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venerdì 3 luglio 2015

Eschilo, Supplici, oggi

CORO: Protettore dei supplici, Giove, volgi l'occhio benevolo a questa nostra schiera, che giunge per mare dalle foci e le sabbie del Nilo. La divina contrada finitima della Siria fuggiamo; né bando contro noi per delitto di sangue decretava la nostra città. Ma spontanee fuggiamo da sposi consanguinei, schiviam l'abominio d'empie nozze coi figli d'Egitto. Consiglier della fuga fu Dànao nostro padre: esso, il tutto librando, questo farmaco ai mali rinvenne: che sui flutti del mar c'involassimo, che alla terra approdassimo d'Argo, d'onde vien nostra stirpe, che vanta la giovenca sospinta dall'estro alla brama ed al tocco di Giove. A qual terra potremmo approdare piú di questa benigna, e protenderle rami e bende con supplici palme? Questa terra, ed i suoi cittadini, e le candide linfe, ed i Superi, e gl'Inferni implacabili Numi guardïani dei tumuli, e Giove salvatore per terzo, che i tetti custodisce degli uomini pii, diano asilo a la schiera fuggiasca delle femmine; e spiri dall'animo degli Argivi favore; e lo sciame dei figliuoli d'Egitto protervo, pria che posino il pie' su le arene della spiaggia, e il lor legno veloce respingete nel pelago; e qui, tra cozzare d'avverse procelle, tra le folgori, i tuoni, le raffiche, e la piova, sul mare selvaggio spersi vadano, avanti che ascendano i giacigli da cui li respinge la Giustizia, e al legame paterno faccian forza e a la mia volontà.

Pensierino. Moni Ovadia porta in scena il "suo" Eschilo a Siracusa utilizzando come attori "veri" emigrati. Impareremo mai una volta per tutte la fraternità o dobbiamo arrenderci all' homo homini lupus ?

mercoledì 20 novembre 2013

Un murales per l'emigrazione (nostra)

Murales di Manuela Furlan sul muro dell'Ecoistituto della Valle del Ticino a Cuggiono (Mi)
Un murales per ricordare quando noi eravamo emigranti in Nord America (St. Louis, Herrin) e in Sud America (Buenos Aires). Il Mandamento di Cuggiono (Mi), 34.000 anime all'inizio del '900, ha mandato 4000 persone solo in America (400 di queste erano del mio paesello).
Sembrano tempi così lontani che neanche ce ne ricordiamo più. Storie di nostri bisnonni dimenticati. Pochi hanno mantenuto rapporti con l'Italia (terra matrigna). Ma forse fra poco ci toccherà riprendere quelle strade o forse altre verso l'oriente. Per cercare fortuna. Per tirar su una famiglia.

Forse è un destino inevitabile che l'Italia ritorni povera. Già le premesse ci sono se dal 2007 al 2012 il numero di individui in assoluta miseria è raddoppiato da 2,4 a 4,8 milioni e, secondo il Censis, oltre 9 milioni di italiani non hanno avuto accesso a cure mediche nel 2011 per ragioni economiche.

sabato 13 luglio 2013

Il mio ultimo lavoro (di cui sono molto orgoglioso...)

Mi a vó via
Emigranti da Buscate tra il 1880 e il 1920
Appunti per una ricerca



Aggrapparsi alla falce o annegare
Questo lavoro è dedicato a quegli sconosciuti migranti che qui non compariranno. Malgrado le nostre
ricerche siano state minuziose ed approfondite, molti di loro sono rimasti anonimi e non troveranno un
posto in queste pagine per gli infiniti errori di trascrizione, perché i loro nomi o paesi d'origine sono
stati storpiati dagli uffici di imbarco e da funzionari spesso non benevoli, forse perché si sono mossi
“clandestini” sfuggendo ad ogni registrazione. Rimarranno così “invisibili” a tutti tranne che nel ricordo
di lontani discendenti che portano quei cognomi.
Eppure, malgrado intere generazioni stiano scomparendo nelle nebbie del tempo, ancora oggi si sente il
peso delle loro infinite sofferenze, prima tra tutte quella di aver dovuto abbandonare la propria terra per
recarsi in paesi lontani e non di rado ostili a guadagnarsi il pane. Sì, è vero, questa terra è stata avara
con loro, una terra matrigna che non ha saputo sfamare i suoi figli, che li ha costretti a trovare mille
espedienti per vivere prima di decidere l'ultima carta: l'emigrazione. Ma era pur sempre la loro terra, la
nostra terra.
Un proverbio lombardo dice che quando uno sta per affogare si aggrappa anche alla falce. Ecco, queste
persone, quando hanno sentito parlare della Mérica, si sono illuminate in volto, hanno sognato di avere
un futuro, c'era una possibilità per la loro vita e l'hanno acchiappata. Molti si sarebbero accorti, dopo,
che si erano aggrappati ad una falce tagliente, ma che alternative avevano?



