Caro Babbo Natale,
questo è stato un anno difficile per la nostra famiglia, abbiamo temuto per mesi che mio marito perdesse il lavoro.
E così i suoi colleghi, tutti uniti nel terrore di quello che sarebbe potuto accadere.
L'angoscia era tanta, anche perché mio marito, e i suoi colleghi, non sono nemmeno dipendenti, ma splendide partite IVA, quindi non ci vuole molto a cacciare una persona, che si trova così la porta sbattuta in faccia nel tempo di dire "Amen" e senza nemmeno uno straccio di ammortizzatori sociali.
Sei stato molto generoso, caro Babbo Natale, con i regali di Natale quest'anno.
Alla fine il lavoro mio marito non l'ha perso, ma l'hanno perso la sua più cara amica, nonché compagna di lavoro da quasi dieci anni, e un altro collega.
Due storie normali, una donna senza marito che adesso deve far tornare i conti a fine mese senza stipendio, e un padre con due figli e una moglie da mantenere.
Poi ci sono gli altri colleghi cacciati, o meglio
disdettati, come si dice in gergo, in tutto una quindicina in tutta Italia. Anche loro vite normali, scaravoltate da un tornado che non si vede ma distrugge l'esistenza delle persone.
Niente di significativo, nell'economia del mondo. Niente da prime pagine dei giornali. Cosa sono quindici persone?
Per i dirigenti dell'azienda anzi è solo una splendida notizia, e festeggeranno come sempre il Capodanno con salmone caviale e champagne della miglior marca, godendosi il premio ottenuto per essere riusciti a ridurre i costi ed aver realizzato una perfetta riorganizzazione aziendale.
Cosa conteranno nel bilancio della sua azienda, che fattura centinaia di milioni di euro ogni anno, i pochi spiccioli risparmiati con questa mattanza?
Perché di mattanza si tratta, quando mandi a casa 15 persone, mettendole sul bordo di un baratro, dove cadranno inesorabilmente se non riescono a ritrovare un lavoro in tempi molto rapidi.
Mutui da pagare, bambini da nutrire, pannolini da comprare, cibo, gas, magari una madre malata che ha bisogno di medicine.
Ma chissenefrega!
È il mercato, cari miei, ed ovviamente questo è il migliore dei mondi possibili.
All'amica di mio marito ho regalato una scatola di cioccolatini, fatti con amore in questa settimana, per non pensare a quello che forse stava per accadere a noi e che non è invece accaduto a noi, ma a chi ci stava molto vicino. Mi vergogno quasi, di averglieli dati, perché l'unica cosa di cui lei ha bisogno urgentemente è un lavoro, e non il cioccolato,
il pane e non
le rose, si sarebbe detto anni fa, ma secondo me, proprio in un momento come questo, ci vuole ogni tanto anche qualche rosa.
Scrivo qui questa storia privata, perché è anche politica, un orribile segno dei tempi.
Nessuno ne parlerà, e ho voluto parlarne io.
Il lavoro, un bene di lusso in questo sfavillante ventunesimo secolo.
Per inciso, sotto la mannaia della disdetta, mio marito e gli altri colleghi miracolati non faranno nemmeno un'ora di sciopero, perché tanto non sono dipendenti, ed anzi si faranno un mazzo tanto, cercando di dimostrare ai capi quanto sono bravi, efficienti, gran lavoratori.
In attesa della prossima mattanza.

I cioccolatini si chiamano rochers, e sono a base di mandorle tostate.
Sono (erano) molto buoni, la ricetta l'ho copiata pari pari
qui, dal Nanni.
Rochers
Ingredienti- 200 g cioccolato fondente (ho usato un 70% di cacao) (¶)
- 200 g di mandorle sgusciate e pelate
- 50 g di zucchero
- 100 g di acqua
- 40 g di zucchero a velo (¶)
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
PreparazioneTagliate a filetti (leggi bastoncini) le mandorle una ad una per il verso della lunghezza (io addirittura le avevo con la buccia, e ho pure dovuto pelarle gettandole in acqua bollente per qualche minuto).
Fare uno sciroppo sciogliendo lo zucchero nell'acqua, portare all'ebollizione e mantenerla per 5' circa. Spengere e lasciar raffreddare.
Bagnare i filetti con lo sciroppo e passarli poi nello zucchero a velo.
Disporli sparsi su una placca coperta di carta forno e mettere in forno a 170° circa, sorvegliando la cottura per pochi minuti. Appena cominciano a dorare girarli con una spatola cercando di cuocerli uniformemente sopra e sotto.
Togliere dal forno e lasciar raffreddare.
Sciogliere il cioccolato e temperarlo, nel frattempo intiepidire appena i filetti di mandorle e mescolarli al cioccolato girando bene con una spatola finché sono tutti coperti.
Raccogliere il composto a cucchiaiate e fare dei piccoli mucchietti su un foglio di carta forno aiutandosi anche con un dito.
Lasciar solidificare e staccare poi delicatamente dalla carta forno.
Conservati al fresco e lontano dall'umidità si mantengono croccanti a lungo. Se non vengono prima mangiati.
Sul temperaggio leggete il
precisissimo e dettagliatassimo post del solito Nanni.