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25 febbraio 2019

CATENA GIARDINA CI SCRIVE.


Una ventina di giorni fa vi avevo parlato della piéce teatrale che avevo visto a Milano.
Lo scopo era quello di affrontare con voi quell'argomento delicatissimo e orrendo, quale la VIOLENZA SULLE DONNE.
T'amo più della mia vita è  la storia  autobiografica di Catena Giardina che ha purtroppo, vissuto sulla propria pelle, la tragedia fisica e psicologica scaturita dal suo rapporto con l'ex marito, uomo violento.
Catena ci ha letto e ha voluto parlarci a cuore aperto approfondendo la sua storia e sciogliendo così alcuni dubbi che erano nati durante il confronto. Inoltre ci ha ringraziato per la partecipazione.
Ho pensato quindi, di riportare in capo a questo nuovo post i suoi commenti, affinché tutti possiate leggere. 
Le lascio la parola, non senza dirle che la ringrazio e l'abbraccio con tutto l'affetto e la stima che posso. Come ho già detto nel post precedente, non ho la risposta o la soluzione in tasca ma continuerò a tenere accesi i riflettori sulle vicende orribili di cui le donne sono vittime qui, a casa mia. Non una volta all'anno ma molto più spesso. Lo prometto.



  1. Ho letto l´articolo di Mariella e tutti i vostri commenti e il sostegno per una causa purtroppo oggi diventata "cronaca giornaliera" anche la sera della piéce teatrale di T´amo piu´della mia vita,ero nella prima fila del teatro Argomm e il regista Gianni Lamanna mi ha comunicato un ennesima violenza sulla donna bruciata in auto dal suo ex compagno,non replicai l´accaduto come se mi aspettassi cio´che stesse accadendo al di fuori di quel teatro,un copione che si ripete giornalmente,nulla di nuovo,mi sentivo impotente un brivido percorre il mio corpo ed inizia lo spettacolo ed in questo caso non pensavo che la protagonista della storia fossi proprio io...ma lei la donna bruciata dal ex compagno ho vissuto il suo dramma per piu´di un ora,l´unica differenza nel finale lei e´stata bruciata io colpita a sfioro(miracolata o fortunata) da 12 colpi di pistola.Da 20 anni a questa parte nulla e´cambiato,in tutti i sensi,anzi sembrerebbe che questi soggetti si accaniscano ancor di piu´nei confronti della donna,scrissi questo testo come una sorta sfogo terapeutico rivivendo con carta e penna i 12 anni vissuti con il mio carnefice con dettagli che vanno dall´amore alla follia,dal dolore fisico a quello morale,dalla vergogna dei miei lividi sul viso,alla paura dell´uomo che mi giuro´amore "finché morte non ci separi" parole che mi risuonavano ambigue e quando chiesi aiuto alle autorita´poco potevano fare o forse nulla eccetto delle formali denunce che servivano solo a far incazzare ancora di piu´il mio carnefice ed allora da vittima provai anche ad essere io la carnefice...ma vuoi la sorte o chissa´...non ci riusci´Scrivendo mi resi conto davvero di cio´che avevo vissuto in quegli anni ero arrivata pure alla follia della premeditazione oltre sentirmi psicologicamente devastata a volte calci e pugni erano meno dolorosi delle parole dette dal mio carnefice per non parlare dei miei bambini che assistevano alle scene impauriti fino alla nostra fuga e il tentato plurimo omicidio nei miei confronti e dei figli.Potevamo non raccontarlo mai cosa realmente fosse accaduto per 12 anni ed invece superata l´omerta´la paura e la vergogna oggi il mio obbiettivo e´documentare e cosa c´é di meglio in un teatro...? Dove tu senti il pubblico vibrare,sia donne che uomini, senti il loro respiro e poi guardi i loro occhi lucidi di commozione,come autrice ci sono sempre in mezzo al pubblico perche´ sia io che il pubblico,dopo la fantastica interpretazione di Vincenza Pastore,abbiamo bisogno di confrontarci e riflettere su cio´che sta´accadendo giornalmente in merito ai femminicidi e le violenze sulle donne,non vorrei essere presuntuosa o sbagliarmi ma so´che nel mio pubblico c´e´ stato qualche uomo,che in parte, si e´rivisto nella piéce teatrale,di certo non me l´hanno detto ma l´ho capito dalle domande e dai commenti critici del testo in alcuni frasi


