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domenica 25 gennaio 2009

da Animali in versi di Franco Marcoaldi


...ah, vecchia natura - svilita, disattesa,
sorpassata! Com'è che mi commuovi
sempre, a differenza di questa post-umanità
che procede alla cieca, forsennata?

(Compleanno con le lucciole, frammento)

venerdì 9 gennaio 2009

da Animali in versi di Franco Marcoaldi


(L'angelo della vita, Segantini)

Angelo Cane (*)

Angelo mio, m'immaginavo
che volassi in uno spazio
sideralè e invece
sei comparso a quattro zampe
sotto forma d'animale.
Ora di me si dice che ho perso
il senno e il senso delle
gerarchie e delle proporzioni.
Ma la tua bestiale incarnazione
conferma solo che la metafisica
dimora non in cielo,
ma all'altezza dei talloni.


Sapienti, santi

Che fanno i cani? Tacciono
e domandano. Offre natura
con semplicità, il tormentoso
ideale di sapienti e santi.

(*) Mi son permesso di mettere la maiuscola anche al cane.

martedì 16 dicembre 2008

Il sogno del leone da Animali in versi di Franco Marcoaldi

Risvegliatomi leone, ho trovato
una gazzella dentro al letto:
ma tale era la fatica di sbranarla,
che subito ho richiuso gli occhi
sperando mi si offrisse in sogno
un diverso, più agevole soggetto.

Commento. Ah la pigrizia quando si acconpagna alla sfiga: già è problematico sognare gazzelle che si infilano nel letto (operazione per di più assai complicata con tutte quelle gambe e le fastidiosissime corna che non si sa mai dove mettere). Ancora più arduo riaddormentarsi di colpo e per di più riprendere il sogno con rinnovate aspettative là dove era stato interrotto. Davvero improbabile. Ma si sa la speranza è l'ult...

giovedì 9 ottobre 2008

Franco Marcoaldi da Animali in versi

Rondone

Se è vera la notizia
che il rondone dorme in volo,
non resta più alcun dubbio
sul valore equipollente
di volare e sognare,
difficile da intendere
per chi è costretto al suolo



Occhio di topo

Dimmi, occhio di topo
schiacciato sul selciato, dimmi: chi guardi?


Commento. Schiacciati al suolo, il cielo è un lontano sfondo (possiamo sognarlo, ma non capirlo). Lo sguardo, limitato dalla prospettiva, non supera il selciato. Il nostro è un orizzonte stretto e tutto ciò che arriva da poco oltre irrompe nel nostro mondo senza lasciarci scampo. Vedevamo ben poco prima, non vediamo nulla ora.

venerdì 3 ottobre 2008

Francesco Marcoaldi da Animali in versi, Einaudi

La gazza

La vedi li in fondo quella
piccola gazza che indugia
beata sulla siepe d'alloro?
Paff, le basta un semplice colpo
dell'ala per lasciarsi alle spalle
tutto il peso del mondo.
Sollevata da vincoli e obblighi
finalmente adesso è nuda, libera,
sola: la piccola gazza che vola.

Ti chiedo, eventuale Signore
e Creatore: non potresti una volta
soltanto cercare di fare altrettanto
con me, liberando il mio gracile corpo
dal peso dei suoi mille fantasmi?
In fondo ti piace creare, innovare.
E allora, pensa che bello:
vedere un mattino di maggio,
del tutto inattesa, un'umana
creatura che vola. Sollevata
da vincoli e obblighi - finalmente
anch'essa nuda libera sola.


Commento. Anche Calvino sceglieva la "leggerezza" per la prima delle sue Lezioni americane. Leggerezza contro un mondo tutto di pietra, pesante, con le sue opacità e vischiosità. Calvino si poneva il problema del rapporto tra realtà e scrittura e voleva sfuggire proprio quelle opacità e vischiosità. Con quali esiti? Il primo Calvino, quello per intenderci della Giornata di uno scrutatore, diventa altro e ci regala Ti con zero.
Una trasformazione questa di Calvino che, lo dico per onestà intellettuale, non aveva convinto affatto molti figli del '68.
Certo ci era sembrato un atteggiamento più drammatico e lacerante (e meno artificiosamente costruito) quello di Ungaretti nella trincea di fianco al compagno morto che scriveva (1915) parole d'amore (in Il porto sepolto, La veglia).
Il XX secolo è stato terribile con le sue guerre ed il rischio reale di estinzione delle razza umana con una catastrofe nucleare. Scrittori e poeti (e dietro tutti gli altri!) hanno cercato delle vie di uscita dagli esiti ancora oggi incerti.

lunedì 22 settembre 2008

venerdì 29 agosto 2008

L'ultima goccia d'olio, Franco Marcoaldi in Il tempo ormai breve

(poesia recuperata da Marina)

Fuori procede la bacchiatura
delle olive, in cantina recupero
a stento, goccia a goccia,
l'ultima bottiglia d'olio vecchio.
Ecco un bel modo di finire:
nell'esatto momento in cui
il nuovo sta per arrivare.

Franco Marcoaldi: Il tempo ormai breve
Giulio Einaudi Editore, Torino - 2008
pag. 7


catalogazione: una volta nella mia biblioteca

mercoledì 7 maggio 2008

Franco Marcoaldi, Il tempo ormai breve

Il guanto
Al banco del bar della stazione
giace, abbandonato, un guanto.
E la mano che ne era proprietaria?
Prevarrà il freddo fisiologico
o un più glaciale sentimento di rimpianto?

sabato 3 maggio 2008

Franco Marcoaldi, Il tempo ormai breve

Che dici? Se ti abbraccio forte
forte, ho qualche chance in più
di scampare alla morte?


Nota a margine (che non spiega la poesia). L'amore non fa scampare dalla morte, rimane l'abbraccio (forse). Tutto è precario e relativo se vediamo la prospettiva dalla parte del nostro destino biologico. Perché dunque esitare in quell'abbraccio? E' l'attimo, ora, che ci trova vivi, perché non coglierlo? Forse perché guardiamo sempre altrove anche quando stringiamo forte forte l'altro, anzi, a volte pensiamo che l'altro ci impedisca quasi di vedere oltre. Ma non è così: ci facciamo sopraffare dalla pietà per noi stessi. L'altro non c'entra, non limita il nostro guardare, potrebbe farci notare anzi nuovi particolari e comunque, anche se non parlasse, è lui stesso in attesa come noi. Tutti e due non scampiamo alla morte. Perché dunque non abbracciarci, ancora più forte?

I venti di Mario Vargas Llosa

 Il protagonista di questo libretto di Vargas Llosa si reca una mattina con l'amico Osorio ad una manifestazione contro la chiusura di u...