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martedì 7 aprile 2020

Il miracolo segreto

Il miracolo segreto è uno dei racconti che compone il libro Finzioni di Jorge Luis Borges che in Italia è noto per la traduzione di Franco Lucentini per i tipi di Einaudi.

Il protagonista del racconto è lo scrittore praghese Jaromir Hladìk, ebreo, arrestato nella notte del 19 marzo del 1939 dalla Gestapo, il suo crimine è l'aver firmato un appello contro l'annessione dell'Austria alla Germania. La sua condanna è inevitabile: verrà fucilato alle 9 del 29 marzo 1939. La "giustizia" nazista è velocissima ed implacabile.
Hladìk ha un unico cruccio: non aver abbastanza tempo per riscrivere la sua tragedia I nemici. Gli interessa più la sua fama di scrittore che la sua stessa vita, ma senza tempo non può nemmeno rivedere il suo lavoro.
La sua è una continua lotta con il tempo o l'illusione del tempo che "passa" o non "passa mai". Ingaggia una lotta fatta di sogni e risvegli, di orologi che non smettono il loro ticchettio alla ricerca di un "inceppamento" del tempo, un "ritorno al passato" che lancerebbe un'ombra sul presente ridimensionandolo a semplice illusione. Ed ecco...

Verso l'alba, sognò d'essersi rifugiato in una delle navata della Biblioteca del [il più grande edificio di Praga dopo il palazzo del governo. ndr]. Un bibliotecario dagli occhi neri gli domandò:- Che cerca? - Hladìk rispose: - Cerco Dio -. Il bibliotecario disse:- Dio è in una delle lettere d'una delle pagine d'uno dei quattrocentomila volumi del Clementinum. I miei padri e i padri dei miei padri hanno cercato questa lettera; io sono diventato cieco a cercarla -. Si tolse gli occhiali e Hladìk gli vide gli occhi, che erano morti. Un lettore venne a restituire un atlante.  - Quest'atlante è inutile, - disse, e lo dette a Hladìk. Questi lo aprì a caso. Vide una carta dell'India, vertiginosa. Bruscamente sicuro, toccò una delle lettere più piccole. Una voce che veniva da ogni luogo gli disse:- Il tempo per il tuo lavoro t'è stato concesso-. Qui Hladìk si svegliò.

Inutilmente Hladìk nella sua preghiera nella notte della vigilia della fucilazione chiede a Dio un anno di tempo, ma -"il tempo per il tuo lavoro t'è stato concesso"-. E' già mattino, le guardie svegliano Hladìk e lo conducono davanti al protone di esecuzione, ma sono le 8.44 occorre attendere lo scoccare delle 9. In questi 16 minuti Hladìk rivede la sua tragedia da capo a fondo, " non lavorò per la posterità e neppure per Dio, delle cui preferenze letterarie poco sapeva". Rivede tutto e alla fine gli "mancava di risolvere, ormai, un solo aggettivo. Lo trovò..." la scarica di fucilate lo fulmina. Erano le 9.02.

Pensierino. Otto pagine memorabili


I venti di Mario Vargas Llosa

 Il protagonista di questo libretto di Vargas Llosa si reca una mattina con l'amico Osorio ad una manifestazione contro la chiusura di u...