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lunedì 16 aprile 2018

lo detesto gli accumuli di parole


Venerdi sera, le sette e mezzo. Oggi pomeriggio ho guardato alcune stampe giapponesi con Glassner. Mi sono resa conto che è così che voglio scrivere: con altrettanto spazio intorno a poche parole. Troppe parole mi danno fastidio. Vorrei scrivere parole che siano organicamente inserite in un gran silenzio, e non parole che esistono solo per coprirlo e disperderlo: dovrebbero accentuarlo, piuttosto. Come in quell'illustrazione con un ramo fiorito nell'angolo in basso: poche, tenere pennellate - ma che resa dei minimi dettagli - e il grande spazio tutt'intorno, non un vuoto, ma uno spazio che si potrebbe piuttosto definire ricco d'anima. lo detesto gli accumuli di parole. In fondo, ce ne vogliono così poche per dir quelle quattro cose che veramente contano nella vita. Se mai scriverò - e chissà poi che cosa? -, mi piacerebbe dipinger poche parole su uno sfondo muto.
E sarà più difficile rappresentare e dare un'anima a quella quiete e a quel silenzio che trovare le parole stesse, e la cosa più importante sarà stabilire il giusto rapporto tra parole e silenzio - il silenzio in cui succedono più cose che in tutte le parole affastellate insieme. 

(da Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Gli Adelphi).


Pensierino. "mi piacerebbe dipinger poche parole su uno sfondo muto", ecco, si.

venerdì 19 maggio 2017

Il lato oscuro del bianco


Pensierino. E' sicuramente una foto sbagliata, direbbero fotografi esperti. Ma è una di quelle cose che vengono fuori così: vuoi fare tutto in modalità "manuale" e  ti impappini tra i tempi di esposizione, l'apertura del diaframma e qualche ISO di troppo. Eppure questo fior d'arancio che emerge dall'ombra, nel giardino, all'imbrunire, qualcosa ispira. E sono pensieri (anzi pensierini) molto vicini al silenzio.

sabato 2 agosto 2014

Silenzio profumato

La Sardegna del Golfo di Orosei è terra di granito e selve impenetrabili che partono dal mare, salgono su per aspre scogliere piene di anfratti e grotte, attraversano profonde vallate boscate e poi raggiungono il  Gennargentu. E' quella terra misteriosa chiamata il Sopramonte nei territori di Orgosolo, Urzulei, Dorgali, Baunei, Oliena. 

Gli abitanti se ne sono stati ben lontano dal mare che ha sempre portato un sacco di guai sotto forma di invasori prepotenti e che parlavano lingue sconosciute. Così i paesi antichi non sono sorti sulla riva del mare, ma se ne stanno nascosti oltre le scogliere e sopratutto non visibili dal mare, circondati da pendii protetti da selve che scendono verso la vallata profonda del fiume Cedrino che segna un altro impenetrabile confine del territorio. Così la cultura materiale degli indigeni non è di mare , ma saldamente di terra. In sintesi nessun pescatore e tanti pastori e questo si riflette anche sulla cucina in cui prevale la carne.

E dire che questo mare era ricchissimo di pesce tanto da attirare qui persino i pescatori di Ponza, ma i sardi di queste terre hanno fatto brutte esperienze col mare e, prudentemente, se ne sono stati a distanza. Non bisogna credere che siano pavidi i sardi, anzi, la loro fierezza e coraggio sono proverbiali. Non bisogna fare nemmeno un velato accenno a questo fatto, si andrebbe incontro a furiose discussioni. Loro avevano già un gran d'affare a tenere insieme le tante tribù che si contendevano da epoca immemore il territorio e quindi, come dire, non andava cercando altri guai.
I Savoia hanno sfruttato per queste doti i Granatieri di Sardegna massacrando generazioni di sardi in questa o quella guerra, tra tutte la Prima Mondiale. 
Come non fosse abbastanza, tra il territorio di Urzulei e quello di Orgosolo si apre una profonda (400 metri) fenditura della montagna, uno degli spettacoli più impressionanti di questo territorio: è la gola del Gorroppu che si estende per una lunghezza di 22 km. Intorno a questo orrido (raggiungibile solo a piedi) si estende una foresta che nella sua parte più antica è considerata "primaria", uno dei pochi lembi rimasti in tutta Europa. Si trovano  piante di Leccio, Tasso, Fillirea, Ginepro, Agrifoglio e un'infinità di erbe tra cui molte aromatiche. Una ricchezza inestimabile. 


Quando si entra qui si capisce subito che è un posto speciale per il grandissimo silenzio ormai difficilmente ritrovabile se non in qualche sperduta vallata alpina o appenninica. Un silenzio, questo, molto particolare perché sorprendentemente profumato.

