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domenica 16 settembre 2018

Il suono dei ricordi


Fa fresco. Io son di sentinella e sbarro gli occhi nel­l'oscurità. Mi sento fiacco, come sempre dopo un'azio­ne, e perciò mi riesce duro restare solo coi miei pen­sieri. In realtà, pensieri non sono, ma piuttosto ricordi, che m'assalgono nella mia debolezza e mi muovono l'anima in guisa strana.
I razzi brillano alti, ed io vedo una chiara notte d'estate: mi trovo nel chiostro del Duomo e guardo i
cespi di rose fiorenti in mezzo al piccolo cimitero, ove sono sepolti i vecchi canonici. Intorno sorgono i grup­pi di pietra delle stazioni del Rosario. Non c'è anima viva; un gran silenzio cinge il rettangolo fiorito, il sole riscalda le grosse pietre grigie, sicché la mia mano po­sandovisi, ne carezza il calore. Sopra il tetto d'ardesia la verde torre della cattedrale si slancia nel pallido e molle azzurro della sera. Tra le colonnette del chio­stro ancora illuminate, si indovina la fresca oscurità che soltanto le chiese sanno dare, e io me ne sto li im­mobile, e penso che a vent'anni saprò le cose mirabili e inquietanti che vengono dalle donne.
Il quadro è così stranamente vicino che mi par di toccarlo, prima che il lampo del prossimo razzo lo fac­cia sparire. 
Stringo il mio fucile e ne rettifico la posizione. La canna è umida; la serro nella mano e ne asciugo 1'umi­dità con le dita.

domenica 11 dicembre 2016

Pioppi dorati e passeri saltellanti

Attraversammo una specie di letto di fiume melmoso traverso un folto sottobosco e radi salici e uscimmo dall'altra parte un po' bagnati e attaccammo il sentiero (...).

"Guarda laggiù" cantò Japhy "pioppi ingialliti. Mi danno l'ispirazione per un Haiku... "
"Parlando di vita letteraria - i pioppi dorati".
Percorrendo quella regione era facile comprendere le gemme perfette di haiku scritti dai poeti orientali, che mai si ubriacavano sulle montagne né altro ma semplicemente camminavano puri come bambini annotando ciò che vedevano senza artifici letterari né espressioni ricercate. Componemmo alcuni haiku mentre salivamo su a serpentina, su sempre più su ora lungo il declivio cespuglioso.

"Sassi sul fianco del precipizio" dissi "perchè non rotolano giù ?" " Forse è un haiku, forse no può darsi che sia un po' troppo complicato" disse Japhy. " Un vero haiku deve essere semplice come il porridge e nello stesso tempo farti vedere la realtà delle cose, così il più grande di ogni haiku è probabilmente quello che dice "Saltella il passero sulla veranda, con le zampette bagnate". Di Shiki.
Tu vedi le impronte umide delle zampe come una visione della mente eppure in quelle poche parole vedi anche la pioggia che è caduta quel giorno e quasi profuma di aghi di pino bagnati."
"Dimmene un altro"
" Questa volta ne faccio uno io, vediamo un po', " Sotto il lago...buche nere che fanno le sorgenti", no porco cane questo non è un haiku, non si fa mai abbastanza attenzione con questi haiku".
" Che cosa ne diresti di comporli di getto lungo la strada, spontaneamente?


Jack Kerouac, I vagabondi del Dharma




L'haiku, di tradizione giapponese, è un componimento poetico di 17 sillabe, distribuite in tre versi secondo lo schema 5, 7, 5 .
Privo di titolo, essenziale, l'haiku lascia al lettore la possibilità di completarne e interpretarne il senso. La natura costituisce il suo soggetto e nell’ultimo verso appare di solito un accenno alla stagione in cui il testo è stato composto (kigo).