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19 ottobre 2024

[SABATO DI POESIA] Rosa di Rita Dove



How she sat there,
the time right inside a place
so wrong it was ready.

That trim name with
its dream of a bench
to rest on. Her sensible coat.

Doing nothing was the doing.
The clean flame of her gaze
carved by a camera flash.

How she stood up
when they bent down to retrieve
her purse. That courtesy.

Traduzione:

Il modo in cui era seduta lì,

il momento giusto in un posto così sbagliato. 

Quel nome curato che sogna una panchina su cui riposare. Il suo cappotto pratico. 

Non bisognava fare nulla.

La fiamma pulita del suo sguardo scolpita dal flash di una macchina fotografica. 

Come si è alzata quando si sono chinati per recuperare la sua borsa. 

Che cortesia.

da: On the Bus with Rosa Parks (W W Norton & Co. Inc., 1999)


Note biografiche e riflessioni

RITA FRANCES DOVE

Poeta americano, seconda afroamericana a vincere il Premio Pulitzer per la poesia nel 1987,  è una delle voci più rappresentative dell'era contemporanea. La sua lirica spazia e attraversa in un modo molto personale la storia e la letteratura. Partendo dalle sue radici, riesce a librarsi attraverso spazio e tempo raccontando la vita trasversalmente, facendo confluire nelle sue righe esistenza e sopravvivenza. I versi di oggi, raccontano in modo superbo un episodio simbolo della rinascita afroamericana,  dal punto di vista di Rosa Sparks, avvicinandoci a lei con delicatezza e scoprendo tutta la  forza nella sua pacatezza e determinazione.




11 novembre 2023

[SABATO DI POESIA] Now and Then - Beatles


dal Web 


I know it’s true
It’s all because of you
And if I make it through
It’s all because of you

And now and then
If we must start again
Well, we will know for sure
That I will love you

Now and then
I miss you
Oh, now and then
I want you to be there for me
Always to return to me

I know it’s true
It’s all because of you
And if you go away
I know you’ll never stay

Now and then
I miss you
Oh, now and then
I want you to be there for me

I know it’s true
It’s all because of you
And if I make it through
It’s all because of you

(John Lennon - 1977)



Note e riflessioni 


Per me, fan dei Beatles  praticamente dalla nascita, (chi mi segue da sempre conosce bene la storia della bambina Yetterdei) la pubblicazione del nuovo singolo dei fab four, ha il profumo di un evento epocale. Mi sono seduta in un angolo e l'ho ascoltato una, due,dieci, tante volte.  Registrata da John nella sua casa a Nyc con in evidenza la scritta "for Paul". Ho immaginato il passaggio del pacchetto dalle mani di Yoko a quelle di Paul. Ho sentito forte l'assolo della chitarra di George, forse il suo ultimo, e la batteria che Ringo suonava un po' provato dall' emozione. Infine la rabbia di Paul che non riusciva a dare un senso al tutto e che ci aveva quasi rinunciato, mentre gli anni passavano. Fino allo scorso anno, quando grazie all'apprendimento automatico (Intelligenza Artificiale) si è riusciti a pulire la voce di John dal resto dei suoni della cassetta e la canzone ha preso vita. 

Non dirò che il brano è un capolavoro. Ma ho la consapevolezza di comprendere  che la meraviglia di ritrovarli nuovamente insieme, è il miracolo che non mi aspettavo e che noi fan ci meritavamo. Perché il loro linguaggio resta universale e non è poco sentirli ancora una volta parlare di amore ora, in questi tempi estremamente duri e imperfetti.

Grazie❤️

PS: NON PERDETEVI IL VIDEO.




01 aprile 2023

[SABATO DI POESIA] Se tardi a trovarmi insisti di Walt Whitman


dal web


Se tardi a trovarmi, insisti.

Se non ci sono in nessun posto,

cerca in un altro, perchè io sono
seduto da qualche parte,
ad aspettare te...

e se non mi trovi piú, in fondo ai tuoi occhi,
allora vuol dire che sono dentro di te.

(Walt Whitman - Foglie D'erba - 1855)


Note biografiche e riflessioni
Walt Withman nasce a West Hill nel 1819 e muore a Camden nel 1892. È unanimemente considerato il padre della poesia moderna americana. Poeta, scrittore e giornalista, fu il cantone del verso libero e il "padre" del sogno americano. Amo molto le sue poesie, da quella più celebre "capitano o mio capitano" alle più brevi e intense, come quella che propongo oggi. L'amore che non si ferma mai e vibra attraverso il tempo e lo spazio. Che saprà restarci accanto, qualunque cosa accada.