(Fine prima parte)  

sabato 18 gennaio 2014

Sonno, silenzio, ma che ci fa un gallo (santo per di più)?

A San Gallo che protegge il sonno

Un mio parente eremita
in cui mi identificai più che parzialmente
scrivendo il lungo poemetto "Biglia"
fu l'ultimo tuo compagno nell'auscultazione
di certi sistemi del silenzio
di certe microvocalità stellari
dentro la "celluzza sospesa sospesa sospesa
su nell'altissimo dei colli alati"

Il mio caro parente scendeva in paese
a portar nuove del vicinissimo
eppure smarrito come in baratri di prospettive
Sanctus Gallus
Lo avviarono poi alla casa di riposo
giù in pianura, e dalle spalle gli tolsero
il prezioso sacchetto in cui
molto egli questuando accoglieva di ciò
che è benigno nel prossimo nostro
pur devolvendo a profitti senza misura
entro i celesti caveux.

Ora – Sancte Galle -
per terrazzi di sogni e soprassogni
non sempre soleggiati
ma non sempre piovosi e sdrucciolevoli
e pur sempre di nevi consapevoli
a te salgo talvolta
a te che il minimo e birichino
sonno concedi ai bambini incattiviti, ai neonati bisbetici,
che poi per tua grazia chinano il capo
sul collo della madre e sorridono
al sorriso di lei, ciascuno
come dentro la sua propria Ecloga Quarta,
come nel presentimento
di ogni più strabiliantissimo
e rasserenantissimo evento

S.G.: Sancte Galle  -
Sia il sonno in cui tu mi recuperi
delicato impossibile elegante
come l'attuale tuo modo di esistere.

Andrea Zanzotto 

Pensierino. Vado cercando quel prezioso sacchetto in cui è raccolto ciò che di benigno nel prossimo nostro c'è.

lunedì 7 ottobre 2013

Oh! s'io potessi dissipare le nubi (guardando il cielo)

Maria Callas esegue "Oh! s'io potessi dissipare le nubi" da "Il Pirata" di Vincenzo Bellini. Nicola Rescigno dirige la Symphonieorchester des NDR. Registrazione live effettuata alla Musikhalle di Amburgo il 15.05.1959.


Commento. Impressionanti per forza espressiva i quattro minuti di assoluto silenzio della Callas. Un pezzo di teatro.

martedì 10 settembre 2013

La buona sorte (forse)

allora non chiamarmi più
oppure chiamami con quella tua seconda voce
che era il silenzio di quando
lasciavi il telefono muto

Alberto Bevilacqua, Tu che mi ascolti (Poesie alla madre), Einaudi, 2005 

Pensierino. Il silenzio come "seconda voce". Perfetto !

sabato 3 dicembre 2011

Firme per il silenzio (inizio trilogia di testi tratti da Cere perse di Gesualdo Bufalino)



Abbazia delle tre fontane (Roma)
Scrittori della penisola, confréres (non so come chiamarvi, sono nuovo del sodalizio), e se provassirno per
un poco, un anno, sei mesi, a tacere? Un silenzio totale, soffice, color del miele... Senza più né un romanzo, né un saggio, né un elzeviro, né una poesia, né un panfletto, un’intervista (né un post su un blog, ndr)...
Bensì, da un capo all’altro d’Italia, telefoni staccati, contratti disdetti, lettere inevase; strette di mano eluse, diti sul labbro, come in certe statue del Settecento lungo i viali d’un giardino granducale. E le giornate allora sarebbero improvvisamente vacanti, una panoplia di graziose e rosee domeniche, un grappolo di ore lietamente infeconde, da piluccare adagio, in pantofole, con la moglie o chi per lei, bricoleggiando con rnartello e chiodi o bruciando nella stufa, un sedicesimo dopo l’altro, i volumi omaggio accatastati sul pavimento...
Che ne dite? Se opzione zero ha da essere, perché non estenderla alle rotative? E allora su, facciamolo questo gesto: incappucciamo le stilografiche, disarmiamo Olivetti e Remington, dopo tanti corpo a corpo cruenti. E prendiamoci una stagione sabbatica, sperimentiamo per la prima volta nei secoli la Cassa Integrazione dell’Alfabeto.

da Gesualdo Bufalino, Cere perse, Firme per un silenzio


Pensierino. Si, il silenzio è soffice e color del miele...

