Devo dire che non sono portato per i lavori manuali e di bricolage. Le scatole di Ikea con dentro quelle maledette istruzioni e sacchettini di viti e brugole mi mettono addosso una grande frustrazione. Nel giardino mi trovo più a mio agio, ma la mia attività si ferma a semplici operazioni di manutenzione: taglio delle rose e della vite, rinvaso di piante e fiori, innaffiatura, ritocco di qualche siepe e poco altro. Così, quando mi sono deciso di fare l'orto, mi sono tenuto, prudentemente, con un profilo basso: innanzitutto la dimensione (1,50 x 2,20 = 3,3 mq), poi la scelta delle piante (erbe aromatiche, pomodori n.3, sedano n.6, menta, melissa, n.1 pianta di peperoncino) e infine la scelta di aggiungerci dei fiori (viole del pensiero e altri di cui ora mi sfugge il nome).
Tutti, oggigiorno, a somiglianza del Re e della sua amante, diventano pii e appassionati di religione. Mi fanno ridere, quelle persone di cui mi parlate, Jean-Baptiste, e che io stesso incontro talora a Notre-Dame o in altre chiese parigine. La cappella di Versailles, se non mi sbaglio, non è molto lontana dal teatro. Che simbolo! C’è da temere che i più vadano all’una pensando all’altro! Infatti, dovendo mostrarsi a Dio, si pensa prima a mostrarsi agli uomini. E ci si agita, e si commenta, e ci si esibisce, e talora ci si batte. Alla fine si esce dal tempio con gli occhi, il cuore e il cervello umidi, quando l’oratore è stato convincente. Asciutti se, per sventura, ha espresso male il proprio pensiero. Ma l’anima? C’è da scommettere che essa sia rimasta estranea a quel sommovimento dei sensi. Ci si vuole salvare l’anima quando non si pensa che a preservare il proprio corpo, la propria ricchezza e il proprio rango dalla putrefazione prossima ventura. Infatti, ciò che più temiamo non è tanto Dio quanto gli insetti, le pietre e la negra terra che ci terranno rinserrati fino al giudizio universale. Cosa volete che se ne faccia, Dio, di tutti codesti simulacri? Sì, da quando abbiamo messo degli uomini al centro del mondo, ne abbiamo fatto sparire Dio stesso. E sicuramente Lui aspetta. oggi lontano, molto lontano, al di là delle stelle fisse, che finiamo di dissolverci per ricostrulre tutto.”
“No, Philippe, Dio non è così lontano da noi. Forse è fin troppo vicino, e proprio per questo non lo vediamo più. Eppure se ne sta lì in piedi fra i rami della notte, sotto il muschio e nei tronchi degli alberi, in mezzo ai sassi e alle nuvole. Dio si fa beffe del marmo e delle dorature dove gli uomini pensano di venerarlo. Non cercate Dio nelle chiese, Philippe: da un pezzo ha tagliato la corda per una porticina che dà sul mondo. ”
Bibliografia minima (dal mio piccolo armadio-libreria):
Pejrone Paolo, In giardino non si è mai soli, Feltrinelli
Pera Pia e Perazzi Antonio, Contro il giardino, Ponte alle grazie
AAVV, Bestiario ed erbario popolare - il medio Ticino, lamodernanovara, 1988
Pierre Lieutaghi, Il libro delle erbe, Rizzoli
Università di Torino, L'erbario dell'Università di Torino