Non so quanti lo sanno, ma Oliver Hardy
aveva una bella voce di tenore leggero, ben intonata, alla quale i
doppiatori italiani non hanno mai reso giustizia. A dirla tutta,
Alberto Sordi se la cavava abbastanza bene ma aveva voce di basso e
non di tenore; sugli altri doppiatori di tempi più recenti sarà
meglio calare un velo pietoso (se non hanno passato dei guai, anche
dall'aldilà, è soltanto perché Ollie era troppo buono e bravo per
offendersi). Oliver Norvell Hardy (questo il nome completo) aveva
infatti iniziato sui palcoscenici del vaudeville, e forse anche
dell'operetta; nei suoi film canta spesso, ma magari noi non ci
facciamo caso perché siamo distratti dai disastri combinati nel
frattempo da Stan Laurel.
Porto qui due esempi, entrambi dedicati
alla luna: in "Pardon us" (1930, i primissimi anni del
cinema sonoro) Stan e Ollie sono due evasi che cercano di non farsi
riprendere. Uno degli espedienti è quello di tingersi la faccia di
nero, così da passare per afroamericani: oggi questa sequenza
farebbe storcere il naso a molti, ma siamo nel 1930 e si tratta, come
sempre, di giochi da bambini, del tutto innocenti. La canzone è
"Lazy moon", la luna pigra che gli innamorati aspettano ma
che non si decide a spuntare da dietro la collina. E' una canzone del
1903, scritta da Bob Cole e Rosamond Johnson; con Oliver Hardy canta
The Hall Johnson Choir.
(qui)
L'altra canzone dedicata alla luna è
"Shine on harvest moon", la luna del tempo del raccolto
(luna di settembre, dice il mio dizionario), abbinata a Stan e Ollie
che vanno ad arruolarsi nella legione straniera. Il film è "The
flying deuces" (I diavoli volanti), dei primi anni '30; la
canzone invece è datata 1908, scritta da Nora Bayes (musica) e Jack
Norworth (parole).
(qui)
(con Dorothy Coburn, anni '20)