    1. chissa´se davvero fosse cosi´come io penso quel qualcuno abbia coscienza di rifletterci sopra??
      Riguardo alla meta´del pubblico maschile sono felice perche´io credo molto nella galanteria e nel sentirsi protetta dal
      proprio compagno o marito e questo non e´un testo contro il maschio come magari qualcuno potrebbe pensare anzi lo ritengo un testo dove appunto anche l´uomo ci aiuti a capire e prevenire magari osservando di piu´i comportamenti gli atteggiamenti di un amico un parente nei confronti di una donna e chissa´riuscire ad evitare un eventuale tragedia? Naturalmente il pubblico femminile e´sempre in maggioranza c´e´chi si rivede anche lei e c´e´chi invece non sapeva che nelle quattro mura domestiche possono accadere queste cose,magari pensando ad una vicina di casa o un amica che non ha notizie da tempo.
      Da anni faccio parte di un associazione contro la violenza alle donne ed il progetto della piéce teatrale e´nato proprio da li´facciamo molta prevenzione abbiamo portato lo spettacolo nelle scuole medie e superiori con parecchio interesse da parte dei dirigenti scolastici ma ancor di piu´dai ragazzi perche´non e´la solita prevenzione di convegni leggi ecc. ecc no´e´teatro un teatro che documenta una vita in balia di un carnefice e naturalmente delle leggi abbraccia una cultura attuale e la solidarieta´che ho riscontrato nei ragazzi mi ha commossa e riempita di gioia,anche qualcuno di loro ha visto picchiare la propria madre e alcuni hanno avuto un gesto simbolico di protezione nei miei confronti ed e´ora di parlare e togliere questo velo di omerta´vergogna e paura.Grazie a tutti voi e spero magari di incontrarvi a teatro,per prevenire abbiamo bisogno di tutti voi uomini e donne chissa´su 1000 ne salveremo magari 100....noi e voi tutti.
      Baci Catena Giardina

04 febbraio 2019

T'AMO PIÙ DELLA MIA VITA.




Scenografia sul palco


Voi lo sapete, a volte mi capita di essere una simpatica cialtrona.
Mi piace che nel mio blog ci siano momenti di condivisione, ilarità e confronto.
Mi piace la cortesia per la quale, recentemente, sono stata premiata.
Ma sono anche una persona che vive in un mondo fragile, in cui la violenza è presenza costante.

Sono soprattutto una donna. Ne sono fiera.  E sono una donna fortunata, lo riconosco.
E poiché la mia vita e la vita di ognuno di noi è sacra,  giudico importantissimo puntare i riflettori su argomenti delicati come la Violenza Sulle Donne. E non solo il 25 novembre. Forse  ne parlo con troppa enfasi ma con innegabile partecipazione a tutto il dolore e a quella sofferenza.  
Sabato sera sono stata a teatro. Non immaginate nulla di scintillante e splendido.
Pensate invece ad una piccola realtà realizzata con le unghie e con i denti e "strappata" alla strada come dice il suo fondatore, Francesco Mazza, in una zona di Milano abbastanza complicata.
La zona è quella operaia attorno all'ospedale Niguarda. 
La realtà è Il teatro Argòmm

Lo spettacolo a cui ho assistito si intitola:T'AMO PIÙ DELLA MIA VITA.


La pièce teatrale è stata scritta da Catena Giardina con la collaborazione dell'attore e regista Gianni Lamanna.

"La storia racconta la triste vicenda di Tina, ed è vita vissuta(quella dell'autrice). Dopo circa 25 anni, due amici, studenti di teatro in gioventù, si rincontrano e lei, Catena, decide di svelare a Giò il calvario vissuto per dodici anni con un marito violento. Lei smise di fare teatro mentre lui ha continuato, ignaro di ciò che per anni stesse accadendo alla donna con la quale un tempo condivideva studi e passioni. Ignaro soprattutto del fatto che la stessa compagna è sopravvissuta al dolore e allo sconforto grazie alla forza immaginaria di un interlocutore assente: proprio quel Giò che rivede dopo anni..."

Un'ora di monologo vissuta con una partecipazione straziante. La vita di una donna sconvolta dai pugni e dalle botte di un marito alcolista e violento. Sola, senza alcun sostegno, con due bambini piccoli da tutelare, Catena soffre, denuncia, quasi impazzisce, infine fugge. Ma il marito la ritrova e la tragedia arriva a sfiorarla. 
Scampata ad una morte quasi certa, cambia vita e scompare. Grazie alla protezione della polizia, si rifugia in Sicilia. E da lì, rinasce.
Il dolore della vicenda è come onda palpabile che ci avvolge grazie alla emozionante interpretazione di Vincenza Pastore, valente attrice italiana. E alle parole potenti e incisive del copione. Con una regia scarna e volutamente intima che ci costringe ad arrenderci alla vicenda, inermi come la sua protagonista. 





Tutto qui. TUTTO VERO. Siamo ancora lontani da avere risolto un dramma così vasto. E non ci rendiamo conto che, tragedie simili, sono più vicine di quanto immaginiamo. 
Donne alle prese con questa sofferenza, vivono accanto a noi. Sono vicine di casa, colleghe di lavoro, mamme dei compagni di scuola dei nostri figli.  Chiuse tra quattro mura e spaventate, perché la giustizia è ben lontana dall'essere equa. Ogni giorno si allunga la lista delle morti. Ogni giorno osserviamo i loro volti in internet, sui giornali, alla televisione.
Ogni giorno ci chiediamo cosa possiamo fare.
Io non conosco la cura, non so dare una risposta.
Ma qui, sul mio blog  sono a parlarne e discuterne, se vorrete. 
Per sostenere e aiutare nel modo migliore che conosco.


“Abbiamo tutti due vite. La seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una.” (Confucio)