25 novembre 2022

[SABATO DI POESIA] Scrivi! Scrivi! Scrivi! di Simin Behbahani

 



Storia, stagione chiara, simbolo della resistenza!
Scrivi! Scrivi! Scrivi di questi giorni tenebrosi,
scrivi il sacrificio della vita, la baraonda del giovane e del vecchio,
del bambino e della donna, scrivi di una casa, di una dimora, del più e del meno, di
tutto ciò che hai.
Scrivi il lancio di una pietra di un bambino che gioca,
scrivi il colpo di un piccone di un anziano che assiste.

(Simin Behbahani - Quaderni di Meykhane) 


Note biografiche e riflessioni

Simin Behbahani nasce a Teheran nel 1927 e lì muore nel 2014. Poeta, figlia di una delle intellettuali più importanti dell'epoca, ha sempre detto di avere ereditato il talento letterario da suoi genitori, anche suo padre era scrittore e saggista. Fin dalla più tenera età lottò  contro le ingiustizie di ogni genere. Amava profondamente la sua patria e quel sentimento lo trasmise in ogni scritto e azione della sua vita. Ha sfidato il regime e la censura ed ha lottato per il riconoscimento delle voci femminili nel suo paese. La poesia che ho scelto è dedicata alle donne iraniane e a tutte le donne del mondo, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Perché scrivere dei giorni bui è una forma di lotta fenomenale, traccia la strada, informa e unisce. Come ha sempre detto Simin: per sopravvivere dobbiamo distruggere il silenzio.



Il mio sabato di poesia  viene pubblicato oggi, in via del tutto eccezionale,   per ricordare  che la violenza contro le donne è da condannare tutti i giorni dell'anno.

19 novembre 2022

[SABATO DI POESIA] Non importa quanti anni ho di José Saramago




Ho l’età in cui le cose si osservano con più calma,

ma con l’intento di continuare a crescere.

Ho gli anni in cui si cominciano ad accarezzare i sogni con le dita
e le illusioni diventano speranza.
Ho gli anni in cui l’amore, a volte, è una folle vampata,
ansiosa di consumarsi nel fuoco di una passione attesa.
E altre volte, è un angolo di pace, come un tramonto sulla spiaggia.
Quanti anni ho, io? Non ho bisogno di segnarli con un numero,
perché i miei desideri avverati,
le lacrime versate lungo il cammino al vedere le mie illusioni infrante valgono molto più di questo.
Che importa se compio venti, quaranta o sessant’anni!
Quel che importa è l’età che sento.
Ho gli anni che mi servono per vivere libero e senza paure.
Per continuare senza timore il mio cammino, perché porto con me l’esperienza acquisita e la forza dei miei sogni.
Quanti anni ho, io? A chi importa!
Ho gli anni che servono per abbandonare la paura e fare ciò che voglio e sento.


(José Saramago, da  Poesie, Einaudi, Torino, 2007, traduzione di Fernanda Toriello)



Note biografiche e riflessioni

Qualche giorno fa,  per l'esattezza il 16 novembre scorso, il grande poeta e scrittore portoghese José Saramago, premio Nobel per la letteratura, avrebbe compiuto cento anni. Mi pareva giusto celebrarlo qui da me, dove più volte mi sono soffermata sulla sua prosa e sulla lirica. E mi piace farlo con una delle sue poesie che amo di più perché mi rispecchia. Non ho mai dato importanza all'età anagrafica alla quale appartengo, perché non mi identifico con lei, piuttosto con le esperienze di cui ho fatto fino ad ora tesoro. E voglio continuare a crescere, a migliorare e sbagliare. A consumarmi guardando un tramonto struggente come a riflettere in un angolo tutto mio. E per voi hanno importanza gli anni che avete?

29 ottobre 2022

[SABATO DI POESIA] Linguaggi di Bei Dao





Molti linguaggi

volano su questo mondo
si scontrano, generano scintille
a volte è odio
a volte è amore

il palazzo della ragione
precipita nel silenzio
pensieri leggeri come strisce di bambù
intrecciano cesti
colmi di ciechi funghi velenosi

animali in movimento dipinti sulla roccia
corrono calpestando fiori
un dente di leone cresce
nel segreto di un angolo
il vento ha portato via i suoi semi

molti linguaggi
volano nel mondo
ma la nascita di una lingua
non può accrescere né diminuire
il muto dolore dell’umanità

 

(La rosa del tempo. Poesie scelte 1972-2008 (Elliot, 2018)


