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Ho imparato a cucinare appollaiata sulla sedia di paglia di mia nonna Carmela. Avevo più o meno sei anni.
In piedi ero al livello del suo tavolo di legno. Lì dove impastava e preparava la pasta fatta in casa. Donna di altri tempi, di profumi antichi, di cura e di tempo. La sua specialità erano i fusilli, che lavorava con un ferro, lungo e scuro, molto sottile. Modellava la pasta con occhio di artista, la rendeva un filo lunghissimo e stretto, poi tagliava i piccoli pezzi, tutti uguali, della stessa consistenza e misura. A quel punto, con un elegante colpo di mano, faceva scorrere con maestria il ferro tutto intorno. Magicamente la pasta si arricciava in un boccolo meraviglioso e profumato. Voi forse, farete fatica a crederci, ma è come se io l'avessi qui avanti. Bruna e generosa, i capelli ricci così simili ai miei. Gli occhi sorridenti mentre mirava con soddisfazione il risultato del suo lavoro. Fiera e bella, nella mia istantanea di memoria senza tempo. E non c'è nulla di più evocativo del profumo del cibo che mi riporti da lei, in quella stanza, al suo amore per la cucina.
E di tutto quell'amore ho conservato ogni traccia, ogni movenza, ogni sussulto di cuore. Seguendola con lo sguardo, pesavo e contavo in silenzio. Quante uova per le tagliatelle, quanta farina. L'acqua giusta, né troppo calda, né troppo fredda. La birra per la pastella necessaria per il fritto dei fiori di zucca, l'aceto perfetto per le zucchine in scapece. Tutti i segreti della sua passione. I panettoni pasquali e gli struffoli natalizi. Non usava troppe parole ma mi lasciava guardare e mi guidava accompagnandomi con i suoi gesti sapienti. Il ragù napoletano, le carni giuste, il "pippiare" lento e costante. La pastiera e le sue dosi magiche, il babà il cui segreto era tutto nel rum che mi mandava a comprare al bar sotto casa. Ho seguito ogni suo passo. Ogni passo di mia madre, degna discepola. E il cibo ha seguito me con affetto, ovunque io sia andata.
Ho imparato a riconoscere la soddisfazione negli occhi di chi gusta ciò che preparo con lo stesso occhio furbo e apparentemente distaccato che ho appreso da lei. E come la scrittura mi è venuto facile, perseguire nel peccato.
Amo cucinare e amo mangiare. Ho i miei "cavalli di battaglia" perfezionati con lo scorrere del tempo.
Oltre alla pasta fatta in casa:
La pasta al forno.
Il cardone.
Il ragù napoletano e il ragù alla genovese.
La pasta con la provola
La parmigiana di melanzane.
Le polpette.
Il gateau di patate.
La pizza margherita .
La pizza di scarola.
Le alici marinate.
Il casatiello.
La pastiera.
Ma non mi sono fermata alle ricette tradizionali della mia terra. Amo anche la cucina pugliese e quella lombarda. Non mi sono fatta mancare nulla. Continuo a cucinare e ad imparare nuove ricette. Sempre con la stessa passione.
E voi amici, amate la cucina? Vi piace cucinare? Cosa? Quali sono le vostre ricette e i cibi preferiti? Sapete che non c'è nulla di più afrodisiaco di un piatto preparato con amore?
"Non posso separare l'erotismo dal cibo e non vedo nessun buon motivo per farlo; al contrario, ho intenzione di continuare a godere di entrambi fino a quando le forze e il buon umore me lo consentiranno." (Isabel Allende - Afrodita)