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martedì 14 luglio 2020

Ottobre 1943, il Vesuvio si sveglia al rumore dei bombardamenti




Pensierino. Il Vesuvio ne ha viste tante sotto di sé ed ogni tanto anche lui fa sentire la sua voce potente che sovrasta il rumore di qualsiasi cosa succede là sotto, nei vicoli di Forcella o di Montedidio e fa tremare tutti.

sabato 26 marzo 2011

La "logica" della guerra


E' sempre la solita storia. Non cambia mai. Vendiamo armi ad un governo di un dittatore "amico" e poi... E chi è implicato sono tutti i governi italiani dal 23 settembre 2004 in poi...


LE CIFRE BALLERINE FORNITE DAL GOVERNOIl governo a volte sconfessa se stesso. Capita anche questo, per confondere le acque sulla "bizzarra" partita delle forniture italiane di armi alla Libia. Su questo tema l’Idv, con i deputati Leoluca Orlando e Fabio Evangelisti, ha presentato un’interrogazione in commissione Esteri. A rispondere si presentò, l’8 marzo, il sottosegretario Stefania Craxi. Che, stando al resoconto ufficiale della Camera, affermò che l’export nostrano «ha avuto un andamento fortemente decrescente», passando dai 111 milioni "autorizzati" nel 2009 ai 93 nel 2009, per poi ridursi l’anno scorso a «soli 37 milioni». Peccato che nel Rapporto del Presidente del Consiglio sul commercio di materiale bellico le cifre siano esattamente invertite e, pertanto, in crescita: 93 milioni (93,218 per l’esattezza) nel 2008 e 111,79 nel 2009. Solo una svista? La Craxi sottolineava per di più che «i volumi effettivamente esportati sono stati al di sotto del valore delle autorizzazioni», fermandosi nel triennio a 170 milioni, mentre i restanti 70 milioni sono stati «bloccati con provvedimenti sospensivi, alla luce della crisi in atto». Inoltre, le forniture di elicotteri e velivoli da soli rappresentano «una quota pari all’81% del valore complessivo».
Eugenio Fatigante e Massimo Calvi
© riproduzione riservata


domenica 11 gennaio 2009

Siamo vicini

Un membro del Governo islaeliano, uscendo oggi dal Consiglio dei Ministri, ha affermato - Siamo vicina al raggiungimento dei nostri obiettivi -. Dopo aver raggiunto 800 morti forse si pensa di farne almeno 1000.
Un portavoce di Hamas ha rifiutato la proposta del mediatore egiziano dicendo - Non vogliamo truppe straniere nel territorio di Gaza -. Dopo incursioni continue islaeliane di terra, di mare e di terra, si rifiuta una forza di interposizione terza.

Non bisogna essere esperti di diplomazia internazionale per affermare che sono due posizioni insensate. Ma tutto ciò che avviene oggi lì è contrario al buon senso e alla pacificazione. C'è sempre comunque chi paga il conto e dovremmo stare tutti da quella parte.

mercoledì 31 dicembre 2008

RICCARDO BARENGHI su LA STAMPA di oggi. La nuova guerra a Gaza


Se fossi un ebreo che vive a Gerusalemme non so se tratterei con Hamas, e se fossi un palestinese che vive a Gaza non so se tratterei con Israele. Forse, se fossi l’uno farei la guerra all’altro, e viceversa. Anche sapendo che quella guerra non porterebbe a nulla, anzi peggio: porterebbe, come ha portato finora e continuerà a portare nel futuro, ad altre guerre, morti, feriti, distruzioni, odio su odio.

Commento. Ho anticipato troppo il brindisi di fine anno. La guerra è ripresa contro ogni logica o forse per logica conseguenza di un odio che continua. Chi occupa, costruisce muri, mette restrizioni al movimento delle persone, blocca energia e viveri e dice che è l'altro che ha rotto la tregua. Gli integralisti di Hamas vogliono tutto tranne che la pace con Israele. Una impasse che porta solo nuove sciagure.
Chi potrebbe imporre soluzioni di pace, tifa per un contendente o l'altro e quindi perde di crebilità come mediatore.
Siamo veramente incapaci di ragionare fuori dalla logica della forza e delle armi.

lunedì 12 maggio 2008

10 foto inedite sulle bombe di Hiroshima e Nacasaki



Dieci foto in un rullino trovato da un soldato americano, Samuel Capp, frugando tra i morti di Hiroshima.
Il Comune di Hiroschima ha indicato il 6/8/2005 in 242.437 le vittime dirette ed indirette delle bomba atomica caduta sulla città il 6/8/1945. L'altra bomba atomica su Nagasaki ha fatto circa 80.000 vittime. La scelta delle città da borbandare fu fatta nel corso di una riunione tenutasi a Los Alamos tra il 10 e l'11 maggio 1945, dove vennero suggeriti, come obiettivi, le città di Kyōto, Hiroshima, Yokohama, oppure gli arsenali militari siti a Kokura. Nel corso della riunione si decise di non utilizzare la bomba atomica esclusivamente su un obiettivo militare, per evitare di mancare l'obiettivo, e quindi "sprecare" la bomba. Nella decisione finale, difatti, dovevano essere tenuti in maggior conto gli effetti psicologici che l'utilizzo della bomba atomica doveva avere sul governo giapponese, piuttosto che i vantaggi militari.
Il Segretario alla Guerra Henry L. Stimson decise di eliminare Kyōto dalla lista, data la sua notevole importanza culturale, nonostante le obiezioni del generale Leslie Groves (che considerava la città migliore come obiettivo strategico), titolare del Progetto Manhattan. Secondo il professore Edwin O. Reischauer, Stimson «era rimasto ammirato dalla bellezza e vivacità di Kyoto diversi anni prima». Il 25 luglio 1945 il generale Carl Spaatz ricevette l'ordine di impiegare la bomba su una delle seguenti città: Hiroshima, Kokura, Niigata o Nagasaki, dato che le condizioni meteorologiche consigliavano di impiegare la bomba dopo il 3 agosto.
Le bombe ebbero soprattutto vittime civili.

I venti di Mario Vargas Llosa

 Il protagonista di questo libretto di Vargas Llosa si reca una mattina con l'amico Osorio ad una manifestazione contro la chiusura di u...