P.S. Prossimo brano di Gesualdo Bufalino il 7/12

giovedì 9 giugno 2011

Rompere il silenzio

Chi vive una forzata solitudine e non è "portato" a questa condizione, non è preparato a sostenerla o è stato fiaccato da tanto silenzio cerca mille espedienti per sottrarsi a questa che per lui diventa sottile tortura. Spesso sono espedienti maldestri, che nulla hanno a che vedere con una qualsiasi logica o strategia. L'obiettivo è solo rompere, per un istante almeno, il muro del silenzio che l'avvolge e che è divenuto insopportabile.


- Pronto, pronto
- Con chi parli ?
- Non rispondono !
- E' il telefono, hai chiamato qualcuno?
- Ho schiacciato qui e pensavo che rispondesse qualcuno
- Si risponde al telefono quando suona. E' suonato?
- No
- E allora ? Hai fatto un numero ?
- No, ho schiacciato questo tasto...
- Ma se non fai il numero non risponde nessuno...
- Io pensavo che bastasse schiacciare qui per parlare con qualcuno...  


Il silenzio è rotto da alcuni minuti di dialogo...

sabato 23 aprile 2011

La scelta del silenzio

Il primo settembre 1975 Adriana Zarri decide di "scegliere il silenzio" e trasferirsi in solitudine in una vecchia cascina, il Molinasso.


... mi chiedevo fino a che punto un'esperienza di silenzio possa venire raccontata; e, d'altra parte, fino a che punto debba restare chiusa in sé, senza una qualche comunicazione. Certo le vie della comunicazione sono molte e un eremita privilegia i sentieri del silenzio e sopratutto si affida alla preghiera che tesse fili di presenze lontane e solitarie. Ma un eremita che sia anche scrittore non può sdegnare la comunicazione della parola: una parola che, quando è profonda, è così scarna, essenziale, consumata, da farsi prossima al silenzio; al punto che l'esperienza dello scrivere è, essa pure, in qualche modo, eremitica, in quanto avviene in una solitudine totale, in cui l'autore è solo con se stesso e con Dio, se ci crede; e la pagina bianca è una sorta di tacito deserto che va fiorendo di parole. Ed è certo che solo nell' equilibrio tra silenzio e parola, riserbo e comunicazione, un discorso del genere può venir fatto senza impudicizia.




Adriana Zarri, Un eremo non è un guscio di lumaca, Einaudi, 2011

Pensierino. (...)

domenica 6 marzo 2011

Pausa riflessiva silenziosa

Rodin, Il pensatore

Perdonami se spesso al tuo silenzio
non so risponder che col mio silenzio.
Vedo trascorrer come un triste fiume
il tuo dolore, e simile mi faccio
a te, muta corrente, e ti accompagno
lungo il tuo stanco, affaticato andare.

[Da Lalla Romano, Poesie, Einaudi, Torino 2001, p. 132]

venerdì 10 settembre 2010

Silenzio e parole

Il silenzio è d'obbligo quando si cammina in montagna: parlare spezza il fiato e la respirazione cadenzata con il passo. Si parla, brevemente, quando ci si ferma a riprender fiato e con quel fiato escono le parole.
Così le parole acquistano senso e peso.

venerdì 13 marzo 2009

Silenzio

Le parole sono preziose, ma più prezioso è il silenzio
Nietzsche aveva intuito che la parola è
uno strumento di resistenza contro la conoscenza:
"Le parole ci impediscono il cammino. Ovunque i primitivi stabilivano una parola, credevano di avere fatto una scoperta. Ma come diversamente stavano le cose in verità! Essi avevano toccato un problema e, illudendosi di averlo risolto, avevano creato un ostacolo alla sua risoluzione. Oggi, ad ogni conoscenza, si deve inciampare in parole dure come sassi, eternizzate, e invece di rompere una parola ci si romperà una gamba" (Aurora, 47).

martedì 23 dicembre 2008

Tempo, Dalì



Commento. Mi ha sempre impressionato l'immagine degli orologi "rammolliti" del quadro di Salvator Dalì. Anche il tempo, quale strumento razionale per eccellenza, è messo in discussione dalle nuove teorie scientifiche relativistiche di Einstein e Dalì "fa riconsiderare all’osservatore la dimensione del tempo, della memoria, del sogno e del desiderio, nelle quali il prima e il dopo si confondono e lo scorrere del tempo sembra variare con la percezione soggettiva" (Sarcastycon 3).

sabato 18 ottobre 2008

Cesare Pavese, I mari del Sud

Camminiamo una sera sul fianco del colle,
in silenzio. Nell'ombra del tardo crepuscolo
mio cugino è un gigante vestito di bianco,
che si muove pacato, abbronzato nel volto,
taciturno. Tacere è la nostra virtù.
Qualche nostro antenato dev'essere stato ben solo
- un grand'uomo tra idioti o un povero folle -
per insegnare ai suoi tanto silenzio.
...

