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28 marzo 2014

#Playlistdelcuore






Prendo spunto da un hastag lanciato su Twitter #playlistdelcuore  dal mio amico Matteo Gamba del blog Diario di Adamo e da Gabriella Cantafio, fanciulla fantastica conosciuta sulla piattaforma di VanityFair.it

Partendo da un elenco di dieci canzoni, si può elaborare un classifica di quelle che secondo noi ci rappresentano meglio.
Vita, dolori, passioni e amori.
Un po' tutto, quello che siamo...
E allora ho pensato di girarla anche qui ai miei amici di blog.
E propongo a tutti quelli che mi seguono, di creare una loro playlist personale.
E postarla sui loro blog.
Poi se avete voglia di spiegarla  con poche e brevi parole, ci starebbe benissimo.
Un modo molto bello di permettere alla musica di girare intorno a tutti noi.
Di rimanere nell'aria, come sospesa.
Ecco le mie due liste.
Ho diviso tra italiane e straniere.
Perché in questo modo avevo la scusa per raddoppiare!!!

Playlist italiana

1) Leggero di Luciano Ligabue. Più che la canzone preferita è la canzone simbolo. Quello che amo di lui. Perché "L’amore conta".
2) Il nostro concerto di Umberto Bindi. Ero poco più di una bambina e la canzone struggente mi è rimasta attaccata, come una carta moschicida. Notevole anche la versione di Claudio Baglioni.
3) Bella di Lorenzo Jova Cherubini. Perché c’è stato un tempo che l’avevo odiata. Mi era stata dedicata con tutto l’amore possibile. Ma era un momento di profondo buio per me. Ora rappresenta tutto.
4) Vedrai, Vedrai di Luigi Tenco. Scoperto da ragazzina. Un uomo fragile, come la maggior parte di noi.
5) Luce , tramonti a nord est di Elisa. La canzone con la quale l’ho conosciuta e amata. "Siamo nella stessa lacrima" il mio manifesto.
6) Quello che le donne non dicono di Enrico Ruggeri. Nella versione cantata da Fiorella Mannoia. Noi donne siamo così.
7) I giardini di Marzo di Mogol/Battisti. Mi ricorda un amore sbagliato. Che pure mi ha insegnato a vivere.
8) Il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano. Lui rappresenta la mia adolescenza, la mia sete di conoscenza. Mi ha insegnato a comprendere a fondo il senso delle parole.
9) Cambiare di Alex Baroni. Chissà cosa avrebbe potuto donarci se avesse avuto un po’ di tempo in più.

10) Almeno tu nell’universo di Bruno Lauzi. Mia Martini. Punto.

Playlist straniera

1) Voice e linda di Caetano Veloso. Il grandissimo cantautore brasiliano è arrivato  per caso,una sera mentre mio marito guidava lentamente verso casa ed io ero con lui. Me l’ha cantata sottovoce. Indimenticabile.
2) Every breath you take dei Police. Per me rappresenta il momento in cui il rock si è posato sulla mia pelle. Dall’album "Syncrhonicity" anno 1983. Quell’anno in contemporanea, nella mia vita arrivavano due gruppi rock che non mi avrebbero mai più lasciato. Segnano il passo e lo scorrere del tempo.
3) All i want is you ovvero gli U2. Chi mi conosce forse si chiederà perché non li ho messi per primi. sono appunto l’altro gruppo che fece capolino nella mia vita in quell’anno simbolo. Il singolo indicato appartiene al mio album feticcio dei quattro irlandesi “Rattle and hum”. Loro sono per sempre. E non ha importanza il posto in classifica.
4) Secret Garden di Bruce Springsteen. Un amore se vero e potente non può fare a meno di una passione struggente. E fisica. E’ così. E poi è il Boss.
5) Overjoyed di Steve Wonder. Il più grande cantautore soul vivente. Sto aspettando il nuovo album. Sembra che per quest'anno ce la facciamo.
6) You’ve got a friend di Carole King. Amo le versioni cantate dal vivo da lei e da James Taylor. Giganti.
7) Blowin’in the wind di Bob Dylan. Perchè alle medie l’ho imparata in italiano. Era tra le poesie di testo che la mia insegnate di italiano ci assegnava. Lo definiva il più grande poeta al mondo. E la risposta è nel vento
.
8 ) Violins and Tamburines degli Stereophonics. Perchè loro per me sono molto di più che Have a nice day!
9) Enjoy The Silence dei Depeche Mode. I Depeche Mode. Altro gruppo che mi accompagna da sempre.
10) UBerlin dei Rem. Solo un simbolo perché "Collapse into Now" da cui è tratta è il loro ultimo album. Ma io non ci credo ancora.


