può mai dare niente per scontato, che quando si volta pagina bisogna riconquistare il proprio spazio, che c'è sempre qualcosa da imparare, che le persone non sempre sono quello che sembrano.
Banalità, ma che si comprendono davvero solo quando si sperimentano in prima persona.

Non so se riuscirò a tenere questo ritmo ancora a lungo.

Perché c'è il mio lavoro vero, la mia famiglia, e tutto il resto che è grande.
Perché a cinquant'anni non si può scherzare con la propria salute: fare le tre per finire di scrivere un articolo o correggere un compito, e poi andare la mattina dopo a scuola pimpante può costare caro. Per ora è andata bene, ma sento di dovermi dare una calmatina.

D'altronde non possono essere tutti anni incredibili come questo.

Da dove comincio?

Da dove tutto è iniziato, da questo blog. Langue un po'. Pubblico in modo discontinuo, e non curo per niente le pubbliche relazioni.
Se qualcuno intanto vuol mettere un Mi piace sulla pagina Facebook del blog, non nego che mi farebbe piacere. 

Beh... e i libri. Sono la cosa più importante che ho fatto.

Tralasciamo Il dolce gluten free, che risale a ottobre 2014, e che mi dà un sacco di soddisfazioni.

Ad ottobre 2015, ho pubblicato, sempre per Giunti Editore, Il pane gluten free

http://www.amazon.it/gluten-free-pizze-focacce-fatte/dp/8844046458

Volume interamente dedicato al pane, contiene circa 70 ricette ma anche una parte introduttiva sulle tecniche della panificazione generali, e specifiche per il pane senza glutine. Un libro esaustivo, con molte ricette di base, alcune più difficili e diverse escursioni nella panificazione del mondo.

Poi, insieme al collettivo di Gluten Free Travel & Living, sempre ad ottobre 2015 abbiamo pubblicato per Gribaudo Gluten free per tutti i gusti.

http://www.amazon.it/Gluten-free-per-tutti-gusti/dp/8858013891/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1451735654&sr=1-1&keywords=gluten+free+per+tutti+i+gusti

Il titolo è davvero esplicativo, il volume contiene 70 ricette sia semplicemente senza glutine, ma anche vegane, vegetariane, senza lattosio, senza proteine del latte, senza zuccheri aggiunti.
Un libro bello, utile e divertente, a cui ho contribuito con entusiasmo e piacere.

Quest'anno è uscita anche la rivista FREE, edita da RCS ed interamente dedicata al gluten free.
Ho collaborato a FREE, insieme al collettivo di Gluten Free Travel & Living, sia scrivendo ricette, che articoli di cucina e di viaggi.
Su FREE anche una mia intervista e la recensione del mio primo libro.
Sotto un collage delle ricette che ho ideato per FREE nel 2015.


Ho collaborato anche a Cucina gluten free, una nuova rivista dedicata al senza glutine, con alcune ricette.


Collaboro con Celiachia oggi, storica rivista del senza glutine, che ha ospitato mie ricette, recensioni del libro, interviste.


Partecipo attivamente a diversi PROGETTI WEB.

Scrivo per Piattoforte, il portale di cucina di Giunti editore.

http://www.giunti.it/autori/gaia-pedrolli/

Su Piattoforte troverete una cinquantina di mie ricette, ed anche altro (ad esempio recensioni, interviste, etc...)

Faccio parte di Gluten Free Travel & Living. Della redazione e dell'associazione.

http://www.glutenfreetravelandliving.it/problemi-di-crema/


Pubblico essenzialmente articoli scientifici (ad esempio sulla fisica della maionese, sui problemi della crema e sui fluidi non newtoniani): l'elenco completo lo trovate qui

Sono una Starbooker, dal 2012
http://starbooksblog.blogspot.it/

Negli anni abbiamo recensito 30 libri di cucina, in modo puntuale, preciso e intransigente.

Sempre dal 2012, sono una delle Cuoche di D

http://la.repubblica.it/cucina/autore/gaiapedrolli-467/

Su D|Ricette potete trovare più di 200 ricette a firma mia.

