Il titolo dice già tutto sulla città che ho visto per la terza volta in questo lungo ponte di Sant’Ambrogio.
Vorrei raccontarvela senza parlare delle persone che è meglio.
Facciamo finta che sia vuota completamente e io vi racconto il viaggio un po’ pazzo di questi due eremiti nella capitale francese.
Il tempo ci spiazza, appena mettiamo piede fuori dalla metropolitana e ci giriamo intorno per cercare la strada che ci porterà all’hotel veniamo investiti da una raffica di vento e pioggia.
Come benvenuto non è male, la città si è adeguata alle persone?
Arriviamo in hotel, ottimo Holiday Inn, diciamo nessun charmant petit hotel visto il periodo siamo in economia, ci sistemiamo ed ecco la prima bella sorpresa.
La vista dalla camera mostra un canale navigabile con un piccolo approdo e un ponticello romantico che si alza quando passano i piccoli scafi che portano in giro i turisti.
Una chiesetta e un piccolo parco dove giocano bambini, immerso in un bel quartiere tutto bianco.
Un senso di pace e di benessere ci prende e torniamo immediatamente a sorridere.
Ci riposiamo e decidiamo di fare una piccola passeggiata dall’Opéra fino al Louvre.
Adoro quella meravigliosa piazza da cui le varie strade ( Rue ) si dividono come dei lunghissimi bracci di bicicletta e ognuno di loro ha in se un pezzettino di meravigliosa storia.
Arriviamo fino a Place Vendome e io mi perdo tra le vetrine delle più grandi gioiellerie del mondo.
Mi gira la testa mentre dall’angolo a sinistra passo accanto a Boucheron ( il mio preferito),
Van Cleef & Arpels, Chanel, Chopard, Cartier e tra gli italiani, Buccellati, Damiani e Bruni.
Una concentrazione così alta di ricchezza come credo non ci siamo altri esempi al mondo.
Velocemente ci allontaniamo ridendo e commentando tra noi che forse per salvare l’euro basterebbe recuperare fondi direttamente dalle vetrine…
Andiamo verso il Louvre alle spalle gli Champs Elysèes con i suoi viali illuminati dalle luci di Natale e la Tour Eiffel che ogni ora brilla come se fosse circondata da milioni di lucciole.
All’inizio delle Tuileries c’è la bellissima ruota panoramica anch’essa illuminata e ci chiediamo “ Ricordi quando la ruota era all’interno dei giardini?’”
Ricordiamo la prima volta a Parigi esattamente vent’anni fa allora più di adesso ci sembrò una città magica…
Il Louvre con la sua enorme mole sembra voler ingoiarci interi come ha fatto con i tesori (anche italiani) che nasconde al suo interno.
Giriamo a sinistra e entriamo nel Palazzo Reale, lì tra i cortili interni si nascondo splendide boutique di cui non tutti conoscono l’esistenza.
Entriamo nella boutique di Serge Lutens alla ricerca del profumo di mio marito, e subito dopo in quella di Didier Ludot.
La proprietaria di quest’ultimo ha un negozio vintage proprio di fronte dall’altra parte del cortile e non vi dico che tesori possiede.
Poi faccio un giro velocissimo nella boutique di Stella McCartney tra i suoi accessori e i suoi paltò.
Mi incanto davanti ad un piccolo cappottino verde e mio marito deve trascinarmi via quasi a peso.
Ci sono diverse gallerie d’arte e un piccolo negozietto di giocattoli retrò.
Ceniamo sul boulevard Haussmann e io attacco la prima tartare della vacanza.
Il mattimo dopo andiamo a visitare il cimitero di Pere Lachaise.
Vi sembrerà strano visitare un cimitero, ma le altre volte lo avevamo accantonato per dare la precedenza a musei e mostre.
Il Pere Lachaise è un monumento nazionale.
Visitato da milioni di persone ogni anno.
44 ettari e 70.000 tombe nel centro della città.
I più grandi, da Oscar Wilde a Chopin.
Da Molière a La Fontaine, Jim Morrison e Edith Piaf, Proust e Honoré de Balzac.
E’ stato un viaggio nella memoria, tra artisti che hanno cambiato il nostro modo di pensare e la nostra vita.
Per non parlare del monumento dedicato ai campi di concentramento e alla Shoah, olocausto non volontario.
I francesi mi piacciono più da morti che da vivi.
Il pomeriggio lo abbiamo passato nel Marais, il quartiere dove vorrei vivere potendo scegliere in quella città.
Adoro Place des Vosges, i palazzi antichi che la circondano e tutti quei negozi vintage che sono la sua caratteristica.
Mi piace curiosare tra quei piccoli tesori, come ad esempio questo della foto.
Anche qui ci sono delle gallerie d’arte e guardate questo piccolo gioiello.
La sera abbiamo cenato in un piccolo ristorante nella zona del nostro albergo, dava sul piccolo canale, e ci è sembrato quasi di essere a Venezia.
Nota di cortesia sul proprietario, estremamente cortese e gentile, una rarità.
La cena ottima, il pesce freschissimo, accompagnato da un vino bianco con tante bollicine.
Ce lo siamo concesso, ma sì.
Il giorno dopo abbiamo fatto le cose classiche dei turisti più la follia di salire sulla ruota panoramica con un tempo da lupi.
Ma Parigi è bellissima anche sotto la pioggia e la vista era in ogni caso da mozzare il fiato.
Girovagato tra gli chalet natalizi degli Champs Elysèes e poi via nei nostri negozi di dischi preferiti: Virgin e Fnac.
Quando ci troviamo all'estero mio marito cerca delle rarità dei suoi artisti preferiti, mentre io ascolto gli artisti che vanno per la maggiore perlopiù da noi sconosciuti.
Abbiamo portato a casa diversi CD, ho comprato l'ultimo di Amy Winehouse e quello di un'artista di colore che non conoscevo: Betty Wright.
Ho sentito un duetto con Joss Stone da brividi e ho comprato il disco.
Poi anche due di Nina Simone che non avevo.
Ho ascoltato anche l'ultimo cd di Charlie Winston musicista inglese completamente sconosciuto da noi, ma dai francesi adorato.
Pomeriggio in Rue Saint Honoré, e limitrofi, e che ve lo dico a fare?
La sera cena in un bistrot nell'arrondissement della Tour Eiffel, poi passeggiata fino a Champ-de- Mars e seduti su di una panchina del parco, nonostante il freddo e la stanchezza ci siamo goduti la vista della torre bellissima e luccicosa.
Il mattino dopo, l'ultimo, il cielo azzurro e il clima mite ci ha immalinconito.
C'era troppa gente in giro e non potevamo più fare finta che non esistesse.
Abbiamo riso quando ci siamo ritrovati di nuovo in Place dell'Opéra e davanti al teatro un musicista cinese aveva portato un pianoforte a coda e suonava tra la gente che lo applaudiva piacevolmente stupita.
Ci siamo detti anche questo è Parigi!
Vi lascio il brano di Betty Wright e Joss Stone, colonna sonora di questo viaggio.