Commento. Sicuramente sono della seconda categoria di silenziosi...

venerdì 22 agosto 2008

Ibrahim Ferrer e Omara Portuondo in Silencio



Silencio
(Rafaèl Hernández, 1932)

Duermen en mi jardín
Las blancas azucenas,
Los nardos y las rosas.
Mi alma, muy triste y pesarosa,
A las flores quiere ocultar
Su amargo dolor.

Yo no quiero que las flores sepan
Los tormentos que me da la vida.
Si supieran lo que estoy sufriendo,
Por mis penas morirían también.

Silencio, que están durmiendo
Los nardos y las azucenas.
No quiero que sepan mis penas,
Porque si me ven llorando morirán.

Silencio, que están durmiendo
Los nardos y las azucenas.
No quiero que sepan mis penas,
Porque si me ven llorando morirán.

lunedì 30 giugno 2008

Federico Fellini, La voce della luna



Alcune frasi dal film...
(Il clarinettista che finisce col seppellire il suo strumento perché ha suonato le note del diavolo) Cosa le ha promesso la musica? Gioia, serenità, oblio, che tutti saremo felici, accettati e invece no no no.
(Ivo) Come mi piace ricordare. Più che vivere.
(Ivo incontrando il suo dottore) -Non sei cambiato per niente. – Anche tu non sei cambiato e allora è tempo di cambiare.
(Ivo) Vorrei stare sempre sui tetti. Beato di non essere niente.
(Ivo che è sceso nel pozzo) Tutto mi sarebbe stato chiaro. Ma ci pensi? Vivere finalmente liberi nel cuore ed è così semplice. Qualcosa che ci appartiene da sempre. Mi viene da piangere a vedere che invece è ancora così buoi, così lontano. Vedo solo offese, ingiustizie.
(Un cittadino indignato dai silenzi delle autorità venute a vedere la luna imprigionata) Culo di pietra, rispondi. (Prende la pistola e spara alla luna).
(Citazione) Nulla si sa tutto si immagina.
(Le donne a Ivo) Non devi capire. Guai a capire e che faresti dopo? Devi solo ascoltare. Solo sentirle le voci e augurarti che non si stanchino mai di chiamarti.
(Ivo nella scena finale davanti alla lune ed al pozzo) Se tutti facessimo un po’ più di silenzio, forse qualcosa potremmo capire.

Federico Fellini, La voce della luna

Alcune frasi dal film...
(Il clarinettista che finisce col seppellire il suo strumento perché ha suonato le note del diavolo) Cosa le ha promesso la musica? Gioia, serenità, oblio, che tutti saremo felici, accettati e invece no no no.
(Ivo) Come mi piace ricordare. Più che vivere.
(Ivo incontrando il suo dottore) -Non sei cambiato per niente. – Anche tu non sei cambiato e allora è tempo di cambiare.
(Ivo) Vorrei stare sempre sui tetti. Beato di non essere niente.
(Ivo che è sceso nel pozzo) Tutto mi sarebbe stato chiaro. Ma ci pensi? Vivere finalmente liberi nel cuore ed è così semplice. Qualcosa che ci appartiene da sempre. Mi viene da piangere a vedere che invece è ancora così buoi, così lontano. Vedo solo offese, ingiustizie.
(Un cittadino indignato dai silenzi delle autorità venute a vedere la luna imprigionata) Culo di pietra, rispondi. (Prende la pistola e spara alla luna).
(Citazione) Nulla si sa tutto si immagina.
(Le donne a Ivo) Non devi capire. Guai a capire e che faresti dopo? Devi solo ascoltare. Solo sentirle le voci e augurarti che non si stanchino mai di chiamarti.
(Ivo nella scena finale davanti alla lune ed al pozzo) Se tutti facessimo un po’ più di silenzio, forse qualcosa potremmo capire.

venerdì 13 giugno 2008

Raymond Depardon, Ospedale psichiatrico di Collegno, 1980


Hai bisogno di difenderti da tutto
neanche lo spazio limitato e familiare del refettorio
ti tranquillizza
troppa luce
troppo rumore di persone e stoviglie
troppi fiori sulla tovaglia
non ti rimane che rifugiarti
nella tua giacca
e lì dentro
chiudere
occhi
e orecchie
a ritrovare
il respiro lento
e farti abbracciare
dal silenzio

I venti di Mario Vargas Llosa

 Il protagonista di questo libretto di Vargas Llosa si reca una mattina con l'amico Osorio ad una manifestazione contro la chiusura di u...