Da tempi immemorabili partecipo anche all'MTChallenge, anche se non ho mai vinto una sfida (mannaggia!!!)

Muovermi non mi è semplice, ma quest'anno sono anche riuscita ad andare al Gluten Free Fest a presentare il mio libro.

Collaboro come volontaria con l'Associazione Italiana Celiachia Toscana, dando una mano quando posso nei corsi di cucina che l'associazione organizza a Firenze. È un grande piacere collaborare con AIC, e con il gruppo delle Coche senza glutine.


Non ha strettamente a che fare con la cucina, ma in realtà un po' sì: faccio orgogliosamente parte del CNGEI, gli scout laici, e quando posso vado a farmi un giro in cambusa.

http://www.scoutfirenze.it/

La fava tonka non è di casa, e il più delle volte si tratta di cucinare una pasta al pomodoro o una frittata, ma soddisfare 30 o 40 bambini non è che sia proprio facilissimo, e quando si riporta la teglia in cucina vuota, e i bambini ti dicono che era buono, è una grande, grandissima soddisfazione!

È tutto. Per me è molto. Sono assai contenta, anche se un po' stanchina.

In questi giorni mi riposo, poi vedremo.

Di ricette se ne riparla lunedì.

Un'ultima cosa però va detta, in questo bilancio: io sono faccio niente in solitudine, non ne sono capace, né mi piacerebbe.
Ci sono tantissime persone che dovrei ringraziare per aver percorso un pezzo di strada insieme quest'anno.

Grazie a tutti, per avermi sostenuto in questo anno così ricco di soddisfazioni!!!

mercoledì 9 dicembre 2015

Il più bello dei mondi possibili (burger lenticchie e quinoa senza glutine)

Burger lenticchie e quinoa


8 dicembre. Giorno di shopping natalizi. Approfittando dell'assenza di marito e figlio piccolo usciamo stamani con mia figlia.

Lo shopping si è dipanato nei luoghi di culto per una ragazzina di 14 anni: Zara, HM, Mac, Apple Store, Kiko, Tiger, Brandy e Melville. Sono riuscita a trascinarla da Feltrinelli e comprarle un libro, per miracolo. Abbiamo comprato un paio di pantaloni in un negozio che non è una catena, molto carino, Manhattan. L'ho trascinata come un tributo da Old England, rigorosamente vuoto, dove sono riuscita a comprare del Golden Syrup e del té. Avrei voluto comprare una Viyella per mio zio, o un trench di Aquascutum per me, ma erano decisamente fuori budget. Ordini di grandezza fuori budget.

Mentre consumavamo il rito dell'adorazione degli Iphone e degli IMac, illudendoci di potercene permettere uno, osservavo i militari dell'esercito che imbracciavano le loro belle mitragliatrici  in piazza della Repubblica.

Pubblichiamo post sullo stesso social, abbiamo lo stesso provider di posta, indossiamo le stesse scarpe, compriamo nelle stesse catene, abbiamo gli stessi sogni (di merda! Se penso che il sogno di 6 miliardi di essere umani sia un IPhone mi viene da vomitare), praticamente la vita è diventata la realizzazione delle più rosee aspirazioni neo-liberiste, un paradiso consumista (purtroppo non comunista però).
Cos'è andato storto? Perché quei militari? O non era questo il più bello dei mondi possibili, ci stanno raccontando da quasi 30 anni (27 precisamente)?  Non saremmo stati tutti felici di consumare così compulsivamente?

Qualcosa non ha funzionato, si vede. O forse va bene così. Compresa la paura. Dipende dai punti di vista. Li sicuro le signore Le Pen sono contente.