Ora aspetto le vostre!

06 dicembre 2011

IL MONDO GIRA INTORNO A GIORGIA

Vorrei cominciare  parlando di una canzone questa:





Quando la sentii tanti anni fa guardai negli occhi mio marito e gli chiesi:
“ Cosa ne pensi? A me ha fatto scorrere brividi sotto pelle per tutto il tempo!”
Mi guardò a lungo e mi disse:
Mari, è straordinaria come tonalità e  voce ma avrà  tanta difficoltà a trovare il largo pubblico perché si capisce immediatamente che ama la strada più difficile, ovvero la nicchia.

La canzone vinse SanRemo giovani, Pippo Baudo disse nuovamente che era una sua scoperta e per lei si spalancarono le porte dello show business.
Sembrava facile, ma non lo fu affatto.

La ragazzina minuscola con una voce da paura e grinta da vendere, volle la strada più lunga, pezzi tecnicamente complicati e poco orecchiabili.

Era cresciuta cantando nei club pezzi soul e jazz accompagnando suo padre Giulio Todrani.
La gavetta era stata tanta e l'amore per quel tipo di musica imprescindibile.
Prima di arrivare al festival aveva già pubblicato due album con il produttore della grande Diana Ross.
Non avrebbe cantato canzonette, con tutto il rispetto per le canzonette.

Tornò a SanRemo subito dopo vincendo con "Come Saprei".


E il grande Elton John la volle al suo fianco durante un suo concerto a Roma, definendola una delle più belle voci al mondo.

E poi ancora Festival di Sanremo cantando "Di sole e di Azzurro".

Ma la mia preferita in quegli anni è Girasole.



Mi dava allegria e mi faceva pensare che stesse bene.
Sapevo che era innamorata e speravo fosse felice.

Ma era un amore complicato con un artista grande almeno quanto lei.

E mentre altre nate nel suo stesso periodo seguivano con grande successo la strada più facile e commerciale raggiungendo vette di popolarità mondiale, lei restava sempre lì, ad un passo dalla vetta con tanti riconoscimenti ma con un pubblico che non si allargava, non dominava.

E intanto io, che facevo parte di quel pubblico, mi chiedevo che cosa mi piacesse tanto di lei.

Le sue canzoni ti accarezzano, e ti colpiscono grazie all’armonia della sua voce e al suo virtuosismo.
La modula come uno strumento, tecnica e polmoni a iosa.

In fondo, sotto pelle, la sua fragilità.

Il suo non essere mai troppo a suo agio con quello che le accade e con il mondo che la circonda.

Intanto arrivano i dolori e sono mazzate,  tali da avere il potere di distruggere.

L’amore quello vero lo perdi, prima perché fare lo stesso lavoro e avere le stesse ambizioni non aiuta mai.
Poi, perché la vita stessa te lo strappa, si sa che gli dei vogliono con sè quelli che amano di più.

Quando lui muore sale sul palco del festival della musica di  Roma dedicato ad Alex e gli canta "Cambiare".


C’è buio profondo.

C’è il perdersi e l’impotenza.

Ma lentamente tra alti e bassi il lavoro  porta altri successi e conferma la sua dote di grande artista.

Scrive una canzone che diventa la colonna sonora di uno dei miei film preferiti:
La finestra di Fronte di Ozpetek.

"Gocce di memoria"ballata indimenticabile.





 Continuo a seguire la sua vita attraverso le sue canzoni.

Il successo c'è, riconoscimenti, premi, collaborazioni importanti con grandissimi artisti, album che registra in tutto il mondo.

Ma ogni volta che la vedo, nel suo sguardo noto quel velo di tristezza che l'accompagna da tanto tempo.

Un giorno però appare sorridente sulla copertina della mia rivista preferita e dice che, è pronta ad amare di nuovo e ad aprirsi finalmente alla vita, e magari ad un piccolo essere tutto suo.

Capisco che hai voltato pagina e ne sono felice.

Ora sei tornata.

Sei la più grande e lo sai, questa è la tua vittoria.

Come dici tu, E' L'AMORE CHE CONTA.