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16 novembre 2020

CUCINA: IL CIBO INSEGUE CHI LO AMA

 

foto privata - vietata la riproduzione

Ho imparato a cucinare appollaiata sulla sedia di paglia di mia nonna Carmela. Avevo più o meno sei anni.

In piedi  ero al livello del suo tavolo di legno. Lì dove impastava e preparava la pasta fatta in casa. Donna di altri tempi, di profumi antichi, di cura e di tempo. La sua specialità erano i fusilli, che lavorava con un ferro,  lungo e scuro,  molto sottile. Modellava la pasta con occhio di artista, la rendeva un filo lunghissimo e stretto, poi tagliava i piccoli pezzi, tutti uguali, della stessa consistenza e misura. A quel punto, con un elegante colpo di mano, faceva scorrere con maestria il ferro tutto intorno. Magicamente la pasta si arricciava in un boccolo meraviglioso e profumato.  Voi forse, farete fatica a crederci, ma è come se io l'avessi qui avanti. Bruna e generosa, i capelli ricci così simili ai miei. Gli occhi sorridenti mentre mirava con soddisfazione il risultato del suo lavoro. Fiera e bella, nella mia istantanea di memoria senza tempo. E non c'è nulla di più evocativo del profumo del cibo che mi riporti da lei, in quella stanza, al suo amore per la cucina.

E di tutto quell'amore ho conservato ogni traccia, ogni movenza, ogni sussulto di cuore.  Seguendola con lo sguardo, pesavo e contavo in silenzio. Quante uova per le tagliatelle, quanta farina. L'acqua giusta, né troppo calda, né troppo fredda. La birra per la pastella necessaria per il fritto dei fiori di zucca, l'aceto perfetto per le zucchine in scapece. Tutti i segreti della sua passione. I panettoni pasquali e gli struffoli natalizi. Non usava troppe parole ma mi lasciava guardare e mi guidava accompagnandomi con i suoi gesti sapienti. Il ragù napoletano, le carni giuste, il "pippiare" lento e costante. La pastiera e le sue dosi magiche, il babà il cui segreto era tutto nel rum che mi mandava a comprare al bar sotto casa. Ho seguito ogni suo passo. Ogni passo di mia madre, degna discepola. E il cibo ha seguito me  con affetto, ovunque io sia andata.

Ho imparato a riconoscere la soddisfazione negli occhi di chi gusta ciò che preparo con lo stesso occhio furbo e apparentemente distaccato che ho appreso da lei. E come la scrittura mi è venuto facile, perseguire nel peccato. 

Amo cucinare e amo mangiare. Ho i miei "cavalli di battaglia" perfezionati con lo scorrere del tempo.

Oltre alla pasta fatta in casa:

La pasta al forno. 

Il cardone. 

Il ragù napoletano e il ragù alla genovese. 

La pasta con la provola

La parmigiana di melanzane.

Le polpette.

Il gateau di patate.

La pizza margherita .

La pizza di scarola.

Le alici marinate.

Il casatiello.

La pastiera.


Ma non mi sono fermata alle ricette tradizionali della mia terra. Amo anche la cucina pugliese e quella lombarda.  Non mi sono fatta mancare nulla. Continuo a cucinare e ad imparare nuove ricette. Sempre con la stessa passione.  

E voi amici, amate la cucina? Vi piace cucinare? Cosa? Quali sono le vostre ricette  e i cibi preferiti?  Sapete che non c'è nulla di più afrodisiaco di un piatto preparato con amore?

 "Non posso separare l'erotismo dal cibo e non vedo nessun buon motivo per farlo; al contrario, ho intenzione di continuare a godere di entrambi fino a quando le forze e il buon umore me lo consentiranno." (Isabel Allende - Afrodita)

05 giugno 2016

A CENA CON...




Aderisco ben volentieri all'invito della blogger Fata Confetto di partecipare ad un gioco che coinvolge amiche e amici blogger. Tutto nasce per favorire contatti tra i blogger e stimolare lo scambio di idee e nuove proposte. 


Il banner del gioco è questo:




Qual è l'idea? Quella di immaginare di invitare a cena un personaggio del passato che sia storico,di fantasia, dello spettacolo e dedicargli un menù ad hoc.
Chiaramente mi ci sono buttata a capo fitto, poiché un gioco che coinvolga cibo e personaggi mitici mi piace un sacco e poi avevo già in mente, nel momento stesso in cui ho letto le regole, il personaggio e il menù.
Per cui, ringrazio Marilena del blog Parole di contorno, che mi ha chiesto gentilmente di partecipare e inizio immediatamente.
Le regole sono semplici per chi di voi volesse partecipare:
1) inserire l'immagine del personaggio;
2) una breve motivazione della scelta;
3) il menù con il link delle ricette o la citazione della fonte;
4) foto delle ricette (facoltativo);
5) lasciare un commento di adesione nello spazio commenti di questo post;



Ed ora iniziamo:

Il mio personaggio è  AUDREY HEPBURN. Lei amava molto cucinare e aveva raccolto tutte le sue ricette in un librino sfilacciato che un giorno Luca Dotti, suo figlio,  ritrovò. Alcune erano complesse ma non arrivarono mai sulla sua tavola, altri invece sono esattamente quelle che lei amava per davvero e che le appartenevano. Dietro la sua passione per la cucina c'era il trauma della guerra, e la perdita di tutto ciò che contava per una bambina. Indelebile nella sua memoria il tempo in cui non c'era più nulla da mangiare se non erba e tulipani bolliti, quando sei ridotta a mucchietto di pelle e ossa e riesci a sopravvivere grazie a qualche tavoletta di cioccolata portata dai liberatori prima che sia troppo tardi. Audrey si salvò e considerò la sopravvivenza un dono che non andava sprecato. Lavorò duramente per riconquistare quello che aveva perso. E tutto, anche la sua passione per la cucina, è riconducibile a questo. Nulla di più.
Amando appassionatamente la donna (più che la star) per quello che ho imparato leggendo moltissimo su di lei, mi piaceva dedicarle un tributo grazie al piccolo gioco, nel quale sono stata coinvolta. Donna, attrice, mamma, e magnifica persona.










Il menù è così composto: caprese tricolore, pennette alla vodka, vite tonnè e crumble di mele. Lo accompagnano un vino bianco delicato come il Sauvignon per il primo, uno Syrah per il secondo e per il dolce uno spumante classico.

Tutto il menù è tratto dal libro che ha scritto suo figlio Luca Dotti "Audrey mia madre" e le ricette sono pubblicate lì per chi volesse approfondire. Io sono riuscita ad inserire solo il link del primo piatto.