L'emigrazione (sottovalutata) di casa nostra
Il Mandamento di Cuggiono, costituito già nel regno lombardo-veneto e confermato come articolazione
amministrativa nello stato post-unitario, comprendeva l'area formata dai Comuni di Arconate, Buscate, Busto Garolfo, Castano Primo, Dairago, Inveruno, Magnago, Nosate, Robecchetto, Turbigo, Vanzaghello e Villa Cortese. Quello che oggi chiamiamo il “castanese” in realtà è un'area più ristretta del Mandamento di Cuggiono e non ha mai avuto un ruolo amministrativo unitario, relegato com'è al ruolo di estrema periferia della metropoli. In quest’area del castanese, per complesse ragioni socio-economiche, ha finito per prevalere come capo-zona il Comune di Castano Primo, mentre, dalla formazione dello stato unitario fino al secondo dopoguerra, Cuggiono rivestiva una posizione preminente sia da un punto di vista economico che amministrativo.
Questo Mandamento ha dato un contributo all'emigrazione tra il 1882 e il 1920 di ben 22.000 persone se si tiene conto che nel 1901 erano presenti nei 130 kmq del cuggionese solo 34.371 abitanti. Nei primi sette anni del periodo considerato (dal 1882 al 1889) sono partiti da questo territorio 5.621 persone pari al 3,2% dell'intera emigrazione lombarda.
Occorre quindi sfatare un pregiudizio che l'emigrazione sia un fenomeno prevalentemente meridionale: in realtà fino al 1900 la Lombardia risulta la quarta regione italiana per numero di espatrii dopo il Veneto, il Friuli e il Piemonte.
Questa emigrazione locale avviene nel più generale contesto nazione nel quale dal 1876 alla Grande
Guerra gli espatri di italiani sono oltre 14 milioni a fronte di una popolazione che nel 1861 era di 21,7
milioni di presenti, nel 1881 di 28,5 milioni, nel 1901 di 32,4 milioni e nel 1921 di 37,9 milioni.
Un'altra Italia vive ancora oggi fuori dai confini nazionali.

giovedì 28 febbraio 2013

Lavori da perditempo

Da qualche tempo mi son messo a studiare l'emigrazione dalla parte più settentrionale della provincia di Milano. 

Questa area geografica ha dato un contributo all'emigrazione tra il 1882 e il 1920 di ben 22.000 persone, tenendo conto che nel 1901 erano presenti nei 130 kmq del cuggionese solo 34.371 abitanti. Nei primi sette anni del periodo considerato (dal 1882 al 1889) sono partiti da questo territorio 5.621 persone pari al 3,2% dell'intera emigrazione lombarda. Ho calcolato che circa il 10% degli abitanti di ogni paese è emigrato temporaneamente per i lavori stagionali da marzo a ottobre o definitivamente.
Questo dato sfata un pregiudizio che l'emigrazione sia un fenomeno prevalentemente meridionale: in realtà fino al 1900 la Lombardia risulta la quarta regione italiana per numero di espatri ma dopo il Veneto, il Friuli e il Piemonte.
Questa emigrazione locale avviene nel più generale contesto nazione nel quale dal 1876 alla Grande Guerra gli espatri di italiani sono oltre 14 milioni e se arriviamo fino al 1984 gli emigrati italiani diventano 24 milioni. Un'altra Italia vive ancora oggi fuori dai confini nazionali.

La prima domanda che mi sono posto è perché proprio in quest'area sia così forte la xenofobia della Lega Nord e non ho trovato una risposta logica. Ognuno di quei bergamaschi o bresciani o dei miei concittadini della pianura che oggi inneggia alla cacciata dei negri e degli zingari ha avuto padri e nonni emigranti. Sappiamo anche da una abbondante letteratura e soprattutto dalle testimonianze che ancora oggi i discendenti si tramandano, come venivano trattati in Francia, in Germania, in America e in tutte le nazioni dove hanno cercato fortuna. La memoria è cancellata di fronte al pericolo rappresentata dall'invasione messa in atto da questi nuovi migranti dipinti sempre come invasori sudici e lerci perditempo se non come abituali criminali. Inutile sembra raccontare che erano le stesse parole ed atteggiamenti che erano rivolti agli italiani migranti. Eppure basta ormai andare in una qualsiasi scuola ed episodi di xenofobia sono all'ordine del giorno costantemente e questo è un sintomo grave.
Mi vengono i brividi al solo pensiero che le più grandi regioni del nord siano governate da leghisti, ma se questo avviene è perché ci sono ragioni profonde che non si sono capite e alle quali non si è data una risposta convincente. 

sabato 10 marzo 2012

Miracolo (laico) a Le Havre


Miracolo a Le Havre è un film drammatico della durata di 93 min. diretto da Aki Kaurismäki e interpretato da André Wilms, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin, Blondin Miguel, Elina Salo, Evelyne Didi, Nguyen Quoc Dung, François Monnié, Roberto Piazza, Pierre Étaix.
Prodotto nel 2011 in Francia, Germania, Finlandia e distribuito in Italia da Bim Distribuzione il giorno 25 novembre 2011.