Note biografiche e riflessioni

Bei Dao pseudonimo di Zhao Zhenkai, nasce a Pechino nel 1949. È poeta, scrittore e traduttore cinese, vive in esilio ad Hong Kong dove insegna all'università. Viene ritenuto uno dei maggiori esponenti della poesia menglong detta anche poesia oscura o incomprensibile, un poetare chiuso e complesso di difficilissima interpretazione, il cui asse principale è l'individualismo contrapposto al rumore assordante degli slogan che ossessionavano la Cina in quel periodo.  In realtà è un movimento nato sul dolore provocato dalla rivoluzione culturale cinese, che per molti, compreso Bei Dao,  fu un fallimento, almeno per quel che riguarda i  valori. Lui poi, partecipò attivamente, durante gli anni '80, alle contestazioni che sfociarono nelle proteste di Tiananmen e che lo costrinsero all'esilio. La poesia che ho scelto oggi, parla di lingua e linguaggi, strumenti necessari all'uomo anche per vivere e rinnovarsi proprio  nei casi in cui l'uomo vive il dolore della lontananza dalla sua patria e dalla sua cultura. Riflettevo sull'idea che, quella miriade di linguaggi con i quali abbiamo investito l'intero mondo, alla fine possano tornare ad essere uno solo: l'amore universale. Buon sabato a tutti voi.

22 ottobre 2022

[SABATO DI POESIA] Inarrestabile di Hilde Domin




La propria parola
chi la riporta indietro,
la parola
viva
non ancora pronunciata?

Dove vola la parola
si seccano i prati,
ingialliscono le foglie,
cade la neve.
Un uccello tornerebbe da te.
Non la tua parola,
quella ancora non detta,
nella tua bocca.
Le altre parole le rimandi
indietro,
parole con soffici piume colorate.
La parola è più veloce,
la parola nera.

Arriva sempre,
non smette mai di
arrivare.

Meglio un coltello di una parola.
Un coltello può essere poco affilato.
Un coltello molte volte
manca il cuore.
La parola no.

Alla fine è la parola,
sempre
alla fine
la parola.

(Con l'avallo delle nuvole - poesie scelte - 2011 - traduzione Ondina Granato)



Note biografiche e riflessioni


Hilde Domin  nasce a Colonia nel 1909 e muore a Heidelberg nel 2006.Scrittrice, traduttrice, e curatrice.  Passata attraverso la Shoah e trasferitasi con la famiglia nella repubblica dominicana dopo un breve periodo di permanenza in Italia, si avvicinò alla poesia nel 1951, alla morte di sua madre. Ben presto divenne una delle voci più vibranti della letteratura tedesca ed europea.  Ritornata in patria scrisse molto a proposito del suo esilio e del ritorno. Si interrogava spesso sullo scopo della poesia e delle parole. Per quel che mi riguarda la poesia è fine a se stessa e mi rende libera. Di leggere e comprendere, di rincorrere le parole sul filo delle nostre sensazioni. È un moto continuo, verità, dolore e speranza. La poesia è vita. E non ne potrei mai fare a meno.



08 ottobre 2022

[SABATO DI POESIA] Non camminare davanti a me di Albert Camus





Non camminare davanti a me, 

potrei non seguirti.

Non camminare dietro di me, 

non saprei dove condurti.

Cammina al mio fianco e saremo sempre amici.




Note biografiche e riflessioni

Albert Camus nasce a Drèan, Algeria Francese,  nel 1913 e muore a Villeblevin nel 1960. Poeta, scrittore, drammaturgo, filosofo, saggista, giornalista e attivista politico francese. Semplicemente tutto. Premio Nobel per la letteratura nel 1957. Nel suo cammino umano ha attraversato parecchie fasi. Da un inizio in cui sposò gli ideali della sinistra al suo arrivare alla concezione per cui gli ideali e il senso della vita possono essere vitali acquisendo piena coscienza di sé stessi volta e volgendo lo sguardo e le intenzioni agli altri. Nel senso più totale del termine. Nessun giudizio nei confronti dell'essere umano e l'unica vera domanda da porsi sarà sempre la stessa: se la vita sia degna o meno di essere vissuta. Lo è se l'uomo si pone al servizio degli altri in modo da sconfiggere la "peste", ovvero le dittature.  Per quel che io riesco a comprendere nessuno è al di sopra degli altri ma insieme è possibile camminare e portare avanti con il confronto comune la strada che  ci prefiggiamo. Un elegia all'armonia e all'amicizia.
Voi cosa ne pensate, conoscete Camus?

01 ottobre 2022

[SABATO DI POESIA] Quand'ero bambino di Yehuda Amichai





Quand’ero bambino
i fili d’erba e gli alberi maestri s’innalzavano sulla riva
e per me lì disteso erano
tutti uguali,
perché salivano al cielo più in alto di me.
Avevo solo le parole di mia madre
come una fetta di merenda avvolta in carta frusciante
e non sapevo quando sarebbe tornato mio padre,
perché oltre la radura c’era un altro bosco.

Ogni cosa porgeva la sua mano,
cozzava un toro nel sole
e di notte la luce delle strade
accarezzava le mie guance e i muri,
e la luna, una grossa anfora, si chinava su di me
a spegnere la sete del mio sonno.

