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giovedì 21 giugno 2012

In un vecchio palco della Scala (ma non era il '93)

A volte mi capita di poter andare a La Scala di Milano a gratis. Non posso scegliere lo spettacolo, né il giorno. Diciamo che è un pacchetto dono che rispetta il motto "a caval donato..."
E quindi eccomi in un vecchio palco della Scala (come diceva la vecchia canzoncina del Quartetto Cetra) tutto di broccati rossi trapuntato ad ascoltare, su scomodissime poltroncine e sgabelli, l'opera di Giuseppe Verdi Luisa Miller diretta da Gianandrea Noseda ed interpretata , tra gli altri, da Daniela Barcellona nella parte della perfida Federica.
Il libretto è tratto dalla tragedia Kabale und Liebe (Intrigo e amore) di Schiller. Quindi la serata non si presenta con i migliori auspici in fatto di leggerezza e felicità. Ma persino l'altra volta che il "pacchetto dono" era una opera in polacco che parlava di campi di concentramento, inspiegabilmente mi era piaciuta molto (c'è qualcosa di perverso, lo riconosco, nel mio rapporto con la musica). E Luisa Miller non è stata da meno: un'opera che non conoscevo e considerata, inspiegabilmente, "minore" di Giuseppe Verdi ed invece piena di belle sorprese come il quartetto del secondo atto, anche grazie agli interpreti davvero bravi (in particolare oltre a Daniela Barcellona - una specie di vichinga-teutonica che sovrastava in maniera imbarazzante tutti - e alla Elena Mosuc (bravissima) nella parte di Luisa, c'era l'eccellente basso Leo Nucci, applaudito più volte a scena aperta. Anche l'arruffianata di mettere due interpreti orientali (visto che nel pubblico erano presenti in modo consistente Giapponesi e Cinesi) non stonava affatto e Kwangchul Youn ha saputo interpretare in modo convincente il cortigiano Wurm, che finisce ammazzato nell'ultima scena dell'opera.


Pensierino. Il posto più a buon mercato in platea costa 110 € e questo è solo il prezzo della poltroncina, poi occorre un abito adeguato (per il decoro proprio e della sala) e lì la spesa può essere davvero essere impegnativa. I puaritt  (poveri in canna) come me ed i miei amici che "usufruivano" a gratis di un palchetto, si presentano in abiti davvero imbarazzanti: io ad es. avevo uno spezzato "invernale" in lana e la temperatura viaggiava oltre i 25 gradi a Milano quella sera... Mi sono fatta una ragione che d'estate non posso andare a La Scala.

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