Considerazioni depresse a parte, è stata una mattinata carina, conclusa al Panino vegano, un bel locale tutto vegan e gluten free, dove per la modica cifra di 5€ ci si può mangiare un burger vegan e senza glutine. Nella fattispecie, lei si è mangiata un burger ai ceci con panino a lievitazione naturale, formaggio vegan, cipolle arrostite, insalata, ketchup e maionese. Io ho finito il suo immenso panino, tanto la conosco e sapevo che lei non ce l'avrebbe mai fatta da sola :-)

Così viene naturale proporvi questa ricetta abbastanza salutista. C'è un ovetto, per tenere insieme i burger, ma solo uno.
È la rielaborazione con le lenticchie di una ricetta che avevo fatto l'anno scorso per lo Starbooks, i burger di ceci e quinoa tratti dall'ultima fatica di Donna Hay, Fresh and light. Un bel libro, pieno di spunti interessanti, ricette che vengono e ti viene voglia di rifare.
C'è la maionese ma è vegana. Niente colesterolo, niente schifezze. La ricetta l'ho copiata da Fabiana, alias Fabipasticcio, la nostra vice-presidente di Gluten Free Travel & Living nonché capa dell'area scientifica. Insomma, un'autorità :-)

Questi burger di quinoa e lenticchie ci sono piaciuti.
Erano piaciuti più quelli di ceci, che avevano entusiasmato tutti, compreso il figlio minore che di solito è molto sospettoso nei confronti di queste demoniache novità che la mamma insiste sempre a preparare. Però bisogna dire che il figlio minore ha una smaccata passione per i ceci in ogni salsa, soprattutto in salsa hummus, quindi il risultato era prevedibile. Comunque, tutti contenti anche oggi.


burger lenticchie e quinoa

Burger di lenticchie e quinoa

½ tazza (100 g) di quinoa bianca
1 tazza (250 ml) di brodo vegetale
4 burger bun
250 g di lenticchie di Castelluccio
1 uovo
¼ di tazza di prezzemolo tritato
2 piccole fette di pane (¶)
1 cucchiaino di cumino in polvere (¶)
sale
pepe di mulinello
olio extravergine di oliva per ungere i burger
4 burger bun  (¶)
insalata, fettine di di pomodori
maionese al lime e al coriandolo (vedi sotto)  (¶)

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
 
Lavare accuratamente la quinoa, metterla in una pentola insieme al brodo vegetale e far prendere il bollore. Coprire, ridurre la fiamma al minimo e cuocere per 15 minuti o finché tutto il brodo è stato assorbito. Tenere da parte facendo raffreddare un po'.
Burger lenticchie e quinoa

Lessare le lenticchie finché sono tenere in una pentola di acqua abbondante. Lasciarle raffreddare e scolarle.
Pesare 250 g di lenticchie.
Mettere le due fettine di pane in un robot da cucina e sbriciolarlo finemente. Unire le lenticchie, la quinoa, l'uovo, il prezzemolo, il cumino, sale e pepe e azionare in modalità pulsata finché è tutto tritato finemente. Dividere il composto in quattro parti, formare delle palline e schiacciarle a forma di burger. Spennellare ogni burger di olio e cuocerli in una padella anti-aderente a fiamma medio-alta per 4 minuti per parte, o finché sono dorati da ambo i lati.
Tagliare a metà i burger bun, scaldardi sulla gratella per abbrustolire il pane, metterli in piatti individuali e farcirli con insalata, burger, fettine di pomodoro, e la maionese al lime e al prezzemolo.


Maionenese vegan al lime e prezzeomolo 
(ricetta copiata dal blog Fabipasticcio)

250 g di yogurt di soia bio bianco (¶)
200 g di olio exstravergine di oliva delicato
1/2 lime
1 cucchiaino di prezzemolo tritato
sale fino
Con il miniper emulsionate a lungo lo yogurt di soia e l’olio finché è ben montato. A questo punto unite un paio di cucchiaini di succo di limone e il prezzemolo tritato. Aggiustate di sale, mettete la maionese in un barattolo di vetro e conservatela per qualche giorno in frigorifero.

La ricetta dei burger bun senza glutine l'ho pubblicata a suo tempo, l'unica differenza in questo caso è la sostituzione di parte della farina con farina di quinoa.

È una delle tante ricette che potrete trovare sul mio libro Il pane gluten free.

http://www.giunti.it/libri/cucina/il-pane-gluten-free/

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