(Poesie - Crocetti 2001)


Note biografiche e riflessioni


Yehudi Amichai (all'anagrafe Ludwig Pfeiffer)  nasce a Wurzburg, in Germania, nel 1924 e muore a Gerusalemme, nel 2000. Viene definito il più grande poeta israeliano moderno, uno dei primi a scrivere in ebraico colloquiale, raccontando episodi di vita comune e l'amore immenso che aveva per la sua patria, la sua gente, la sua religione e soprattutto per la città di Gerusalemme. Come il grandissimo scrittore suo conterraneo, Amos Oz, fu uno dei più convinti fautori della pace con la Palestina. La delicatezza dei suoi versi mi ha riportato all'infanzia, alla generosità di quelle ore in cui mi perdevo nell'immensità del cielo mentre sdraiata a faccia in sù coglievo la bellezza di quei momenti e la conservavo integra, dono per il futuro. Quel luogo, quel momento, mi sono tornati all'istante. Poesia dunque, altamente evocativa, perfetta nel suo ricordarci chi siamo e a cosa vorremmo tornare, alla fine del giorno. 


10 settembre 2022

[SABATO DI POESIA] Parolerie di Pandelìs Bukalas


Le parole – bambine piccole, molestano, fanno male,
se le accarezzi ridono, poi subito si ostinano,
han fretta di dir tutto, s’imbrogliano, sanno amare,
diventan grido, tacciono, nascostamente svelano.

Le parole – bambine piccole, a volte si ribellano,
sanno dire le lacrime, il riso sanno scrivere.
Agnelle si sacrificano, belve nella passione,
ansiose di dipingere l’intero mondo azzurro.

Le parole – bambine piccole. Flessuosi corpicini
che agguerriti si levano, mettono le ali, volano.
Sognano, si spaventano, si alleano, si separano,
animelle cui è stato dato di avere sempre sete.

Le parole – bambine piccole. Bianco per loro il tempo,
pagine su cui scrivere, vele che il vento gonfia
per fare viaggi nella gioia, far viaggi nel dolore.
L’amore sa trasformare in sacro la tempesta.

(Poesia n.298 novembre 2014 - da Poesie da spiaggia di Nicola Crocetti e Jovanotti)


Note biografiche e riflessioni

Il poeta nasce Lessini, Missolungi, nel 1957. Ed è l'unica cosa che so. Di lui non si trova nulla in internet, salvo qualche stralcio di poesia. La maggior parte delle sue sono state tradotte dal greco da Nicola Crocetti,  che poi ha inserito questa nell'antologia di cui vi ho già parlato tempo fa. Trovo limpido e incisivo il suo modo di spiegare le parole. Di loro io ho grande cura e rispetto. Non le uso  a caso, ma le doso con molta attenzione. Proprio perché so che sono delicate e forti, dure e tenere, dolorose e amorose e come dice il poeta, capaci di trasformare in sacro la tempesta.



18 giugno 2022

[SABATO DI POESIA] Here, there and everywhere (Ovunque) di Paul McCartney







Testo originale
To lead a better life
I need my love to be here
Here
Making each day of the year
Changing my life with a wave of her hand
Nobody can deny that there's something there
There
Running my hands through her hair
Both of us thinking how good it can be
Someone is speaking, but she doesn't know he's there
I want here everywhere
And if she beside me I know I need never care
But to love her is to need her
Everywhere
Knowing that love is to share
Each one believing that love never dies
Watching her eyes, and hoping I'm always there
I want her everywhere
And if she's beside me I know I need never care
But to love her is to need her
Everywhere
Knowing that love is to share
Each one believing that love never dies
Watching her eyes and hoping I'm always there
I will be there
And everywhere
Here, there and everywhere

28 maggio 2022

[SABATO DI POESIA] Così si comincia di Boris Pasternak





Cosí si comincia. Verso i due anni
ci si strappa alla balia per le tenebre delle melodie,
si cinguetta, si fischia, le parole
compaiono verso il terzo anno.

Cosí si comincia a capire.
E nel fragore di una turbína in moto
ti sembra che tua madre non sia tua madre,
che tu non sia tu, la casa un paese straniero.

Che può fare la terribile bellezza,
seduta su una panca di serenella,
se non realmente rubare bambini?
Cosí hanno origine i sospetti.

Cosí maturano le paure. Come potrà consentire
a una stella di superare il suo limite
lui che è un Faust, lui che è fantasioso?
Cosí cominciano gli zingari.

Cosí si schiudono librandosi in aria
sopra le siepi, dove dovrebbero stare le case,
mari improvvisi come un sospiro.
Cosí cominceranno i giambi.

Cosí le notti estive, cadute bocconi
fra le avene supplicando: avvèrati,
minacciano l'aurora con la tua pupilla.
Cosí si attacca lite con il sole.

Cosí si comincia a vivere di versi.



BORIS PASTERNAK, Poesie (Torino, Einaudi 1957)