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lunedì 11 maggio 2015

Gesualdo Bufalino a Comiso
Gesualdo Bufalino dedica il suo libro Dicerie dell'untore "a chi lo sa". 
Dunque c'era qualcuno che "si aspettava" un libro e se lo aspettava proprio da lui. Non so chi sia , ma deve avere avuto una grande emozione nel leggere questa dedica così misteriosa (per gli altri), così personale e intima, direi. 

Incipit

O quando tutte le notti – per pigrizia, per avarizia – ritornavo a sognare
lo stesso sogno: una strada color cenere, piatta, che scorre con andamento
di fiume fra due muri più alti della statura di un uomo; poi si rompe,
strapiomba sul vuoto. Qui sporgendomi da una balconata di tufo, non
trapela rumore o barlume, ma mi sorprende un ribrezzo di pozzo, e con
esso l'estasi che solo un irrisorio pedaggio rimanga a separarmi... da che?


martedì 6 gennaio 2015

Poesia come uno scongiuro. Dedicato a chi so io...

 

Dolore, cane dell'anima.
Mansueto ovunque ci segue, e si nutre
ingordo, della nostra vita.
Nel buio e nel silenzio delle notti
latra.
Brani gli buttiamo per chetarlo
di carne nostra.
Non conosce pietà: mugola e addenta.

Lalla Romano, Poesie disperse, 1941




 
P.S. Mai spesi meglio 5 € per comprare, su una bancarella di libri usati in Via Po, questa raccolta di poesie di Lalla Romana con prefazione di Cesare Segre. 
Il prezzo era la somma di due sconti: il primo sul prezzo di copertina che era € 13,50 lo portava a 8 € e 50, il secondo del 40% lo abbatteva (con l'arrotondamento) a 5 €.
Deprezzamento della poesia, brutale.

Davanti alla Pinacoteca di Brera
hanno dedicato una aiuola a Lalla Romano


giovedì 22 dicembre 2011

(1200^ post) Ho finito un libro dopo otto anni

Ho finito di leggere oggi un libro che ho iniziato nel 2003, otto anni fa, quando una persona cara me l'ha regalato. Eppure è un testo smilzo, in tutto 51 pagine. "Sarà impegnativo intellettualmente" penserete voi. Per niente, non direi proprio. E' un libro scritto molto piano (nel senso di scrittura scorrevole) e si legge con facilità, senza intoppi. Le note al testo sono pochissime e servono a tradurre le citazioni, in genere, di poesie e quindi non distolgono fastidiosamente dalla lettura. Eppure...
E' vero il libro l'ho abbandonato tante volte: forse mi aveva indispettito questa sua semplicità e la sua filosofia mi era sembrata troppo pragmatica. Eppure ogni tanto lo andavo a ripescare sotto la pila di libri che giacciono sul comodino o sul piccolo tavolino vicino allo scrittoio dove tengo le cose da leggere. Riemergeva e scompariva a fasi alterne come fosse un grande ciclo naturale. E già questo era un fatto straordinario: molti libri, sotto quella pila informe, spariscono e non riemergono più, dimenticati.
La ripresa del libro a distanza di tempo non comportava la perdita del filo del discorso e questo è sicuramente un punto a favore di questo scrittore o meglio si potrebbe pensare che non essendo un romanzo e non avendo una trama, un intreccio da raccontare e portare a conclusione, la ripresa era semplice. Poi naturalmente c'era sempre la possibilità di uscire da qualche incagliamento del testo saltando una pagina, non ditemi che non l'avete mai fatto anche voi. Quindi forse non ho letto neppure tutte le 51 pagine...
Un libro che parla del camminare è già di per sé un libro strano. Che bisogno c'è di parlare del camminare, si deve semplicemente fare e non leggere per trovare una qualche giustificazione a questa attività dell'uomo così naturale e benefica per il fisico e per la mente. Forse questo è uno di quei motivi che mi avevano fatto smettere di leggere il libro, un po' indispettito. Ma si sa gli americani sono fatti così: ti danno il libretto delle istruzioni anche quando compri un martello. Certo posso capirli per il martello: ci sono tanti che utilizzano il martello per scopi assolutamente impropri e, forse, questa precauzione (di fornirle le istruzioni) è necessaria. Ma il camminare che c'entra ? Questa attività è cosa naturale che una volta imparata non si scorda più, al limite nelle estreme età dell'uomo non riuscirai a farlo ancora o più, ma avrai sempre in mente come farlo. Ecco si questo era un buon motivo per mollare quel libro: l'ovvietà è noiosa.
Ma poi perché riprenderlo? Alla fine l'ho capito, ma molto tardi, all'ultima pagina, quando l'ho finito : lo leggevo per la dedica in fondo, scritta a penna, di sole tre parole.   

I venti di Mario Vargas Llosa

 Il protagonista di questo libretto di Vargas Llosa si reca una mattina con l'amico Osorio ad una manifestazione contro la chiusura di u...