Il film ricorda anche nel titolo Miracolo a Milano di De Sica - Zavattini e sembra proprio una trasposizione attualizzata di quei temi.
Le Havre è un porto di mare sommerso dai container. Marcel Marx, ex scrittore e bohémien, si è ritirato  in questa città portuale in una misera casa vicina al porto, dove ha un rapporto di maggiore vicinanza con la gente (la panettiera, il fruttivendolo, la gestrice del bar). Esercita il poco redditizio mestiere del lustrascarpe con dignità e acuta attenzione.
Incontra un ragazzo arrivato con un container dall'Africa e sfuggito alla polizia che lo insegue. La moglie di Marcel si è ammalata e viene ricoverata in ospedale: la diagnosi è infausta per lei, ma non lo dice al marito.
Intanto Marcel cerca di aiutare il ragazzo cercando la sua famiglia e riuscendo ad individuare un nonno recluso in un "centro di accoglienza" che in realtà è un carcere super-sorvegliato nel quale si introduce come "fratello albino" del vecchio. Il nonno gli fornisce un indirizzo a Londra dove presumibilmente abita la madre del ragazzo. Marcel allora si attiva per trovare i soldi per far portare il ragazzo oltre Manica organizzando un concerto con un vecchio cantante.



Niente culi e tette, niente inseguimenti mozzafiato, povera gente che vive ai margini, niente panettoni né vacanze (improbabili) ai Caraibi, poveri che cercano di aiutarsi, uno stato lontano e repressivo rappresentato da un Commissario che (contro ogni aspettativa) aiuta un miserabile contravvenendo agli "ordini dall'alto". Un film da vedere.

Ecco la canzone di Little Bob ingaggiato da Marcel per il concerto.

mercoledì 8 febbraio 2012

"Rosa dalla paura all'America". Nora Picetti al Caffè Letterario di Lecce


Per gli amici leccesi, segnalo questo spettacolo di e con Nora Picetti, l'attrice milanese con la quale collaboro per la realizzazione di altri spettacoli.


Presso Caffè letterario Via Guglielmo Paladini, 46, Lecce

Dal 08/02/2012 Al 08/02/2012
ORARIO: 21:30

LECCE - Da un paesino di contadini e filande dell'Altomilanese alle miniere del Missouri fino alla multietnica Chicago d’inizio Novecento.

Un'autobiografia orale pubblicata dall'Università del Minnesota e divenuta un classico della letteratura statunitense sull’immigrazione e sul movimento femminile. Una rara testimonianza sulla vita quotidiana nella Lombardia post-unitaria sui grandi flussi migratori e sul ruolo delle donne nei processi di integrazione.

Un emozionante percorso di crescita personale, che attraverso l'incontro tra culture e la narrazione autobiografica conduce non alla ricchezza, ma alla liberazione da ogni paura. Nora Picetti, nata e cresciuta negli stessi luoghi di Rosa, 120 anni più tardi, la rievoca bambina, filatrice, innamorata, madre, migrante e narratrice.

Con una sedia e due cappelli dà corpo ai trenta personaggi principali della sua vita, per un “monologo a più voci” intessuto di musica, canti e danze popolari.

Info: cell. 3403599743  info@caffeletterario.org

Potrebbe interessarti: http://www.lecceprima.it/eventi/teatro/rosa-dalla-paura-all-america-nora-picetti-al-caffe-letterario.html
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Le altre date della tournée di Nora Picetti in Puglia:


9 febbraio ore 22.00 - Il Covo Birreria - Centro Storico LESINA
via Principe di Piemonte 48 - cell. 3484496973 primiano1976@live.it

10 febbraio ore 22.00 - Sottosuono - ANDRIA
via Ettore Carafa 12 - cell. 3293923501 pakicivita@libero.it

11 febbraio ore 20.30 - Ass. Cul. Malalingua - MOLFETTA
vicolo I Catacombe- cell. 3474663244 pmanto@libero.it
12 febbraio ore 20.00 - Taverna del Maltese - BARI
via Nicolai 67- cell. 3200244007 tavernadelmaltese@hotmail.it

13 febbraio ore 22.00 - Piazza Castello - SAN SEVERO
Piazza N. Tondi 33 - tel. 0882600481 piazzacastello2007@libero.it

I venti di Mario Vargas Llosa

 Il protagonista di questo libretto di Vargas Llosa si reca una mattina con l'amico Osorio ad una manifestazione contro la chiusura di u...